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    Don Ciotti a Cosenza "Legalità è bandiera a volte calpestata da chi la agita"

     

     

    Don Ciotti a Cosenza "Legalità è bandiera a volte calpestata da chi la agita"

    01 dic 11 "La legalità è una bandiera che viene spesso agitata anche da chi la calpesta ogni giorno. E' necessario abbattere quella 'zona grigia' che è di legalità malleabile: un luogo interiore più che un luogo fisico. La vera forza della mafia sta fuori dalla mafia e spesso ha il volto di un incensurato". A dirlo, parlando dell'inchiesta di Milano, è stato don Luigi Ciotti, presidente di Libera, oggi a Cosenza per concludere un seminario all'Università della Calabria sui beni confiscati. "In questo senso - ha aggiunto - le responsabilità della politica sono enormi. Serve determinazione e coerenza. Lotta alla mafia significa, lavoro, scuola, cultura e sostegno ai territori più fragili. Non si ottengono grandi risultati se cresce lo stato penale e diminuisce quello sociale. La speranza, in alcune parti d'Italia, si chiama giustizia sociale ed ha il volto delle opportunità e dei progetti concreti". "C'é un po' di smarrimento - ha poi sostenuto - di fatica. Abbiamo sempre saputo però la capacità delle mafie di rigenerarsi, di trovare nuovi canali, sostegni, alleanze, dunque non stupisca questo. Gratitudine al lavoro della magistratura che lo ha scoperto". Don Ciotti ha poi aggiunto: "Tra i beni confiscati c'é il Café de Paris di Roma, un simbolo dove la prossima settimana entreranno i prodotti frutto del lavoro dei giovani sulle cooperative confiscate ai mafiosi. Quindi chi andrà a prendere il caffé troverà questi prodotti. E' un segno delle positività in contrasto con le negatività. La confisca è una realtà positiva, ma c'é un 55% dei beni confiscati che non può essere destinato a causa delle ipoteche bancarie che gravano su di essi. Questo è inaccettabile e la politica anche nei confronti delle banche deve essere molto chiara". "A volte - ha concluso - ci sono delle battute d'arresto che lasciano un po' d'amarezza dentro. Scoprire che chi si occupava di queste cose era al servizio di qualcun altro. Questo non deve impedire di guardare oltre e di essere capace di unire di più le forze perché è il noi che vince. Ognuno con la propria competenza e professionalità"

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