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    Auto con armi e bomba, coinvolto uomini dei servizi

     

     

    Auto con armi e bomba, coinvolto uomini dei servizi

    21 set 10 Giovanni Zumbo, il commerciante reggino gia' detenuto perché arrestato nell'operazione Crimine condotta nel luglio scorso dalle Dda di Reggio Calabria e Milano, è il personaggio centrale dell'inchiesta sul ritrovamento della Marea imbottita di armi e esplosivo a Reggio Calabria il giorno della visita del Presidente della Repubblica. L'inchiesta ha portato al fermo di Demetrio Domenico Praticò, di 49 anni, accusato avere detenuto le armi e l'esplosivo trovate a bordo della Marea. Per la stessa vicenda é stato già condannato a due anni di reclusione un carrozziere Francesco Nocera, che avrebbe portato l'automobile nel punto in cui fu trovata dai carabinieri. Ma sono ancora tanti i misteri ed i punti oscuri che circondano questa vicenda. Il più importante dei quali riguarda il ruolo svolto nella vicenda da Giovanni Zumbo, ex collaboratore dei servizi segreti. In particolare, il commerciante, secondo quanto riferito dall'Aisme (l'ex Sismi) in una nota trasmessa alla Dda di Reggio Calabria, "risulta essere stato 'persona in contatto' con dipendente struttura periferica di quest'agenzia dal dicembre del 2004 al 31 dicembre del 2006". Fu Zumbo, tra l'altro, con una telefonata fatta all'appuntato dei carabinieri Roberto Roccella, a fare trovare l'automobile con le armi e l'esplosivo il giorno della visita del presidente Napolitano. Significativi sono anche i rapporti di Zumbo con ambienti della politica. A parlarne, con i magistrati della Dda reggina, é stato il colonnello Valerio Giardina, ex responsabile del Ros di Reggio Calabria. "Ho conosciuto Zumbo - ha detto Giardina nella sua deposizione - quando ero comandante del Ros di Reggio Calabria. Mi interessai a lui in quanto mi fu detto che era intraneo ad un ambiente politico-massonico nell'ambito del quale potevano aprirsi interessi investigativi. All'epoca, inoltre, Zumbo lavorava nella segreteria dell'on.Alberto Sarra, per noi soggetto di interesse investigativo. Tuttavia l'incontro, dal mio punto di vista, non fu positivo perché Zumbo mi sembrò ignorare l'identità e le funzioni di soggetti posti in posizione strategica nei contesti criminali investigati". In realtà i suoi veri rapporti Zumbo li avrebbe intrattenuti con i boss della 'ndrangheta Giuseppe Pelle e Giovanni Ficara, che sarebbero stati i suoi referenti ed ai quali il commerciante avrebbe fornito informazioni riservate che otteneva grazie ai suoi rapporti con servizi e forze dell'ordine. Rapporti sui quali la Dda di Reggio Calabria sta effettuando i necessari approfondimenti, così come sul ruolo svolto complessivamente da Zumbo. La Dda, in questo senso, va oltre ed ipotizza che Zumbo possa essere stato manovrato da entità al momento sconosciute. Lo scrive a chiare lettere nelle conclusioni del provvedimento di fermo emesso contro Praticò. "Zumbo - sostengono i magistrati - non può avere agito da solo ma, al contrario, non può che essere stato incaricato da qualcuno, alla cui volontà lo stesso Zumbo non può fare a menò di adeguarsi, interessato a entrare in rapporto con i boss Giovanni Ficara e Giuseppe Pelle anche a costo di vanificare le più importanti indagini dei carabinieri contro la 'ndrangheta. E questo, peraltro, in un periodo come l'attuale in cui a Reggio Calabria e nella provincia si verificano fatti delittuosi di estrema gravità". Di "messinscena", facendo riferimento al ritrovamento dell'auto con armi ed esplosivo, ha parlato il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone. "Lo scopo di Zumbo - ha detto Pignatone - era di addebitare la responsabilità della collocazione della vettura al pregiudicato Pino Ficara, cugino del boss Giovanni Ficara, che era suo amico, a causa di pesanti contrasti tra i due Ficara per la conduzione degli 'affari' della cosca omonima. Si è trattato di un autentico depistaggio".

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