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    Si e' pentito il boss Lo Giudice "Ho organizzato gli attentati alla Procura e a Di Landro"

     

     

    Si e' pentito il boss Lo Giudice "Ho organizzato gli attentati alla Procura e a Di Landro" e fa trovare 11 kalashnikov

    15 ott 10 "Lo Giudice si è accusato di gravi reati ed ha anche affermato di essere l'organizzatore degli attentati alla Procura generale, all'abitazione del Procuratore generale di Reggio e di avere fatto collocare un bazooka nei pressi degli uffici della Procura della Repubblica". Così il procuratore capo della DDA di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone dopo che il boss della 'ndrangheta Antonino Lo Giudice, di 51 anni, ha deciso di collaborare con la giustizia incontrandolo ieri nel carcere di Rebibbia, a Roma. Dopo l'incontro il boss è stato trasferito in una struttura di sicurezza. ''Antonino Lo Giudice -ha aggiunto Pignatone- ha chiesto di collaborare con la giustizia. Questi atti sono già stati trasmessi alla Dda di Catanzaro per le sue valutazioni". Pignatone ha riferito anche che "nella notte, su indicazioni dello stesso Lo Giudice, sono state ritrovati e sequestrati dalla polizia 11 kalashnikov. I kalashnikov, secondo quanto riferito da Lo Giudice, rappresentavano l'arsenale della cosca ed erano stati lasciati in un'armeria di Reggio Calabria per evitare che, se detenuti dagli affiliati al gruppo criminale, fossero trovati dalla polizia in occasione di perquisizioni. La polizia sta adesso verificando la posizione del titolare dell'armeria per accertare se fosse consapevole del fatto che gli 11 kalashnikov che aveva avuto in consegna rappresentassero l'arsenale della cosca Lo Giudice. I mitra sono stati sequestrati e saranno sottoposti adesso a perizia balistica per accertare se sono stati utilizzati in qualche omicidio di 'ndrangheta. Sulla base della rivelazioni di Antonino Lo Giudice sono scattate, inoltre, tutta una serie di perquisizioni in occasione delle quali e' stato sequestrato materiale ritenuto utile per i possibili sviluppi delle indagini. Successivamente si è anche proceduto all'interrogatorio di Luciano Lo Giudice, fratello di Antonino, che si è avvalso della facoltà di non rispondere"

    La scheda: Era stato fermato dalla Squadra mobile di Reggio Calabria il 7 ottobre, sulla base delle accuse di quattro pentiti, Antonino Lo Giudice, il boss della 'ndrangheta che ha riferito di essere l'organizzatore degli attentati a Reggio alla Procura generale ed all'abitazione del pg Salvatore di Landro e di avere fatto trovare un bazooka davanti la sede della Dda. Due dei pentiti che hanno fatto le dichiarazioni d'accusa contro Lo Giudice, Consolato Villani e Roberto Moio, hanno avviato da poco la loro collaborazione con la giustizia. Villani é un affiliato alla stessa cosca Lo Giudice. Moio, invece, è un elemento di spicco della cosca Tegano ed è nipote di Giovanni Tegano, il capo dello stesso gruppo criminale, arrestato nello scorso mese di aprile dopo molti anni di latitanza. Gli altri due pentiti che hanno accusato Lo Giudice sono Maurizio Lo Giudice, fratello di Antonino, e Paolo Iannò. La collaborazione di Lo Giudice e Iannò, comunque, è cominciata da alcuni anni e le loro dichiarazioni sono già state utilizzate in varie inchieste contro la 'ndrangheta. E' dalle rivelazioni di Villani e Moio, invece, che la Dda si attende elementi significativi che consentano di aprire nuovi scenari nelle indagini contro le cosche reggine della 'ndrangheta e sui suoi rapporti a tutti i livelli.

     

     

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