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    Beni per 600mila euro sequestrati dalla Gdf ad azienda S. Marco Argentano

     

     

    Beni per 600mila euro sequestrati dalla Gdf ad azienda vendita mezzi agricoli di S. Marco A.

    01 ago 11 I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per equivalente nei confronti degli amministratori pro-tempore, in particolare, di una nota società di capitali di San Marco Argentano (CS) ed operante nel settore della commercializzazione di mezzi agricoli, entrambi indagati, tra l'altro, in ordine alla fattispecie delittuosa di cui all'art. 10 ter del D.Lgs 74/2000 (omesso versamento dell'IVA dovuta pari ad oltre 600 mila euro). Il provvedimento è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Castrovillari, Dr. C. Collazzo, su richiesta del Procuratore Capo, Cons. Dr. F. Giacomantonio e del Sost. Proc. Dr. F. Pellecchia e riguarda l'applicazione dell'istituto della "confisca per equivalente" per i reati tributari previsto dall'art. 1, comma 143 della legge 244/2007 (legge finanziaria per il 2008) che nell'ottica di una più ampia strategia antievasione mira a rafforzare la soglia di protezione degli interessi erariali. Invero, il provvedimento eseguito trae origine dagli esiti di una verifica fiscale e dalle successive investigazioni di polizia giudiziaria che hanno consentito di individuare un meccanismo di frode avente caratteristiche analoghe a quello noto come "frode carosello", ma perpetrato anche attraverso singolari, ulteriori ed artate operazioni. Sono stati individuati, infatti, acquisti senza applicazione dell'IVA effettuati da soggetti interposti e fatti apparire come "esportatori abituali", che hanno appositamente presentato ad un fornitore residente fittizie lettere d'intento. Tale meccanismo è stato attuato attraverso un vero e proprio disegno criminoso tra l'amministratore della società beneficiaria, sottoposta a verifica fiscale e altri tre soggetti compiacenti (anche loro indagati per delitti di natura tributaria) e da questi reclutati per essere posizionati in incarichi di amministratori di società interposte proprio al fine di consentire l'evasione dell'IVA e delle II.DD. e di sottrarsi al pagamento delle imposte mediante manovre fraudolente sul patrimonio sociale. Il tutto allo scopo di svuotare la predetta società di ogni contenuto patrimoniale, nonché di raggirare i vari operatori commerciali lasciando insoluti i relativi debiti contratti. Non a caso tale condotta fraudolenta ha causato un'illecita concorrenza di mercato consistita nella vendita di beni acquistati in esenzione d'imposta ad un prezzo più vantaggioso rispetto a quelli venali. Da qui l'individuazione ed il sequestro preventivo di beni operato dalle Fiamme Gialle concernenti disponibilità finanziarie, quote sociali, nonché beni immobili.

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