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    Madre testimone suicida: mia figlia indotta a collaborare. Presentata denuncia

     

     

    Madre testimone suicida scrive a Gazzetta: indotta a collaborare. Presentata denuncia

    23 ago 11 "Non so se mia figlia è mai stata un'autentica collaboratrice di giustizia ovvero se sia stata indotta per disegni altrui a tale ruolo ma per rispetto degli organi inquirenti e della magistratura non svelerò oggi tutto ciò che è a mia conoscenza". E' quanto scrive la madre di Maria Concetta Cacciola, la testimone di giustizia di 31 anni che si è suicidata ingerendo acido muriatico a Rosarno, in una lettera inviata alla Gazzetta del Sud. "Lo farò solo - scrive la donna, Anna Rosalba Lazzaro - dopo averlo denunciato a dette autorità, a seguito mi farò promotrice di informarvi". "Mia figlia - prosegue - quando è ritornata a casa lo ha fatto in maniera definitiva e non solo per riabbracciare momentaneamente i suoi figli o in attesa del perfezionamento della pratica di protezione nei loro confronti". In merito alla detenzione del marito di Maria Concetta, Salvatore Figliuzzi, condannato a otto anni di reclusione per associazione mafiosa ed alla parentela del padre, Michele Cacciola, con il presunto boss della cosca dei Bellocco, Gregorio Bellocco, Anna Rosalba Lazzaro scrive che "a parte le vicissitudini giudiziarie e personali del marito e quelle del padre, che risalgono ad oltre 20 anni orsono, il legame parentale con lo zio non ha mai costituito per Maria Concetta, e neppure per la mia famiglia, nessuna tipologia di peso sulle scelte di vita di mia figlia e del mio nucleo familiare. Su questo punto voglio aggiungere che al di là del mero dato parentale, né mio marito, né alcun componente del mio nucleo familiare ha mai condiviso vicissitudini giudiziarie ovvero sia pure semplici rapporti di frequentazione criminale con Gregorio Bellocco".

    Presentata denuncia in Procura: Una denuncia contro ignoti e' stata presentata dai genitori di Maria Concetta Cacciola, la testimone di giustizia di 31 anni che si è suicidata ingerendo acido muriatico a Rosarno. Nella denuncia, presentata stamani alla Procura di Palmi, che conduce le indagini, dai legali della famiglia, gli avvocati Vittorio Pisani e Gregorio Cacciola, i genitori della donna, Michele Cacciola e Anna Rosalba Lazzaro, manifestano dubbi sul percorso di collaborazione seguito dalla figlia. In particolare, marito e moglie, secondo quanto si è appreso, ipotizzano che la donna sia stata indotta a collaborare approfittando di un suo momento di debolezza e facendole delle promesse che non sarebbero state poi mantenute. Per corroborare tali dubbi, i genitori di Maria Concetta hanno allegato alla denuncia una lettera scritta dalla figlia all'epoca in cui si allontanò dalla famiglia per recarsi in una località protetta dopo l'avvio della sua collaborazione, ed una registrazione audio fatta dalla stessa donna dopo il ritorno a casa, avvenuto nelle scorse settimane.

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