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    Operazione Aghatos: indagini e arresti

     

     

    Operazione Aghatos: indagini e arresti

    28 set 10 All’alba di questa mattina gli agenti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine Polizia di Stato – diretti dal vice questore aggiunto Diego Trotta, con il coordinamento del dirigente della Squadra Mobile Renato Cortese – hanno dato esecuzione al decreto di fermo d’indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, Direzione Distrettuale Antimafia (il provvedimento è stato sottoscritto dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone e dal Sostituto Procuratore della Repubblica Giuseppe Lombardo) a carico di 5 presunti appartenenti alla struttura decisionale di vertice della nota e potente ‘ndrina Tegano, operante nel “locale” di ‘ndrangheta di Archi, a Reggio Calabria. Un “locale”, quello di Archi, che unanimemente viene considerato il più influente del capoluogo reggino ed uno dei più influenti dell’intera Provincia. In manette sono finiti:

    Michele Crudo, 33 anni, nato a Reggio Calabria;
    Roberto Moio, 46 anni, nato a Reggio Calabria;
    Domenico Polimeni, inteso “Mico”, 34 anni, nato a Reggio Calabria;
    Stefano Polimeni, 23 anni, nato a Reggio Calabria;
    Davide Carmelo Polimeni, 36 anni, nato a Reggio Calabria.

    Indagati: Oltre ai cinque soggetti che sono stati fermati stamane, nell’ambito delle stesse investigazioni, risultano indagati anche altri sette soggetti tra cui il boss dell’omonima consorteria criminale Giovanni Tegano, di 71 anni, nato a Reggio Calabria, detenuto presso la Casa Circondariale di Cuneo, tratto in arresto dalla Squadra Mobile reggina il 26 aprile di quest’anno dopo 23 anni di latitanza in Contrada Batìa di Terreti. Gli indagati Michele Crudo e Roberto Moio, in particolare, secondo l’accusa rivestono in seno alla ‘ndrina Tegano, ruoli di primissimo piano che ne permettono la collocazione nella struttura decisionale di vertice di una delle più potenti cosche della ‘ndrangheta calabrese. Sulla scorta delle risultanze probatorie documentate dalla Polizia di Stato e confluite integralmente nella misura coercitiva in carcere, i cinque destinatari sono ritenuti, a vario titolo, responsabili del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata:

    * al controllo di attività economiche esercitate a Reggio Calabria, anche attraverso la gestione di interi settori imprenditoriali e commerciali, con particolare riferimento al controllo delle assunzioni, dei licenziamenti, delle maestranze, dei finanziamenti pubblici e degli accordi sindacali dell’impresa denominata “Soc. Coop. New Labor” – società associata al “consorzio Kalos” ed incaricata dalla Società Trenitalia S.p.A. (in qualità di stazione appaltante) di gestire la manutenzione e pulizia dei convogli ferroviari presso la Stazione Centrale e la c.d. “Platea Lavaggio” di Reggio Calabria; controllo esercitato, con le condizioni previste dall’art. 416 bis del cod. pen., attraverso violenze e minacce perpetrate nei confronti dei quadri Dirigenti della suddetta “Soc. Coop. New Labor”, società associata al “consorzio Kalos”;
    * al conseguimento, infine, per sé e per gli altri affiliati, di ulteriori ingenti profitti e vantaggi ingiusti, attraverso attività delittuose, esercitate a cagione dei quadri Dirigenti della suddetta ditta denominata “Soc. Coop. New Labor” – società associata al “consorzio Kalos”; attività delittuose consistenti, nelle continuative e sistematiche violenze o minacce, finalizzate ad ottenere l’erogazione di tangenti mensili, di ammontare non inferiore a 20.000,00 €uro, a favore dei promotori della ‘ndrina Tegano, da parte dei suddetti quadri Dirigenti della Soc. Coop. “New Labor”, società associata al “consorzio Kalos”.

    Perquisizioni: A questo proposito, contestualmente agli arresti, agenti della Polizia di Stato stanno eseguendo anche mirate perquisizioni locale presso le sedi di Milano e Roma della Soc. Coop. “New Labor”, società associata al “consorzio Kalos”. E’ stata la denominazione del consorzio – “Kalos” (rivelatosi vittima delle attività criminali poste in essere dalla ‘ndrina Tegano, attraverso le imposizioni estorsive dimostrate nel tempo), che secondo la filosofia della Grecia classica indicava il mito del “bello” e dell’estetica – a fornire l’occasione per denominare l’operazione di stamane Operazione “Agathos”. Il mito del “Kalos kai Agathos” è, secondo Platone, il luogo del pensiero dove il bello ed il giusto – l’”Agathos”, appunto – si incontrano. Il luogo dove la bellezza diviene Giustizia!

    Le indagini: Le vicende oggetto delle investigazioni culminate negli arresti di stamane hanno permesso incontrovertibilmente alla Squadra Mobile di Reggio Calabria di disvelare una delle fonti reddituali principali della ‘ndrina Tegano. Fonte reddituale – costituita, come è stato dimostrato, dal controllo assoluto e capillare della “New Labor”, associata al “consorzio Kalos” – che, ad un tempo, ha garantito per anni, e continua impunemente a garantire tuttora, sia un costante afflusso di capitali “monetizzabili” ed immediatamente impiegabili per la consorteria latu sensu (e per ciascuno degli esponenti dei vertici decisionali della ‘ndrina Tegano), sia il controllo del territorio sul quale quest’ultima “regna” da decenni sovrana: Reggio Calabria. Ciò conferma, ancora una volta, che le cosche reggine hanno raggiunto elevati livelli organizzativi grazie ai quali gestiscono ingenti risorse economiche e controllano rilevanti settori economici, tra cui, soprattutto, quello dei pubblici appalti e delle imprese che li gestiscono; e ciò attraverso meccanismi raffinati e collaudati che consentono anche di assicurare rilevanti erogazioni di denaro proveniente da pubbliche commesse – nella fattispecie la Società Trenitalia e le società ad essa collegate – e mediante una fitta rete di rapporti imprenditoriali in diversi settori, tra cui, certamente, anche quelli della gestione dei trasporti. La vicenda, collocata pertanto nel giusto contesto, finisce per diventare esemplare spaccato della gestione mafiosa del territorio: ogni attività economica viene capillarmente “monitorata” dalla cosca operante nella zona e tale monitoraggio conduce inevitabilmente a ingenti e sistematiche erogazioni di danaro, sotto forma di corresponsioni mensili di tangenti vere e proprie (nel caso di specie, non meno di 20 mila euro al mese) che vedono protagonista e soggetto attivo la ‘ndrina Tegano tout court – e, quindi, i suoi vertici e le sue strutture operative – e soggetto passivo la Soc. Coop. “New Labor”, società associata al “consorzio Kalos” – e, quindi, con ruoli e funzioni che saranno descritte, i suoi quadri dirigenti. Parallelamente a tali erogazioni di danaro versate mensilmente agli esponenti di vertice della ‘ndrina Tegano da parte dei quadri dirigenti della suddetta “Kalos”, la Polizia di Stato ha documentato il controllo asfissiante – e certificato dagli esiti delle investigazioni per cui si procede – della ‘ndrina Tegano sulle assunzioni e sui reclutamenti della “New Labor-Kalos”: un ingegnoso ed efficacissimo sistema di controllo “sociale” di vaste aree della popolazione. Popolazione, quella reggina, che aspira da decenni ad un impiego “stabile” e potenzialmente duraturo. Ed è su tale necessità occupazionale che ha fatto leva, per anni, la suddetta cosca rendendosi responsabile di spregevoli ricatti al fine di ottenere la disponibilità di “manovalanza” disposta a fornire appoggio e disponibilità, con le modalità più eterogenee, ai vertici della cosca Tegano ricambiando ad essa il “favore di un posto di lavoro”. Le investigazioni – che costituiscono la prosecuzione di quelle che il 26 aprile di quest’anno hanno permesso la localizzazione e la cattura, in Contrada Batìa di Terreti, del boss Giovanni Tegano e di cinque suoi favoreggiatori – hanno dimostrato che l’omonima ‘ndrina Tegano si avvale, nel tenere sotto scacco la Città di Reggio Calabria, delle seguenti metodologie e modus operandi:

    riunioni mafiose per disporre la spartizione dei territori, la predisposizione dei meccanismi di sfruttamento della potenzialità economiche;
    rapporti personali tra gli associati e gli affiliati alle cosche federate, evidenziate nel corso delle suddette investigazioni;
    sfruttamento del sistema economico-imprenditoriale, sia mediante continuative attività di controllo strutturale delle imprese, sia attraverso continuative imposizioni estorsive consistenti nell’imposizioni di tangenti mensili, di importo non inferiore a 20.000,00 €uro, documentate in numerose circostanze attraverso servizi operativi svolti sia a Reggio Calabria che a Roma. I suddetti quadri dirigenti del consorzio (consorzio di fatto sottoposto al controllo dei vertici della cosca della ‘ndrangheta) erano costretti a versare mensilmente non meno di 20 mila euro per ottenere la “tranquillità” nella gestione dell’attività commerciale e dei rapporti con Trenitalia.
    procurata inosservanza di pena nei confronti del latitante Giovanni Tegano.

     

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