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    Sindacato medici italiani "Condivisibile piano di rientro"

     

     

    Sindacato medici italiani "Condivisibile piano di rientro"

    01 ott 10 “La presentazione del piano di rientro da parte del Presidente della Giunta regionale- Commissario ad acta non ha aggiunto particolari elementi di novità rispetto alle prospettive esistenti già dal dicembre del 2009 ma è certamente caratterizzato dal fatto di aver cominciato a delineare tempi, luoghi e modi della sua attuazione”. È quanto afferma, in una nota, il segretario regionale del Sindacato medici italiani, Lino Puzzonia. “La strategia complessiva - sostiene Puzzonia - che punta, in coerenza con il piano di rientro, ad un dimezzamento degli ospedali in quanto tali e ad una rilettura in termini di sanità territoriale è certamente condivisibile. È stato opportunamente raccolto il suggerimento delle organizzazioni sindacali della dirigenza medica che, ancora nei giorni scorsi avevano sollecitato la fine di esperienze ospedaliere ormai a rischio e la loro sostituzione con strutture di tipo territoriali più semplici, più snelle ma certamente estremamente più efficaci in termini di risultato di salute. La condivisione di tale strategia complessiva tuttavia non è disgiunta da alcune preoccupazioni sui tempi e sui modi della sua effettiva realizzazione”. Per il sindacato Smi “il turnover zero e il sottofinanziamento strutturale stanno compromettendo l’operatività delle maggiori strutture ospedaliere (quelle indicate come HUb e come spoke) sia sul piano dell’adeguamento tecnologico sia su quello della disponibilità di personale e il vantaggio che potrebbe, su questo secondo aspetto, derivare dal ridimensionamento della rete ospedaliera presenta una criticità di tempi rispetto alla quale il marzo 2012, data prevista per la riconversione della maggior parte degli ospedali, sembra davvero una data molto lontana. D’altra parte l’applicazione del turnover zero richiede una grande manovra di mobilità rispetto alla quale non è stato ancora definito alcun criterio almeno per quanto riguarda la dirigenza medica, criteri per i quali i sindacati vogliono portare il proprio significativo contributo”. Puzzonia evidenzia che “non è chiaro il ruolo dell’Azienda ospedaliera Mater Domini né della Fondazione Campanella” e “restano da definire gli aspetti organizzativi delle strutture territoriali e dell’assetto complessivo dell’emergenza-urgenza che assumono un ruolo fondamentale dopo la chiusura di 1400 posti letto e di 18 ospedali”. “Molti commissari - sostiene ancora il segretario regionale del Sindacato medici italiani - hanno affermato di aver facilmente recuperato in pochi mesi milioni di euro ma sarebbe stato davvero interessante sapere se il recupero è reale, figurato o immaginario. Non sono certo qualche centinaio di migliaia di euro di fitti, che si potrebbero giustamente risparmiare, a modificare la situazione finanziaria delle aziende”.

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