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    Partita la Gerbera Gialla, Musella "Liberarsi dalla cappa"

     

     

    Partita la Gerbera Gialla, Musella "Liberarsi dalla cappa"

    01 dic 11 "C'é un rapporto di bene profondo tra gli obiettivi di questo percorso formativo, i giovani e l'associazione 'Riferimenti'". Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, intervenendo alla manifestazione di presentazione delle iniziative per il 2011-2012 programmate con la "Gerbera giallà. "Sin dall'inizio di questa legislatura - ha sottolineato Talarico - ci siamo impegnati come Consiglio regionale in un lavoro di progettualità, di interventi a sostegno del valore della legalità che vedono i giovani calabresi protagonisti di questa nuova stagione. E' necessario, di fronte alla minaccia mafiosa mettere in campo tutte le sinergie tra apparati dello Stato, enti locali, politica e chiesa per ribaltare un'idea della Calabria dove niente funziona o funziona poco, e invece, tutti sappiamo che non è così. E' una impostazione che dobbiamo respingere al mittente perché in Calabria ci sono politici, magistrati, responsabili delle forze dell'ordine che lavorano insieme per isolare e colpire quella che è definita la 'zona grigia' che collude e si fa complice della mafia". "Voglio inoltre dire - ha sostenuto Talarico rivolto agli studenti - che il politico serio si contraddistingue dai fatti che produce e non dalle parole di circostanza, che opera quotidianamente con spirito di solidarietà, privilegiando il bene comune per una Calabria civile, del lavoro, che ha l'aspirazione di rompere con il passato e di crescere sempre più in maniera sana e legale". Adriana Musella, presidente di "Riferimenti", ha detto che "ai ragazzi va raccontata la verità senza fingere. Siamo sgomenti per gli arresti di ieri che denotano cattivi esempi istituzionali ed è giunto il momento che la Calabria si liberi da quella cappa di condizionamenti che fa di tutta l'erba un fascio". Nel corso della manifestazione, moderata dal giornalista Domenico Nunnari, il prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, ha detto che "il cammino della legalità, pur difficile, è l'unico per arginare i fenomeni mafiosi, la violenza e la prevaricazione. A mio parere - ha aggiunto - occorre lavorare su tre direttrici: la prima, a sostegno degli apparati dello Stato che stanno conseguendo straordinari risultati; la seconda, l'impegno della società civile a capitalizzare tali risultati per isolare i fenomeni di illegalità in tutte le istituzioni isolando la mafia; la terza, infine, lavorare sui giovani e sulla educazione alla legalità, con istituzioni, scuole e famiglie, per affermare, anzitutto, il rispetto della persona". Per il vicepresidente del Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, "l'avvio del progetto di 'Riferimenti' coincide con una giornata particolare e delicata per la vita regionale. La sfida è di alto livello e ognuno di noi è chiamato a svolgere con coerenza il proprio mandato di rappresentante delle pubbliche istituzioni, i propri doveri verso la comunità. Noi tutti vogliamo esprimere gratitudine agli apparati dello Stato nel contrasto alla mafia e ad ogni forma di illegalità, ma siamo chiamati a lavorare di più, puntando sui giovani, per sostenerne la formazione e lo sviluppo culturale con l'obiettivo di irrobustirli dinanzi al richiamo dei disvalori mafiosi". Nel coso dell'iniziativa, protrattasi per l'intera mattinata nell'auditorium Calipari, hanno porto il loro saluto i comandanti provinciali dei carabinieri e della Guardia di Finanza col. Pasquale Angelosanto e Paolo Di Gesù. Molto seguita, infine, la testimonianza del sostituto procuratore distrettuale di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, titolare di delicate inchieste sui rapporti tra mafia e 'colletti bianchi', e obiettivo di gravissimi atti intimidatori. "Il giudice che si sottrae al dovere di indagine - ha detto Lombardo - toglie un pizzico di libertà ad ognuno di noi. Sono convinto che quasi tutti amiamo la nostra terra e per questo dobbiamo rimanere qui, per cambiarla. Per fare ciò siamo chiamati ad un passaggio ineludibile: il dovere dello studio e della conoscenza, perché senza sapere non si può scegliere con consapevolezza. E senza consapevolezza un uomo non è libero e può diventare strumento di altri, dei mafiosi portatori di morte". "Quando subite o notate ingiustizie quotidiane - ha detto Lombardo ai giovani - evitate di esprimere giudizi sommari che sono l'esatto contrario dell'essere uomini liberi e consapevoli evitando così il rischio di deviazioni pericolose".

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