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    Antifrode UE indaghera' su illeciti Why Not

     

     

    Antifrode UE indaghera' su illeciti Why Not

    06 ott 10 I presunti illeciti che potrebbero essere stati commessi in Calabria con l’utilizzo improprio di fondi europei, così come delineati nell’inchiesta “Why not”, sono finiti all’attenzione della squadra investigativa antifrode dell’Unione. Nella prossima settimana, infatti, secondo quanto si è appreso, componenti dell’Olaf (Ufficio europeo per la lotta antifrode) saranno a Catanzaro, per effettuare verifiche relative alla gestione dei fondi comunitari già oggetto dell’inchiesta, avviata anni fa dall’allora sostituto procuratore Luigi de Magistris, e relativa ad un presunto comitato politico affaristico che avrebbe avuto come scopo, appunto, quello della gestione illecita di fondi pubblici. Non è ancora certo da dove l’accertamento abbia preso spunto, e se, in particolare, possa essere riferito alla prima pronuncia giudiziaria che si è avuta a seguito dell’inchiesta “Why not”, lo scorso 2 marzo, quando il giudice dell’udienza preliminare ha deciso di condannare 8 imputati e assolverne altri 34, per quanto riguarda coloro che avevano chiesto i giudizio abbreviato, ed inoltre di rinviare a giudizio 27 persone (per le quali il processo è ancora in corso) e proscioglierne altre 28, per quanto riguarda quelli che avevano deciso di proseguire col rito ordinario. In quell’occasione gli stessi rappresentanti della pubblica accusa, i sostituti procuratori generali della Repubblica di Catanzaro, Massimo Lia ed Eugenio Facciolla, sottolinearono che “il giudice, pronunciandosi per le condanne ed i rinvii a giudizio in merito alla maggior parte delle contestazioni di abuso d’ufficio che abbiamo mosso, ha confermato la illegalità della gestione di molti progetti finanziati dalla Regione Calabria con un meccanismo che si ripeteva, e dunque che nel corso degli anni è stata sperperata una gran quantità di soldi pubblici”. Proprio alla Procura generale i membri dell’Olaf si recheranno, per prendere visione dei documenti relativi all’inchiesta che potranno essere loro utili per capire se ed in quale misura i soldi provenienti dall’Unione europea siano stati sperperati. Non è certamente la prima volta, comunque, che gli ispettori di Bruxelles decidono di occuparsi della gestione dei fondi europei in Calabria, né, in particolare, di quanto emerso dalle inchieste dell’ex pm de Magistris. L’ultima occasione in ordine di tempo risale al 2006, quando a rendere noti gli esiti davvero non lusinghieri per la Calabria dell’attività svolta dall’Olaf fu Malcom Moore, inviato del Sunday Telegraph a Roma, il quale spiegò: “L’inchiesta ha scoperto che 118 milioni di euro dei 341 assegnati alla Calabria nello scorso anno sono stati “rubati” dopo che il fortunato sussidio ha attirato l’attenzione di “imbroglioni” in tutta Italia”.

     

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