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    Omicidio di Trieste, secondo assassino arrestato dalla Mobile a Verbicaro

     

     

    Omicidio di Trieste, secondo assassino arrestato dalla Mobile a Verbicaro

    27 ago 11 E' stato arrestato questa mattina a Verbicaro (Cs), dove si era rifugiato, Giuseppe Console, di 23 anni, ricercato per l'omicidio di Giovanni Novacco, avvenuto ieri a Trieste. Il ragazzo è stato arrestato in una operazione congiunta delle Squadre mobili di Trieste e Cosenza. Secondo quanto si è appreso il ragazzo ha dapprima opposto una debole resistenza, ma poi si è lasciato arrestare. Si era rifugiato in una casa di proprietà della famiglia. Per l'omicidio di Novacco - legato mani e piedi a una sedia, ferito con un coltello in diverse parti del corpo e quindi bruciato - era stato arrestato ieri il triestino Alessandro Cavalli di 34 anni.

    E' accusato di essere stato l'esecutore materiale dell'omicidio Giuseppe Console, il giovane di 23 anni arrestato stamattina per l'assassinio di Giovanni Novacco, di 21 anni, avvenuto ieri a Trieste. Console è stato bloccato dalla Squadra mobile di Cosenza a Verbicaro mentre si accingeva ad entrare in un'abitazione di proprietà dei genitori, che vivono da molti anni a Trieste ma sono originari del centro della provincia di Cosenza. Il possibile arrivo di Console a Verbicaro era stato segnalato già da ieri dagli investigatori di Trieste della polizia di Stato che stanno conducendo le indagini sull'omicidio di Novacco ai loro colleghi della Squadra mobile di Cosenza, che hanno predisposto un servizio di appostamento nei pressi della casa dei genitori dell'omicida che stamattina ha dato esito positivo, con l'individuazione del giovane. Giuseppe Console non era armato e non ha opposto resistenza all'arresto. Secondo quanto riferito dalla Squadra mobile di Cosenza, il movente dell'omicidio di Novacco sarebbe da collegare al fatto che la vittima avrebbe avuto una relazione con l'ex moglie di Console, che avrebbe così organizzato ed eseguito l'omicidio in complicità con Alessandro Cavalli, di 34 anni, che era stato arrestato ieri.

    Giovanni Novacco, il ragazzo di 23 anni trovato morto carbonizzato, ieri, in una casa abbandonata del rione di Gretta, a Trieste, è rimasto "non meno di dodici ore nelle mani dei suoi aguzzini. Dobbiamo capire che cosa sia successo in questo lasso di tempo". Lo ha detto il Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trieste, Massimo De Bortoli, in un incontro stampa nel quale sono stati illustrati i dettagli dell'arresto, avvenuto questa mattina a Verbicaro (Cosenza), di Giuseppe Console, di 24 anni, per concorso nell'omicidio di Novacco. Il Pm, il vice dirigente della Squadra Mobile di Trieste Leonardo Boido e il dirigente dell'Ufficio prevenzione generale della Questura Fabio Soldatich hanno spiegato che Console, Novacco e Alessandro Cavalli - triestino di 34 anni arrestato ieri poche ore dopo il ritrovamento del cadavere per concorso nell'omicidio - sono stati visti insieme alle 13.30 del 25 agosto. "Novacco quindi è rimasto nelle mani dei suoi sequestratori non meno di dodici ore", ha detto De Bortoli precisando che la morte del ragazzo è avvenuta verosimilmente (sarà l'autopsia a chiarirlo) verso l'una della notte tra il 25 e il 26 agosto. Ancora oscuro il movente dell'efferato delitto. Novacco è stato sicuramente pestato, colpito con un'arma contundente in varie parti del corpo, cosparso di liquido infiammabile e quindi dato alle fiamme, forse quando era ancora in vita. E i motivi passionali, per l'amicizia che legava il ragazzo al nuovo compagno della ex moglie di Console, o quelli economici non spiegano, hanno detto gli inquirenti, tanta efferatezza. La droga è stata poi esclusa. "Insomma ci dobbiamo concentrare su questo aspetto della vicenda. Speriamo che uno dei due o tutti e due gli arrestati parlino e dicano le loro versioni dei fatti - ha detto Boido - il vero lavoro per noi comincia adesso".

    12 ore di agonia. Alla ricerca del movente. E soprattutto delle cause scatenanti tanta efferatezza. Gli inquirenti che indagano sull'omicidio di Giovanni Novacco, di 23 anni, trovato morto carbonizzato in una casa abbandonata del rione di Gretta, a Trieste, dopo essere stato a lungo seviziato, brancolano ancora nel buio. Ma ora che i due protagonisti del delitto sono in carcere - ieri è stato arrestato Alessandro Cavalli, triestino di 34 anni; oggi, a Verbicaro (Cosenza), dove aveva cercato di rifugiarsi, è stato preso Giuseppe Console, anchéegli triestino di 24 anni, un 'bullo di quartiere' senza precedenti penali, salutista, esperto in arti marziali e fan di Totò Riina su Facebook - gli inquirenti sperano di riuscire a ricostruire tutti i particolari del delitto. Novacco, è stato spiegato oggi dal Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trieste, Massimo De Bortoli, "é rimasto non meno di 12 ore nelle mani dei suoi aguzzini. Dobbiamo capire e ricostruire quanto è successo in quel periodo". Sul posto del delitto sono state sequestrate decine di reperti che saranno ora analizzati, mentre "ci aspettiamo risposte importanti anche dagli esami autoptici sul cadavere". Certo è che Novacco è stato a lungo seviziato, pugnalato, denudato, cosparso di liquido infiammabile e poi dato alle fiamme nel tentativo di evitare il riconoscimento della vittima al fine di procurarsi l'impunità dal sequestro di persona. Le ipotesi di reato nei confronti di Console e Cavalli sono da ergastolo: omicidio premeditato e pluriaggravato dai futili motivi. E proprio questi ultimi non trovano corrispondenza con l'efferatezza del delitto. In un primo tempo si era parlato di piccoli debiti della vittima, poi di motivi passionali (Novacco era amico del nuovo compagno dell'ex moglie di Console, già denunciato per stalking), infine di possibili giri di stupefacenti. Quest'ultima pista è stata però tassativamente esclusa dagli inquirenti, secondo i quali anche gli altri due moventi non "reggono" alla crudeltà messa in atto dai due. Ieri Cavalli è stato ascoltato dal magistrato ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Quanto a Console sarà il magistrato di Paola (Cosenza) a decidere sul decreto di fermo emesso dal Pm De Bortoli. Poi - con tutta probabilità entro dieci giorni - sarà trasferito a Trieste e qui sarà sentito dal magistrato che conduce le indagini. Gli inquirenti sperano che i due si decidano a parlare e a spiegare "i perché" della loro violenza "davvero raccapricciante". Il delitto ha colpito la città. E' da undici anni che non si registrata un crimine tanto violento, ma allora era maturato in ambienti dell'immigrazione. Qui i protagonisti sono invece "ragazzi normali", i figli di una classe media che forse si sta proletarizzando troppo in fretta, frequentatori dei bar di piazza Unità o dei rioni cittadini più popolosi. E tutti giovanissimi. Ma la sociologia da sola, forse, non basta per spiegare tanta violenza e tanta assurdità.

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