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    CGIL: No all’infiltrazione delle mafie nei cantieri

     

     

    CGIL: No all’infiltrazione delle mafie nei cantieri

    11 apr 11 “La battaglia all’illegalità e alle infiltrazioni mafiose nei cantieri è una battaglia che riguarda tutti. Nessuno può essere esente. Noi come Cgil, convinti come siamo che la legalità porta al riconoscimento dei diritti, e che solo dal riconoscimento dei diritti scaturisce lo sviluppo di qualità, la nostra dichiarazione di guerra alla criminalità organizzata che fa di tutto per mettere le mani sugli appalti la abbiamo lanciata con la creazione dell’osservatorio nazionale <Edilizia e legalità>” e con la campagna <Stop al caporalato e al lavoro nero>”. E’ quanto sostenuto dal segretario generale nazionale della Fillea Cgil, Walter Schiavella, concludendo il convegno sul tema: <Cantieri liberi dalle mafie in un Paese libero dall’illegalità. Prevenire le infiltrazioni criminali nel settore delle costruzioni. Analisi e prospettive dei protocolli di legalità e delle linee guida antimafia”. Il convegno è stato organizzato dalla Fillea nazionale e dalla Fillea comprensoriale Pollino - Sibaritide - Tirreno e si è tenuto presso il Chiostro di San Bernardino a Morano Calabro. I lavori sono stati coordinati dal segretario generale della Cgil comprensoriale Pollino - Sibari - Tirreno, Angelo Sposato, il quale, dopo aver ringraziato e salutato i partecipanti, ha illustrato, a grandi linee, le iniziative portate avanti dalla Cgil comprensoriale per garantire la legalità e i diritti dei lavoratori in tutti i posti di lavoro del comprensorio. La relazione introduttiva al convegno è stata tenuta da Salvatore Lo Balbo, segretario della Fillea Cgil nazionale. Lo Balbo, nel sostenere che “ in Italia non ci può essere sviluppo credibile perchè la tolleranza per le mafie, per la corruzione, per le evasioni fiscali e per il lavoro nero è a livello inaccettabile”, ha evidenziato come la campagna <Stop al caporalato e al lavoro nero> e la costituzione dell’Osservatorio nazionale <edilizia e legalità>, presentato ufficialmente lo scorso 25 marzo nella sede del Cnel, testimoniano la coerenza e la volontà della Fillea di non voler mollare in tema di legalità. “L’obiettivo dell’osservatorio - ha spiegato Ivan Cicconi, presidente di Itaca e componente dell’Osservatorio, nel presentare i risultati della ricerca sui Protocolli di Legalità e sulle Linee Guida Antimafia - è contrastare le infiltrazioni mafiose nei luoghi di lavoro, lo sfruttamento degli essere umani, l’uso distorto del denaro pubblico, lo scempio del territorio, ma anche dar vita - ha aggiunto - a una struttura con funzioni conoscitive, di studio e di proposta per evidenziare la diffusione della illegalità e rendere consapevoli tutti i cittadini dei danni che ciò provoca alla collettività”. Ivan Cicconi, nel premettere l'utilità e l'importanza di tutti i protocolli, “perché comunque producono una attenzione e un confronto che lasciano il segno”, ha inteso rilevare come, nella generalità dei casi, detti “protocolli” non abbiano ancora prodotto effetti evidenti nel contrasto delle illegalità e della penetrazione mafiosa. “Non basta una firma per sconfiggere la criminalità. Le mafie continuano a operare e lo Stato non si è ancora ripreso il controllo del territorio”, ha concluso. Il convegno è stato, altresì, impreziosito dagli interventi del dottor Cuzzolo, in rappresentanza di Italcementi, del vice prefetto di Reggio Calabria, Demetrio Martino, del vice presidente dell’Ance, Vincenzo Bonifati, del segretario generale della Fillea Calabria, Luigi Veraldi, del segretario generale della Fillea Abruzzo, Rita Innocenzi, del dottor Perrotta, in rappresentanza dell’Anas, di Franco Garufi, dipartimento Mezzogiorno della Cgil nazionale, e di Marco Di Girolamo, segretario generale Fillea Lombardia. Prima delle conclusioni del segretario generale Schiavella, è toccato ad Antonio Di Franco, segretario generale della Fillea comprensoriale, illustrare la situazione che si vive in tema di legalità in questo territorio. Per Di Franco “ragionare sulla prevenzione delle infiltrazioni mafiose in questo territorio assume un certa centralità e importanza, anche e soprattutto, in relazione alla recente apertura dei cantieri dei lavori di ammodernamento della A3, Sa/Rc, lavori che impiegheranno 800 lavoratori, al prossimo affidamento dei lavori della Roseto - Sibari e alla prossima costruzione dell’ospedale della Sibaritide. Un fiume di danaro pubblico che sicuramente fa gola alla criminalità organizzata”. Di Franco non ha mancato di sottolineare come in questo territorio negli anni scorsi e nei mesi scorsi vi siano state operazioni di polizia come “Omnia” e “Santa Tecla” che “hanno messo a nudo la gravità e la drammaticità della presenza della criminalità organizzata nel settore dell’edilizia e dei lavori pubblici. La mafia - ha concluso il segretario generale della Fillea comprensoriale - è mancato sviluppo, è oppressione da parte di chi si libera la coscienza sotterrandola nel cemento. La legalità è invece la libertà di dire, di ascoltare di decidere del nostro futuro”.

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