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    A Laino, lenzuola alle finestre contro il furto della Madonna

     

     

    A Laino, lenzuola alle finestre contro il furto della Madonna

    12 set 10 Continua, a Laino Borgo, la sofferta attesa che la statua della Madonna delle Cappelle, trafugata dall’omonimo Santuario nella notte del 1° settembre scorso, venga restituita. Un’attesa che diventa ancor più difficile in virtù dell’avvicinarsi dei festeggiamenti in onore della Vergine, in programma ogni terza domenica di settembre. Festeggiamenti ai quali si è dato l’avvio oggi, 12 settembre, con la tradizionale processione durante la quale la Madonna delle Cappelle avrebbe dovuto raggiungere, dal Santuario (a pochi km dallo svincolo autostradale di Laino) la Chiesa madre nel cuore del piccolo borgo cosentino. Al suo posto, i fedeli hanno trasportato a braccio la statua della Vergine Addolorata della Chiesa di S. Maria la Greca, una delle tante graziose Cappelle che costellano il borgo. La statua indossava sia la preziosissima corona, maestrìa dell’orafo calabro Spadafora, benedetta, anni or sono, unitamente alla statua della Madonna delle Cappelle, da Papa Wojtyla, che il pregiato abito tessuto d’oro. E poche ore prima della processione, a fianco del volantino sulla ‘lauta ricompensa’ agli eventuali informati sui fatti, sottoscritto, qualche giorno fa, dal Sindaco di Laino Borgo e dal Parroco, ne è comparso un ennesimo, questa volta a firma di comuni cittadini, che invitava tutti ad accogliere in paese la Madonna ‘ammazzata dai tentacoli della malavita’, esponendo alle finestre lenzuola bianche, simbolo di ‘solidarietà e legalità’ nonché rottura del ‘silenzio e del pregiudizio’ che avrebbero avvolto la piccola comunità, a margine dell’indegno furto. ‘Le lenzuola – recita ancora il volantino – come urlo di dolore e bandiera di speranza per il sacrilegio’ di cui la piccola cittadina di Laino si è resa, suo malgrado, protagonista. Detto-fatto. Giusto il tempo di leggere il volantino e Laino Borgo si è tinta di bianco: da ogni finestra, balcone, terrazza sventolava un lenzuolo, mentre la fiumana di gente in processione, procedeva lenta e più mesta del solito, lungo le vie dell’abitato. Toni accesi, quelli degli anonimi autori dell’iniziativa, che denunciano ‘silenzi’ e ‘ pregiudizi’, quasi a sollecitare chi potrebbe sapere ad uscire dal proprio guscio e tutti gli altri a non prestare attenzione alle tante voci che si rincorrono nel borgo e che rischiano solo di alimentare un clima alieno da ciò che la festa della Madonna delle Cappelle ha sempre generato: un’atmosfera profondamente mistica grazie alla quale Laino Borgo ha sempre saputo risollevarsi, cosa che riuscirà a fare anche a margine del furto della sua amata Madonna.

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