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    Bombe a Di Landro fatte in casa. Cortese prendeva kalashnikov in Austria

     

     

    Bombe a Di Landro fatte in casa. Cortese prendeva kalashnikov in Austria

    21 ott 10 Due bombe costruite a casa modificando bombole del gas riempite di chiodi e bulloni. Sono quelle che sono state utilizzate per compiere il 3 gennaio ed il 26 agosto scorsi gli attentati, rispettivamente, contro la Procura generale di Reggio Calabria e l'abitazione del Procuratore generale, Salvatore Di Landro. Lo ha riferito ai magistrati della Dda di Reggio Calabria il pentito di 'ndrangheta Consolato Villani. A costruire le bombe e' stato l'armiere della cosca, Antonio Cortese, fermato ieri dalla polizia. "Cortese - ha detto Villani - costruiva le bombe a casa sua utilizzando bombole del gas". Villani ha detto anche di avere compiuto insieme a Cortese nel 2007, su incarico del boss Antonino Lo Giudice, anch'egli collaboratore di giustizia, un attentato contro una pescheria. "In quell'occasione - dice il pentito - utilizzammo una bomba che era stata costruita personalmente da Cortese. Lui comprava una bombola, la svuotava del gas e poi la riempiva di polvere da sparo, chiodi, bulloni e tutte le cose che servono per costruire un bomba. Secondo il pentito, Cortese è stato il responsabile di diversi attentati dinamitardi messi in atto su ordine del capo della cosca, Antonino Lo Giudice.

    Cortese esegue ordini come un bambino. "Antonio Cortese esegue gli ordini come un bambino, che prendete dalla mano e lo portate al parco per comprargli un gelato". E' la descrizione che il pentito di 'ndrangheta Consolato Villani fa ai magistrati della Dda di Reggio Calabria dell'esecutore degli attentati ai magistrati reggini fermato ieri al confine con la Slovenia mentre rientrava in Italia dalla Romania. La dichiarazione di Villani è riportata nel provvedimento di fermo a carico di Cortese emesso il 14 ottobre scorso dalla Dda di Reggio Calabria e firmato dal Procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, insieme al procuratore aggiunto, Michele Prestipino, ed ai sostituti Giuseppe Lombardo, Marco Colamonici e Beatrice Ronchi. "Fa quello che gli viene detto - dice ancora Villani facendo riferimento a Cortese - e in materia di bombe ha una grande esperienza".

    Kalashnikov presi in Austria. I magistrati sostengono che ''Antonio Cortese ha eseguito attentati dinamitardi anche su incarico del fratello di Antonino Lo Giudice, Luciano, e, unitamente a quest'ultimo, si è recato in Austria a prelevare un notevole quantitativo di armi pesanti, circa una trentina, tra cui kalashnikov a colpo singolo". Antonio Cortese, secondo il boss pentito di 'ndrangheta Antonino Lo Giudice, non soltanto eseguiva gli attentati per conto della cosca, tra cui quello alla Procura generale ed all'abitazione del Procuratore generale Di Landro, ma provvedeva a reperire le armi per il suo gruppo criminale. Nel provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Reggio Calabria a carico di Cortese si fa riferimento alle dichiarazioni di Antonino Lo Giudice ed a quanto riferisce il boss pentito a proposito del ruolo di Antonio Cortese all'interno del gruppo criminale

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