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    Intimidazione Parroco Gioiosa: Morosini "Vigliacchi". Gratteri "Stato latitante"

     

     

    Intimidazione Parroco Gioiosa: Mons. Morosini "Vigliacchi". Gratteri "Stato latitante da decenni"

    Mons. Morosini31 ago 11 Il vescovo di Locri-Gerace, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, in una nota, ha espresso solidarietà al parroco della chisa di San Rocco di Gioiosa Ionica, don Giuseppe Campisano, vittima di una intimidazione. Monsignor Morosini ha esortato il parroco a continuare nel suo "prezioso ed apprezzato ministero di sacerdote - è scritto in una nota - tutto dedito alla sua missione, religiosa e sociale". "Condannano senza mezzi termini - afferma il Vescovo - il gesto intimidatorio, frutto di vigliaccheria da parte di persone che non sanno o non vogliono affrontare i problemi attraverso il confronto e il dialogo civile. Invitiamo tutti gli abitanti della Locride, credenti e non, a crescere nella coscienza civile, che spinge a non nascondersi nel vile anonimato quando ci sono problemi da affrontare. Bisogna riaffermare il nostro impegno per la nuova evangelizzazione del nostro territorio e richiamiamo, pertanto, tutti i fedeli ad una maggiore coerenza tra fede e vita, ricordando che la fede non può ridursi ad esteriorità devote, ma deve accogliere l'invito a seguire Cristo e a mettere in pratica la sua parola".

    Vaticano: Un avvertimento. "Credo che sia stato solo un avvertimento serio, considerando anche l'ora in cui è avvenuto il fatto: non è stato nel cuore della notte, ma è stato in un orario in cui ancora molta gente è in circolazione, di conseguenza volevano farsi sentire". Così don Giuseppe Campisano, parroco di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria) noto per il suo impegno contro la mafia, parla dell'intimidazione subita nella notte tra il 29 e il 30 agosto, quando alcuni colpi di fucile sono stati esplosi contro la sua auto. Già alcuni anni fa il sacerdote aveva ricevuto minacce telefoniche e lettere con proiettili. Don Campisano ritiene che l'episodio dell'altra notte "sia legato alla festa di San Rocco - dice in un'intervista alla Radio Vaticana -, per quanto riguarda molto probabilmente la presa di posizione assunta sia da me che da parte del vescovo, per cercare di raddrizzare un po' questa festa stessa e darle un volto religioso, perché è sempre stata all'insegna del paganesimo più assoluto". "Credo che abbiano inciso anche le quattro giornate dedicate alla legalità che abbiamo avuto qui davanti alla Chiesa - prosegue -: quattro serate riuscite molto bene, la cui tonalità è sempre stata molto forte". A proposito della festa di San Rocco, il prete sottolinea come essa, "per il prestigio che riveste, sia appannaggio di una forma di potere e di controllo, proprio per la circolazione, per il fiume di denaro, perché la fiera è enorme e passano sistematicamente in tutte le bancarelle per l'estorsione". Don Campisano definisce poi "impressionante" la presenza della 'ndrangheta a Gioiosa Jonica. ''E' difficile, perché qui a Gioiosa Ionica c'é una zona grigia, che è pericolosissima e che è costituita dalla stragrande maggioranza degli abitanti e c'é una zona nera, che è chiara e che conosciamo tutti - ne conosciamo nomi e cognomi -. La zona grigia però è uno stile di vita, di connivenza con questo tipo di personalità e di mentalità", spiega il sacerdote. E su come si debba combattere la 'ndrangheta, spiega: ''io sto provando con il Vangelo, sto provando con l'animazione giovanile, con l'educazione dei ragazzi, mettendo in moto gruppi famiglia dentro ai quali si affrontino determinati argomenti. Sto provando con l'evangelizzazione. Un altro strumento che sto adottando è quello di venire incontro a molte famiglie che sono vittime dello strozzinaggio, che qui è un'altra piaga terribile". "Io sono molto ottimista, altrimenti non varrebbe la pena - conclude -. Che senso avrebbe, dopo 30 anni, stare qui, combattere e lottare?".

    GratteriGratteri "Stato latitante da decenni". "In questo momento non c'é la volontà politica di abbattere le mafie. Lo Stato è colpevole e sono decenni che è latitante". Lo ha detto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, in un'intervista a One-o-Five Live, il canale in diretta della Radio Vaticana, in merito alle intimidazioni subite da don Giuseppe Campisano, parroco di San Rocco a Gioiosa Ionica. "Le mafie - ha aggiunto Gratteri - hanno dimostrato di essere più efficienti dello Stato quando, ad esempio, risolvono, in breve tempo un contenzioso mentre la macchina giudiziaria ci mette anche 15 anni. Occorrerebbe un sistema giudiziario più efficiente e proporzionato alla realtà criminale attuale. Un sistema giudiziario talmente forte da non rendere conveniente delinquere". "Purtroppo nella Locride, così come in altre parti d'Italia - ha detto ancora Gratteri - ci sono molti laureati, medici, ingegneri, avvocati, che sotto il tavolo hanno la pistola, sono a servizio della 'ndrangheta. E questo e' difficile dimostrarlo dal punto di vista tecnico-giuridico: perché è difficile incastrare il mandante di un delitto;questi ordinano di uccidere con un sorriso, con un gesto della mano. Occorrono leggi nuove, diverse. Soprattutto in Calabria è molto forte la commistione tra la borghesia dei salotti buoni e la 'ndrangheta che ormai e' difficile distinguerli. Sono un tutt'unò. Secondo Gratteri, "l'agguato a don Campisano, leggendo la dinamica dei fatti, è stato sì solo un avvertimento, ma un serio avvertimento". Parlando infine del ruolo della Chiesa, Gratteri ha sostenuto che "a Locri c'é un vescovo che ci sta abituando a sentire parlare chiaro e forte contro la 'ndrangheta. Fortunatamente c'é un risveglio di tutta la chiesa locale".

    ScopellitiSolidarietà del Presidente Scopelliti. Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti – informa una nota dell'Ufficio Stampa della Giunta – esprime solidarietà al Parroco Don Giuseppe Campisani: "Esprimo solidarietà e vicinanza al Parroco Don Giuseppe Campisani – afferma Scopelliti – da sempre schierato in prima linea contro la 'ndrangheta, in un territorio molto delicato qual è quello della Locride. Si tratta di gesti inqualificabili che condanniamo con fermezza. La Chiesa riveste un ruolo fondamentale in questo processo di cambiamento e Don Campisani andrà avanti ancora con maggiore determinazione. Sono convinto che Magistratura e Forze dell'Ordine faranno piena luce sull'accaduto - conclude il Presidente Scopelliti – e ribadisco che le Istituzioni saranno sempre al fianco di chi combatte la criminalità organizzata."

    Tassone: gesto inqualificabile. "Ancora un atto d'intimidazione e violenza in Calabria. Questa volta, destinatario di un inqualificabile atto è il parroco Don Giuseppe Campisani, esponente di libera e promotore di iniziative antimafia". Lo afferma in una nota il componente della commissione parlamentare antimafia e vice segretario nazionale dell'Udc, Mario Tassone. "Come si ricorda, in Calabria, si susseguono - aggiunge - questi atti con una scadenza preoccupante e sono stati coinvolti Amministratori Regionali, Comunali e Provinciali, Sindaci e Sacerdoti. Al di là delle assicurazioni di circostanza, che il Governo ha dato nel corso di interpellanze e interrogazioni, fino ad oggi non sono mai stati individuati i responsabili di queste azioni dilettose, che sono di un'audita gravità e sempre più tentano di far degradare la convivenza civile della comunità calabrese". "Assumerò altre iniziative in tale direzione - prosegue Tassone - con la speranza che il governo non sottovaluti più la gravità della situazione ed esca fuori dalla genericità ma assuma delle iniziative adeguate. Sembra che ci sia un'assuefazione come se tutto deve essere scontato e questi atti criminali dovrebbero essere il corollario "del paesaggio " calabrese al quale è difficile porre rimedio. A Don Giuseppe Campisani vanno le espressioni delle più sentite solidarietà e vicinanza a nome di tutto il Partito Udc, che da adesso, ha assunto iniziative con il sindaco Mario Mazza".

    Ass. Caridi: Attacco a intera comunità. L'assessore regionale alle Attività produttive, Antonio Caridi, in una nota, esprime "piena ed incondizionata solidarietà a don Giuseppe Campisano, parroco di Marina di Gioiosa Jonica, per il vile ed ingiustificato gesto intimidatorio che ha subito". Caridi esprime anche "sdegno e forte condanna per l'ennesimo atto intimidatorio perpetrato ai danni del parroco, una persona attiva contro la criminalità organizzata, vicino all'associazione Libera di don Ciotti, da sempre punto di riferimento per quanti come lui lottano contro le ingiustizie e combattono ogni forma di prevaricazione. Per queste ragioni l'attentato contro il parroco, ritenuto un personaggio scomodo, va considerato un attacco contro un'intera comunità". L'assessore Caridi afferma anche di "confidare nell'operato della magistratura e delle forze dell'ordine e si dice sicuro che si riuscirà al più presto a fare chiarezza sull'accaduto, assicurando alla giustizia gli autori del vile atto". L'invito che Caridi rivolge a don Giuseppe Campisano è "a non darsi per vinto e a non farsi intimidire, da simili gesti", esortandolo "insieme a quanti ricoprono ruoli di responsabilità civile ed istituzionale a continuare la difficile ma esaltante lotta contro ogni forma di illegalità, al fine di assicurare quel rinnovamento che faticosamente si sta cercando di costruire nella nostra regione".

    Libera locride: Basta violenza. Il Coordinamento della Locride di Libera, in una nota, esprime piena solidarietà a Don Giuseppe Campisano, parroco della Chiesa di San Rocco a Gioiosa Ionica, vittima di una intimidazione. "I colpi esplosi la scorsa notte - è scritto in una nota di Libera - sono un gesto di particolare gravità, che deve destare preoccupazione, e giusta attenzione, in tutti coloro che sono impegnati nel difficile percorso di crescita civile della comunità gioiosana. L'ennesimo attentato a padre Giuseppe Campisano, già in passato vittima di minacce, sono inoltre un'azione vigliacca contro l'intera comunità, tanto più grave perché realizzata all'indomani della conclusione di un momento particolarmente importante e sentito per i gioiosani, i festeggiamenti in onore del santo patrono di Gioiosa Ionica, San Rocco. Appare purtroppo evidente la volontà di alcuni nel perseguire la strada della violenza e dell'intimidazione, contro coloro che, come Don Giuseppe, sono quotidianamente impegnati nell'azione di affermazione dei valori di giustizia e solidarietà". "L'associazione Libera, a cominciare dal suo presidente Luigi Ciotti, ribadisce - conclude la nota - la piena volontà di continuare a camminare affianco al parroco di Gioiosa Ionica. Don Giuseppe sappia che non è solo in questo suo cammino, che non intendiamo rinunciare agli spazi di libertà che faticosamente lui e la sua comunità ecclesiastica hanno costruito in questi anni, che quegli spazi li difenderemo fermamente da chi intende occuparli con la violenza e la sopraffazione"

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