NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    La Calabria ricorda Fortugno. Alfano e Fini a Locri

     

     

    La Calabria ricorda Fortugno. Alfano e Fini a Locri depongono una corona sotto la stele. Messaggio di Napolitano

    16 ott 10 Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ed il Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, hanno deposto due distinte corone di fiori sulla stele che ricorda Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso cinque anni fa a Locri. Alla cerimonia era presente la vedova di Francesco Fortugno, Maria Grazia Laganà, ed i figli. Hanno partecipato anche i presidenti della Giunta e del Consiglio regionali, Giuseppe Scopelliti e Franco Talarico, insieme a parlamentari, sindaci ed esponenti politici calabresi. Prima dell'inizio della cerimonia l'on. Maria Grazia Laganà ha detto che "anche cinque anni dopo la morte di Franco, la memoria è importante. Serve per riportare alla luce il problema giovanile in modo particolare perché dopo il delitto ci fu la rivolta delle coscienze di molti ragazzi calabresi. Bisogna continuare le indagini per scoprire i mandanti dell'omicidio di Franco. Io l'ho chiesto anche dopo la sentenza di primo grado. Ora è il momento giusto visto che c'é quest'aria di collaborazione". All'esterno di Palazzo di Nieddu Del Rio, dove avvenne l'omicidio, c'erano numerosi giovani e studenti. C'era anche una delegazione di ragazzi provenienti da Palermo che indossavano una maglia con la scritta "Un intero popolo che non paga il pizzo è libero".

    Messaggio di Napolitano. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella ricorrenza del V anniversario dell'omicidio del Vice Presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, ha inviato alla moglie, Maria Grazia Laganà, un messaggio di commosso omaggio alla memoria del marito "che ha pagato con la vita la sua attività al servizio delle Istituzioni". "L'iniziativa di commemorare Franco Fortugno- si legge nel messaggio- costituisce occasione per riaffermare l'impegno di tutti i soggetti istituzionali, di tutte le forze politiche e sociali contro la pervasiva presenza di sodalizi criminali, le cui strategie si insinuano nella società, minandone la vita democratica, la coesione e il progresso. A questo impegno comune occorre affiancare una costante azione di diffusione della cultura della legalità. Accrescere, soprattutto nelle nuove generazioni, la consapevolezza dell'importanza del rispetto delle regole della convivenza civile, con il rifiuto e la denuncia di ogni forma di violenza e di sopraffazione, contribuisce a dar forza all'azione di contrasto di quei fenomeni e a favorire quella vasta mobilitazione civile di cui ha bisogno il Paese per vincere la lotta contro tutte le mafie". Il Capo dello Stato, nel rinnovare alla signora Laganà e ai figli, i "sentimenti di partecipe e solidale vicinanza", ha rivolto un caloroso saluto al Sindaco di Locri, e a tutti i presenti alla odierna cerimonia in ricordo di Francesco Fortugno.

    ''Francesco Fortugno deve essere sentito come un cittadino d'Italia''. Lo ha detto il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, a Locri nel corso del convegno ''Legalita' e...'' nell'ambito delle iniziative per il quinto anniversario dell'omicidio di Fortugno. ''Ogni volta che un cittadino viene ucciso dalla mafia - ha aggiunto - sia esso di destra o di sinistra, diventa un martire. Non esistono infatti vittime di serie A o serie B ed e' per questo che Fortugno deve essere considerato come un cittadino d'Italia, come un padre. Dando memoria a queste vittime si ha un modo per contrastare la criminalita'''
    ''Non avvicinatevi mai alle istituzioni e alla politica per chiedere favori''. E' questa la risposta del presidente della Camera Gianfranco Fini ad un ragazzo di Locri che gli chiedeva che cosa serve ai giovani per avvicinarsi alla politica. ''Leggi, fatti un'idea sugli argomenti - ha aggiunto - e vedrai che non sarai tu a cercare la politica ma sara' la politica ad avere bisogno di te''.
    ''Uno dei problemi del sud e' l'abitudine distillata nel tempo che e' quella di chiedere e 'bussare'''. Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, stamani a Locri rivolgendosi ai giovani presenti alla manifestazione nel quinto anniversario dell'omicidio di Francesco Fortugno. ''Non dovete chiedere nulla - ha aggiunto - e dovete far vedere quello che sapete fare. La politica non deve considerarvi come potenziali clienti ma come elettori o come coloro che condividono un'idea''. ''Le istituzioni devono garantire a tutti i giovani - ha concluso Fini - di partire alla pari. Una politica nazionale deve rimuovere infatti ogni disparita'''.
    Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, parlando dei temi della legalita' a Locri e rivolgendosi ad una platea composta principalmente da studenti provenienti da tutta Italia, ha detto: ''dovete ragionare con la testa''. ''Alle prossime elezioni - ha aggiunto - se qualcuno vi dice 'dammi il voto, che poi ci penso io a te, voi non votatelo perche' cosi' sarete liberi da ogni forma di condizionamento''.

    ''E' passato un lustro dall'omicidio di Francesco Fortugno e ancora una volta a nome mio e dell'Assemblea di Palazzo Madama invio il mio commosso pensiero a Te e a tutti coloro che lo hanno amato e apprezzato. La sua uccisione, ingiusta e terribile, ha pero' rappresentato un momento di svolta nei rapporti tra societa' civile e criminalita' organizzata''. Lo afferma il Presidente del Senato, Renato Schifani, nel messaggio inviato all'Onorevole Maria Grazia Lagana', vedova del Vice Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, Francesco Fortugno, assassinato a Locri il 16 ottobre 2005. ''La sua vita e il suo insegnamento - prosegue il Presidente del Senato - hanno saputo diventare il simbolo di tante speranze sopite che, sono certo, apriranno i giovani alla giustizia, alla responsabilita' e alla solidarieta' contro ogni forma di prepotenza, per affermare la forza del diritto e della vita sulla violenza mafiosa. Nessuna lotta alle mafie puo' essere vinta dalle sole forze della Magistratura e della Polizia: il crescente e coraggioso contributo della popolazione e dei giovani in particolare, il nostro desiderio di un mondo piu' giusto dove nessuno ha il diritto di minare il diritto alla liberta' e alla serenita' delle coscienze, sara' - conclude il Presidente Schifani - la linfa della prossima, certa, strada di riscatto dalla prevaricazione mafiosa nel ricordo che oggi portate di Lui''.

    Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano considera "importanti i risultati della giustizia che - ha detto – ha saputo individuare, anche se non a titolo definitivo, i responsabili del delitto. Alcuni di loro si trovano al regime carcerario del 41 bis e questo è un messaggio importante per tutto il territorio della Calabria". "Le cosche della 'Ndrangheta devono sapere che lo Stato è presente e vincente - ha detto ancora Alfano, e lo Stato – ha aggiunto Alfano – reagisce e reagirà duramente a tutti gli attacchi della criminalità organizzata che quindi dovrà considerare sconveniente mettersi contro lo Stato". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso del convegno "Legalità e..." nell’ambito delle iniziative per l'anniversario dell’omicidiodel vicepresidente del consiglio regionale ha dichiarato: "Francesco Fortugno deve essere sentito come un cittadino d’Italia. Ogni volta che un cittadino viene ucciso dalla mafia – ha aggiunto – sia esso di destra o di sinistra, diventa un martire. Non esistono infatti vittime di serie A o serie B ed è per questo che Fortugno deve essere considerato come un cittadino d’Italia, come un padre. Dando memoria a queste vittime si ha un modo per contrastare la criminalità".

    Cinque anni fa l'omicidio. Cinque i colpi di pistola furono esplosi da distanza ravvicinata contro Fortugno, da un uomo a volto coperto. I fatti accaddero 16 ottobre del 2005 nell’androne di palazzo Nieddu, a Locri dove era stato allestito il seggio per le primarie dell’Unione che avrebbero designato Romano Prodi candidato alla presidenza del consiglio dei ministri. Fu ucciso così il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, esponente della Margherita. In Corso Vittorio Emanuele, nel centro cittadino di Locri, avrebbero agito forse in due, anche se uno solo avrebbe affrontato Fortugno. Ai funerali del consigliere regionale della Margherita partecipò anche l’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. La pista seguita dagli inquirenti ha portato quasi subito tra gli affari della sanità calabrese. Fortugno, infatti, era stato anche primario del pronto soccorso di Locri prima di essere eletto e si occupava dei problemi del settore sia da politico che da sindacalista. Al suo posto subentrò Domenico Crea, primo dei non eletti, finito in manette nel 2008 nell’ambito dell’operazione antimafia "Onorata sanità" che, tuttavia, non risulta indagato nelle indagini sull'omicidio dell'esponente politico. Dopo cinque mesi di indagine vennero individuati i presunti colpevoli dell’omicidio e nove persone finirono in manette nell’ambito dell’operazione denominata "Primavera": Vincenzo Cordì, 49 anni, Domenico Novella, 30, Antonio Dessì, 24 anni, Gaetano Mazzara, 42 anni, Salvatore Ritorto, 27 anni, Domenico Audino, 27 anni, Carmelo Crisalli, 26 anni, e Nicola Pitari, 27 anni, tutti di Locri. Ai primi quattro il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere. Per loro le accuse variano dall’associazione di tipo mafioso all’omicidio e alla rapina a mano armata. In particolare, Salvatore Ritorto è accusato di essere l’autore materiale dell’omicidio del dirigente della Margherita. Poco tempo furono arrestati anche Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, rispettivamente caposala ed infermiere in un ospedale di Locri, accusati di essere i mandanti dell’assassinio di Francesco Fortugno. Un’inchiesta complessa, tinta di giallo con il suicidio, il 15 ottobre 2007, del collaboratore di giustizia Bruno Piccolo, uno dei due pentiti che hanno permesso di arrestare i presunti mandanti dell’assassinio. Il 2 febbraio 2009 la sentenza di primo grado nel processo per la morte di Fortugno condanna all’ergastolo gli imputati ritenuti esecutori materiali: Alessandro e Giuseppe Marcianò, Salvatore Ritorto e Domenico Audino. La prossima udienza d el processo di appello è fissata per il 25 ottobre.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © dal 2004 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore