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    Denuncia di Ance Calabria: gia' persi 5000 posti nel 2010

     

     

    Denuncia di Ance Calabria: gia' persi 5000 posti nel 2010

    25 ott 10 "La crisi ha colpito in modo pesante il settore delle costruzioni e se gia' il 2009 era stato un anno difficilissimo, il 2010 per le imprese calabresi si prospetta ancora peggio. I dati in nostro possesso ci evidenziano, come entro la fine dell'anno, in Calabria, avremo perso rispetto al 2009 oltre il 17% in termini di investimenti nel settore con un calo dell'occupazione che i riporta i livelli del settore ad oltre 15 anni fa". Lo ha detto, nel corso di una conferenza stampa, Francesco Cava, presidente regionale dall'Ance, l'associazione nazionale costruttori. "La crisi - ha spiegato - ha, infatti, espulso dal mercato del lavoro in edilizia circa 5 mila lavoratori nel 2009 (ed i dati del primo semestre 2010 confermano questa tendenza drammaticamente negativa). 1.400 sono le imprese che si sono cancellate dai registri camerali. Forte e' stata la riduzione sia del numero (-27%) che del valore ( -64% ) dei bandi di gara per lavori pubblici. Questi numeri cosi' negativi assumono una rilevanza particolarmente significativa per la regione Calabria poiche' riferiti ad un settore, come quello delle costruzioni, che, da solo, rappresenta il 30% del Pil. Il 2011 - ha detto ancora Cava - - non si prefigura migliore, anzi, l'assenza di interventi anticiclici e la mancata programmazione per lo sviluppo, rischiano di aggravare ulteriormente una crisi gia' profonda. Problematiche di carattere nazionale (fisco, patto di stabilita', grandi opere) che unite alle problematiche specifiche della Calabria (pagamenti alle imprese interventi anticrisi,risorse comunitarie) fanno una miscela talmente esplosiva per la stessa tenuta sociale della regione. Questi i motivi che hanno costretto l'Ance calabrese - ha spiegato - a convocare l' odierna conferenza stampa alla quale, sulla base delle risposte che si riceveranno, potrebbe seguire una mobilitazione degli Stati generali delle costruzioni. Si tratta, purtroppo, - ha fatto rilevare - di problemi e preoccupazioni che l'Ance calabrese da oltre un anno sta sottoponendo ai naturali interlocutori istituzionali, in primis la Regione, senza pero' ricevere adeguate risposte con il conseguente aggravarsi della situazione". Cava ha evidenziato che "da oltre 2 anni si attende l'entrata in vigore del piano casa. Tra discussioni, rinvii e polemiche - ha spiegato - la Regione ha subito anche l'onta del commissariamento su questo tema. Nell'estate scorsa, dopo una concertazione con le categorie molto proficua, e' stato licenziato un testo che pero' ora viene nuovamente richiamato in Consiglio regionale per proposte di modifiche oltre che per la proroga della sua entrata in vigore. Come dire: in Calabria non vi sono certezze neanche di fronte a fatti normativi e ad approfondite condivisioni istituzionali". "Quale funzione anticrisi - ha chiesto - potra' svolgere uno strumento come il Piano Casa se i ritardi non ne consentono l'avvio?". Situazione analoga per quanto riguarda l'edilizia sociale: "E' un intervento - ha detto cava - anch'esso al momento bloccato con una duplice valenza: si rivolge alle imprese per la realizzazione di alloggi sociali e soddisfa i bisogni abitativi dei cittadini delle fasce piu' deboli. Il Bando delle scorso anno e' stato pero' revocato, gli interventi non sono stati avviati ed, aldila' delle motivazioni che ne hanno determinato la scelta, il risultato e' che anche questo intervento non e' partito (oltre 120 milioni di euro fermi). E intanto deve essere emanato anche il nuovo bando". Cava ha poi ricordato che Ance aveva proposto un piano di piccole e medie opere " sulla scorta sia delle risorse stanziate dal governo centrale sia chiedendo risorse regionali dedicate. La Regione aveva stanziato - ha detto - gia' nel 2009 - 50 milioni di euro di risorse proprie su questa misura di cui si sono perse le tracce. Era ed e' un piano in grado di rimettere in moto l'edilizia, soprattutto per le piccole imprese, ed aveva ed ha il vantaggio di avviare piccole opere immediatamente cantierabili". Ma la nota piu' dolente del rapporto con la Pubblica Amministrazione riguarda i pagamenti. "I ritardi, soprattutto in edilizia, superano in Calabria - ha lamentato il presidente dei costruttori - i due anni con gravi ripercussioni sulla tenuta del sistema delle imprese. Il valore assoluto del rapporto finanziario Regione/imprese e' simile se non superiore a quello riferibile alla Sanita'. Recentemente l'Europa ha approvato la Direttiva sui pagamenti che deve essere recepita in Italia. La Regione Calabria - ha aggiunto - aveva anticipato le indicazioni europee con una proposta di Legge regionale che fissava tempi e procedure per i pagamenti alle imprese (Sanita' esclusa) che pero' - dopo circa 2 anni - e' persa nei meandri della politica e della burocrazia regionale. Il patto di stabilita' e' un vincolo ma la sopravvivenza delle imprese e' fondamentale per una regione in ritardo di sviluppo come la Calabria! Alle buone intenzioni non sempre sono seguite azioni concrete di attuazione degli interventi. Per questo motivo - ha concluso - i costruttori dell'Ance calabrese hanno deciso di dire basta a questa situazione che sta lentamente portando l'edilizia ai margini dello sviluppo".

     

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