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    A Reggio 1200 delegati per la Settimana sociale della Cei

     

     

    A Reggio 1200 delegati per la Settimana sociale della Cei

    13 ott 10 L'Italia, in preda ad una crisi non solo economica che da tempo ''angustia'' la Chiesa cattolica - cosi' disse il cardinale Angelo Bagnasco qualche settimana fa al direttivo dei vescovi - puo' ripartire, e puo' farlo proprio a cominciare dal Sud, solo apparentemente anello debole del Paese. Ne sono convinti la Cei e i cattolici italiani, che si sono dati appuntamento da domani a domenica a Reggio Calabria per la 46/a Settimana sociale. Si', ''al Sud, proprio dove le sofferenze del Paese si manifestano in modo particolarmente acuto'', ha sottolineato nei giorni scorsi il presidente del Comitato organizzatore delle Settimane sociali e vescovo di Ivrea, Arrigo Miglio, e proprio nella citta' che attende a giorni l'arrivo dell'esercito a difesa dalla 'ndrangheta. Citta' che sara' nel frattempo pacificamente invasa dagli oltre 1.200 delegati provenienti dalle diocesi di tutta Italia. ''A tutela della societa' - aveva detto Bagnasco qualche giorno fa al Consiglio permanente dei vescovi - ci sono le forze dell'ordine, ma e' vile scaricare su di loro - disse pur senza riferirsi a situazioni specifiche come quella di Reggio - che meglio si risolve attraverso relazioni sociali vigili e coscienziose''. Ed e' proprio la ricostruzione delle relazioni sociali, a tutti i livelli, uno dei principali obiettivi della Settimana sociale, da oltre cento anni momento di presa di coscienza dei cattolici italiani e spesso punto di svolta nella politica nazionale, oggi piu' che mai al centro di una ''transizione bloccata''. Come un motore, hanno lasciato intendere i vescovi in varie occasioni, rimasto senza benzina, intesa come attenzione ai valori fondamentali: rispetto della vita, della famiglia, della dignita' delle persone, del diritto al lavoro. Crisi economica ma, da tempo sostiene la Chiesa, anche di valori e di modelli di autorita' e di partecipazione che hanno finito per emarginare proprio i cattolici piu' coerenti con la propria fede e molti laici in linea con una dottrina sociale sempre meno tradotta nella pratica dei fatti. Il tema del ''bene comune'', al centro dell'ultima Settimana sociale svolta nel 2007 a Pistoia e apparso negli ultimi anni stemperato tra indifferenza e retorica - ha osservato Miglio - ''si e' rivelato piu' che mai attuale e urgente, ma ha bisogno di essere declinato in rapporto ad alcuni problemi concreti del Paese''. Da qui il proposito di mettere insieme a Reggio Calabria ''un'agenda di speranza per il futuro del Paese'' con i ''cattolici nell'Italia di oggi'', come recita il titolo dell'incontro. Un'agenda da non sovraccaricare di troppe aspettative, ha detto Miglio, e che ''non ha la pretesa di trovare tutte le soluzioni, soprattutto quelle politiche''. L'intento, pero', e' chiaro, e non manchera', come in passato, di mostrare i propri frutti. Con la ''benedizione'' anche dell'Osservatore Romano, che una settimana fa sottolineava la valenza della Settimana sociale titolando: ''Il Paese che i cattolici vogliono ricostruire''. Questione di rapporti e di valori, ma anche di ''coesione nazionale'' - ha scritto in questi giorni anche il Messaggero di Sant'Antonio titolando ''Cattolici e politica, nuove leve cercasi'''- ''messa sempre piu' alla prova da spinte che vanno ben al di la' del federalismo''. Perche' l'Italia, insiste la Chiesa, puo' salvarsi solo tutta intera.

     

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