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    A Cariati 15 archeologi per gli studi su insediamenti antropici

     

     

    A Cariati 15 archeologi per gli studi su insediamenti antropici

    11 ott 10 “Studio topografico sugli insediamenti antropici antichi nel territorio della Comunità Montana Sila Greca”. È, questo, il titolo della campagna di ricognizione topografica diretta dal Prof. Armando TALIANO GRASSO, in atto, in questi giorni, nel territorio comunale. 15 studenti di Archeologia e Storia dell’Università della Calabria, a Cariati, alla scoperta del territorio. Obiettivo: ricostruire i paesaggi antichi e le dinamiche di occupazione dalla preistoria alla piena età moderna. Agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro e realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro nell’ambito di processi formativi. Sono, questi, gli obiettivi della convenzione stipulata dal Comune e dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’UNICAL per lo svolgimento dei tirocini di formazione ed orientamento. Perché Cariati? Come hanno dimostrato recenti censimenti (A. Taliano Grasso, La Sila Greca. Atlante dei siti archeologici, Gioiosa Jonica 2000; Id. (a cura di), Il Parco Archeologico di Cariati e Terravecchia, Soveria Mannelli 2005) l’area in questione, posta storicamente in una zona di confine tra la Sibaritide e la Crotoniatide, presenta ampie potenzialità archeologiche che talora hanno consentito la ricostruzione dei paesaggi antichi e delle dinamiche di occupazione dalla preistoria alla piena età moderna. «Particolare valore – ha dichiarato il Prof. TALIANO GRASSO- assumono in quest’area le testimonianze riconducibili alla fase brettia, tanto da farne una delle zone dell’attuale Calabria dove meglio è possibile cogliere taluni aspetti legati all’economia, al sistema insediativo e all’ideologia funeraria dei Brettii. Le prospezioni di superficie avranno la durata di tre settimane e per il loro espletamento saranno coinvolti laureandi e laureati del Corso di Laurea Magistrale in Archeologia e del Corso di Laurea triennale in Storia e Conservazione del Patrimonio Artistico e Archeologico dell’UNICAL, coordinati dal dott. Salvatore MEDAGLIA. Dal primo settore posto alla sinistra idrografica del fiume Nicà al secondo settore compreso tra i torrenti San Leo e San Cataldo. Questo il campo d’azione dei ricognitori che sotto la supervisione di un responsabile, procederanno nell’attività di ricognizione adoperando tutti gli strumenti comunemente utilizzati nella moderna ricerca in campo topografico. Ciascuna “unità” sarà documentata fotograficamente (talora graficamente, nel caso, ad esempio, di strutture murarie). Il monitoraggio delle evidenze territoriali conosciute, unitamente a quelle acquisite dalle ricognizioni, contribuirà alla redazione di una “Carta del Rischio Archeologico” che andrà allegata, quale tematismo, alla Carta archeologica propriamente detta. La Carta del Rischio, calibrata secondo gradi di “potenzialità” del rischio/impatto può costituire un valido strumento preventivo per la programmazione territoriale e potrà essere considerata una piattaforma aperta, da implementare nel tempo con i dati di nuova acquisizione».

     

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