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    Ex amministratore ci scrive "A Corigliano operazione Santa Tecla vada in fondo"

     

     

    Ex amministratore ci scrive e confessa "A Corigliano ho avuto paura, ma esiste gente onesta, l'operazione Santa Tecla vada fino in fondo"

    08 set 10 In uno scritto carico di sofferenza un ex amministratore della citta' di Corigliano prende il coraggio a due mani e ci scrive un'accorata lettera, che contiene passaggi molto forti, affermando quello che tanti sanno e conoscono: a Corigliano il malaffare ha fatto e fa il bello e cattivo tempo, gli amministratori onesti esistono, l'operazione Santa Tecla vada sino in fondo. E' insopportabile sentire falsi paladini ergersi a difensori di una situazione insostenibile. Ricordiamo che il Prefetto di Cosenza, Reppucci, inoltre, sta valutando, alla luce degli atti ricevuti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, di insediare una commissione d'accesso antimafia al comune di Corigliano. Questo il testo integrale della missiva:

    Egregia Redazione, ho deciso di scrivervi dopo diverse ore di sofferenza. Sofferenza per quello che sto leggendo dall’inizio di questa “folle” estate che ha turbato la nostra città. Corigliano: è in una parte antica di questa città che sono nato e dove la mia famiglia è vissuta. Sofferenza per quello che tutto sta emergendo e su quello che ancora verrà fuori dall’inchiesta giudiziaria, ma anche per le insinuazioni che mi trovo costretto a leggere e per la riapertura di ferite che pensavo appartenessero ad un passato destinato a non tornare mai più.
    Premetto che queste mie poche righe, in forma anonima per le ragioni che le esporrò, ho deciso di inviarle, oltre alla sua testata apertamente schierata a favore della legalità, anche ai quotidiani. Ma soprattutto ho deciso di inviare un mio scritto, fornendo ulteriori particolari sul mio vissuto, sulla mia persona, ai Carabinieri ed alla Procura della Repubblica.
    Negli anni ottanta e novanta ho svolto attività politica ed amministrativa in un partito della vituperata “prima repubblica” travolto e mai più risorto. Non sono mai stato un disonesto, non mi sono arricchito. Posso solo rimproverarmi di avere avuto paura. Perché anche io sono un uomo. Da allora ho abbandonato la politica attiva, preferendo dedicarmi alla mia professione. Ma oggi che leggo il processo ad una intera classe politica da parte di sedicenti paladini del centro storico che si ergono a tutori dell’attuale sindaco indagato per mafia proprio non ce la faccio più a trattenermi.
    È vero, la mafia a Corigliano è sempre esistita. Ha sempre condizionato l’operato del Comune. Gli appalti e non solo. Ma non accetto che una intera classe politica venga additata come collusa e disonesta. Io ho avuto paura, sono rimasto disgustato di quello che ho visto. Eppure ho lavorato con impegno. Ma non mi sono arricchito. E non è assolutamente vero che tutti hanno fatto peggio l’uno rispetto all’altro. Ho avuto il privilegio, e posso dirlo con orgoglio dopo circa vent’anni, di aver contribuito ad una stagione che ritengo tra le più belle (e difficili) della nostra città, quella degli anni Novanta. In quel contesto ci scontrammo con palazzinari della peggiore specie, abusivisti incalliti, delinquenti, mafiosi. Io stesso (e di questo ne scrivo nella mia comunicazione alle Autorità) venni “avvertito” oralmente, come altri esponenti politici del tempo, di farci da parte. “Dovete fare quello che diciamo noi”, mi disse una persona del clan Carelli. In quegli anni veniva arrestato Santo Carelli e il Sindaco era Giovanni Pistoia, che posso definire senza timore di smentita l’unico Sindaco antimafia che Corigliano abbia mai avuto. In quella breve esperienza amministrativa (il malaffare sta ovunque, a destra come a sinistra) vennero arrestati delinquenti, il Sindaco depose al processo “Galassia”, le manifestazioni antimafia erano all’ordine del giorno. Un criminale avvicinò me ed un altro “collega” di quell’amministrazione minacciandoci, dopo un comizio contro la mafia del Sindaco dell’epoca a Piana Caruso, che la mafia era pronta ad uccidere quel Sindaco. E l’ordine sarebbe partito da Santo Carelli in persona. E che tutti noi dovevamo temere per le nostre vite se continuavamo a dare fastidio. Poi, l’amministrazione cadde per i capricci dei partiti, ma questa è un’altra storia. Questo fatto lo tenni per me, da codardo, e me ne vergogno, insieme ad altri due-tre amici di quella stagione umana e politica.
    Sono indignato, alla luce della mia esperienza che ho deciso di rendere pubblica solo ora e di darne notizia agli organi preposti (ma i mafiosi ben conoscono i loro “amici” dai loro “nemici”, e quindi potranno confermare ai giudici). Io ho amato Corigliano, come quel Sindaco che pure era comunista e come altre persone, anche del mio partito, che negli anni Novanta hanno svolto attività politica in modo trasparente. Persone serie, con i loro difetti sicuramente, ma non trasversali o collusi. Se lo ricordino quanti oggi tentano di buttare al macero tutti quanti hanno fatto politica. Io stesso mi sono occupato anche del Prg, dei regolamenti comunali, e non ho mai ragionato col malaffare. Ben vengano allora le inchieste giudiziarie, chi è onesto non ha nulla da temere. Ma taluni non tentino di riscrivere la storia a proprio uso e consumo. I coriglianesi sappiano che c’è stata anche gente onesta, come il sottoscritto, come altre persone insieme alle quali si sono condivise esperienze di governo, che con la politica ci hanno solo perso. Ma hanno mantenuta alta la bandiera dell’etica e della morale.

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