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    Sequestro Azzarà: Procura apre fascicolo. Governo Darfur: Ong seguano norme

     

     

    Sequestro Azzarà: Procura apre fascicolo. Governo Darfur: Ong seguano norme. Emergency: nessun riscatto

    17 ago 11 Nella vicenda del sequestro di Francesco Azzarà, l'operatore di Emergency rapito domenica in Sudan, si muove la Procura di Roma. E' stato, infatti, aperto un fascicolo di indagine in relazione a quanto avvenuto nella regione del Darfur. Nel procedimento, affidato al sostituto procuratore Elisabetta Ceniccola, si ipotizza il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo. I pm di piazzale Clodio restano in costante contatto con la Farnesina e con gli organi investigativi per essere aggiornati sull'evoluzione del caso. Ieri il vicegovernatore della regione sudanese, Abdel Karim Mussa in dichiarazioni riferite dal sito on line Sudanese Media Center, aveva affermato che le condizioni fisiche di Azzarà sono buone respingendo "ogni ipotesi di riscatto per la sua liberazione".

    Governo Darfur: Ong seguano norme. Le organizzazioni non governative che operano in Darfur "si dovrebbero attenere strettamente alle procedure di sicurezza imposte qualora dedicano di muoversi nello Stato": lo ha dichiarato il vicegovernatore della regione sudanese, Abdel Karim Musa, al sito on line Sudanese Media Center, in riferimento al rapimento dell'operatore di Emergency Francesco Azzarà. Musa aggiunge poi che le ong "devono fornire alle autorità competenti la lista dei nominativi delle persone che intendono assumere, in particolare autisti e guardie". Affermazione che sembra accreditare l'ipotesi, circolata dopo il rapimento del giovane calabrese avvenuto domenica scorsa, di un coinvolgimento di alcune persone che lavoravano nel centro pediatrico di Emergency a Nyala insieme all'operatore italiano ma ne erano stati recentemente allontanati o sanzionati e covavano quindi del risentimento: si tratterebbe di una guardia, un amministratore ed un medico. Nella stessa notizia, che compare sulla versione inglese del sito Smc, vengono infine ripetute le affermazioni del vicegovernatore già riportare ieri nella versione araba, e cioé che Azzarà è in buone condizioni sia fisiche che psicologiche, che il governo del Darfur non ha intenzione di pagare per il rilascio dell'operatore italiano (definito "un dottore"), che le autorità locali sono vicine alla cattura dei rapitori e che questi ultimi sono "assediati". Notizie che però non vengono confermate da Emergency.

    Emergency: Nessun riscatto. "Non ci risulta sia stato chiesto alcun riscatto": Emergency commenta così le voci delle ultime ore su una richiesta di soldi da parte dei rapitori di Francesco Azzarà, il giovane operatore umanitario sequestrato da uomini armati domenica scorsa a Nyala, nel sud del Darfur, regione del Sudan, dove l'organizzazione di Gino Strada ha aperto da un anno un centro pediatrico. Il team che Emergency ha inviato a Nyala per seguire da vicino le indagini sul rapimento e collaborare con le autorità locali sta comunque verificando questa ipotesi, trapelata dall'ufficio del Governo locale. "Certo, la notizia della richiesta di un riscatto sarebbe un passo avanti - dicono a Emergency - ma non ne abbiamo alcuna conferma".

    Gli amici: Vogliamo sostenere la famiglia. "Vogliamo stringerci attorno a Francesco, vogliamo sostenere la famiglia e lanciare un messaggio di solidarietà ad Emergency e a tutti i volontari che in questo momento sono impegnati lontano da casa". E' con queste parole che gli amici di Francesco Azzarà, l'operatore di Emergency rapito in Sudan, motivano la fiaccolata che hanno organizzato per domani sera alle 20.00 a Motta San Giovanni. "Francesco - continuano gli amici - è un ragazzo molto sensibile, sempre pronto e disponibile ad aiutare gli altri, incline al dialogo e alla comprensione delle esigenze altrui. L'intera comunità mottese conosce il suo modo di essere, apprezza le sue qualità e si è resa subito disponibile a collaborare per la buona riuscita della fiaccolata. Rispettiamo il silenzio stampa chiesto dalla Farnesina e comprendiamo la volontà dei genitori di non rilasciare dichiarazioni, ma noi, che con Francesco abbiamo condiviso tutto, che con lui abbiamo vissuto momenti belli e brutti, abbiamo giocato e litigato, scherzato e pianto, vogliamo continuare a condividere il suo percorso, trovando la forza necessaria per superare anche questo momento". "Non abbiamo avuto il tempo - aggiungono - di organizzarci meglio, non abbiamo fatto inviti ufficiali o formali, la voce sta circolando tramite i social network e sappiamo che a mezzo mail stanno arrivando numerose adesioni. Tutte le associazioni del territorio sono coinvolte e anche le istituzioni hanno già dimostrato di condividere questa nostra iniziativa. Sarà un momento importante per la nostra comunità che, come sempre, dimostrerà di essere particolarmente sensibile non solo nei confronti di Francesco, ma di tutto l'associazionismo e il mondo del volontariato".

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