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    Truffa Ue per dirottare i fondi del Sud al nord Italia, 8 arresti, 36 indagati

     

     

    Truffa alla Ue per dirottare i fondi del Sud al nord Italia: 8 arresti tra cui docente Unical, 36 indagati tra cui 5 docenti, ad opera della Gdf

    23 nov 10 Una truffa bella e buona architettata per sfuttare i finanziamenti previsti dalla Comunita' Europea per le regioni deboli come la Calabria, collocate in zona ad Obiettivo 1, e per acquisire macchinari puntualmente trasferiti al nord. Sotto la regia di un'azienda piemontese cosi' i fondi previsti per occupazione e infrastrutture nel meridione venivano utilizzati fuori dalla nostra regione. Otto le persone arrestate tra Calabria, Piemonte, Liguria, Lazio e Toscana. Tra loro spicca un docente ordinario dell'Universita' della Calabria, Bruno Di Cindio, ora ai domiciliari. Altri 5 docenti, tra cui un'altro docente dell'Unical, sulle cui generalita' la Procura mantiene il piu' stretto riserbo, due docenti dell'universita' di Pisa, un docente dell'Universita' di Pavia ed un docente dell'universita' di Torino, sono indagati assieme ad altre 31 persone. Per tutti l'accusa e' di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche; frode fiscale mediante utilizzo di fatture false; varie forme di falso penalmente rilevanti; altri illeciti penali ed amministrativi conseguenti. Nonostante l'opificio industriale fosse stato avviato a Rende e producesse, i flussi finanziari diversamente investiti, o travisati, quelli dedicati alla ricerca ed alla formazione di cui non c'e' nessuna contezza materiale, si sarebbero trasferiti al nord Italia senza alcuna giustificazione. Cosa che fa decadere il finanziamento che doveva essere completamente utilizzato nell'area dove e' stato chiesto. Tra l'altro alcune fatture di macchinari acquisiti con i fondi UE sono stati consegnati direttamente al nord. La finezza dell'organizzazione, tra l'altro, e' stata quella di chiedere parallelamente due finanziamenti uguali in due Ministeri diversi in modo da sfruttare la burocrazia e l'incomunicabilita' degli enti. 31 i milioni di finanziamenti richiesti di cui 11 prontamente bloccati.

    Gli arresti: In manette sono finiti A.B. 38 anni Amministratore della società che controlla tutte quelle del gruppo Silva e A.B 37 anni amministratore di altre societa' del gruppo Silva nonche' vicepresidente Confindustria Cuneo;
    A. P., 43 anni, arrestato a Cosenza, gia' amministratore delegato e tuttora responsabile tecnico della Silva Extractis srl con sede in Rende (CS);
    A. N., 46 anni, consulente per le pratiche di finanziamento pubblico;
    A. P., 46 anni, onsulente per l'amministrazione e formazione del personale;
    I. P., 50 anni, arrestato a Cosenza, Responsabile amminsitrativo della "Silva Extractis srl" con sede in Rende;
    S. G., 38 anni, responsabile scientifico dei progetti;
    B D., 64 anni, professore ordinario presso la facolta' di Ingegneria dell'Universita' della Calabria e responsabile del laboratorio di Reologia ed Ingegneria Alimentare.
    Tutti gli arrestati sono stati posti ai domiciliari.

    Il sequestro: Beni sequestrati per un totale di 300 milioni di euro.
    sequestro del patrimonio aziendale (immobili, beni strumentali, disponibilità finanziarie, ecc.) di n. 2 società;
    sequestro di quote sociali di n. 2 società;
    sequestro di n. 2 complessi industriali; sequestro di disponibilità bancarie;
    sequestro di n. 60 immobili di pregio costituiti da appartamenti, ville, tenute, uliveti e frutteti.

    Complesso industriale sequestrato alla Silva Extracts S.r.l., (sopra gli esterni, sotto gli interni) sito in Rende (CS)

    L'inchiesta è nata da un'indagine del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro su imprese beneficiarie di contributi pubblici concessi per studi scientifici con conseguente industrializzazione nel cosentino dei risultati ottenuti. In particolare, gli accertamenti hanno riguardato due società del gruppo Silva, specializzato, a livello internazionale, nella produzione di sostanze destinate all'alimentazione, che avevano sede nello stesso stabilimento a Rende. La Silva extracts, con sede legale a Ceva (Cuneo), beneficiaria di oltre 27,5 milioni di euro per investimenti a Rende sullo studio e la realizzazione di processi industriali per la produzione di fibre naturali micro colloidali, estratti tannici e pectina per usi alimentari, dietetici, farmaceutici e cosmetici, secondo l'accusa, avrebbe compiuto una serie di raggiri per dimostrare di aver sostenuto spese per lo sviluppo e la formazione, di avere assunto personale qualificato e di averlo destinato alla sede di Rende, di avere acquistato macchinari. Tutte circostanze che le indagini hanno dimostrato essere false. Infatti, la società non ha fatto altro che trasferire sulla carta dipendenti di altre società del gruppo. Le indagini si sono poi indirizzate su un'altra società del gruppo, la Silvachimica, beneficiaria di un contributo di oltre 3,5 milioni di euro per un programma scientifico/industriale localizzato sempre a Rende, nell'area della ex Legnochimica, area sulla quale la Procura di Cosenza sta già indagando per verificare l'eventuale inquinamento del suolo.

    Le indagini: Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro ha oggi eseguito misure cautelari personali e reali, adottate, su richiesta della Procura della Repubblica di Cosenza, dal g.i.p. presso il tribunale del capoluogo bruzio. in particolare, sono state poste agli arresti domiciliari 8 persone, ritenute responsabili, in concorso tra loro, dei reati di truffa per il conseguimento indebito di erogazioni pubbliche, nonche’, per taluni, di falso in atto pubblico. L’articolata attivita’ di indagine– che ha comportato, nella fase esecutiva, l’impiego di oltre 100 militari della G.d.f. in Calabria, Piemonte, Liguria, Lazio e Toscana – ha portato al sequestro preventivo, anche nella forma “per equivalente”, di opifici industriali, immobili di pregio e disponibilità bancarie e finanziarie del valore complessivo, stimato, di 300 milioni di euro.

    L’indagine scaturisce da una preliminare attività info-investigativa svolta dal nucleo di polizia tributaria di Catanzaro –d’intesa con la procura di Cosenza- nei confronti di diverse imprese beneficiarie di pubbliche contribuzioni, concesse dal ministero dello sviluppo economico e dal ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, per la realizzazione di studi scientifici e conseguente industrializzazione dei risultati conseguiti, nella provincia cosentina.

    In tale contesto, venivano rilevate alcune criticità relative alla procedura di finanziamento pubblico a favore della “Silva extracts s.r.l.”, società con sede legale in Ceva (cn), beneficiaria ai sensi del P.i.a. (pacchetto integrato agevolazioni) innovazione, di un contributo pubblico di oltre 27,5 milioni di euro per la realizzazione di un articolato programma di investimenti in Rende.

    Il progetto ammesso a finanziamento riguardava lo studio e la realizzazione di processi industriali per la produzione di fibre naturali micro colloidali, estratti tannici e pectina per usi alimentari, dietetici, farmaceutici e cosmetici.

    Gli accertamenti documentali, unitamente all’acquisizione di significativa corrispondenza telematica, alle risultanze di mirate e contenute attivita’ di intercettazione telefonica, nonche’ all’escussione di numerose persone informate sui fatti, consentivano di ricostruire un grave quadro indiziario nei confronti dei responsabili della “Silva extracts s.r.l.”.
    e’ emerso, in particolare, che questi ultimi, con l’ausilio di una ben assortita squadra di collaboratori, avevano  posto in essere una serie di artifici e raggiri, finalizzati a dimostrare alla banca concessionaria:

    • di aver sostenuto oneri di spesa, relativamente sia al programma di sviluppo precompetitivo che a quello di formazione;
    • di aver svolto tali attività scientifiche in Rende;
    • di aver assunto personale “qualificato”, in possesso di idonea specializzazione nei campi oggetto del programma di sviluppo precompetitivo;
    • di avere assunto personale da destinare alla sede di Rende ed, ovviamente, in mansioni concernenti le attività della “Silva Extracts s.r.l.” oggetto delle pubbliche erogazioni;
    • di aver acquistato macchinari, da impiegare presso la sede di Rende.

    Tutte circostanze che si sono rivelate non corrispondenti al vero. Gli artifici e raggiri sono consistiti, in primo luogo, nel trasferimento, puramente “cartolare” in “Silva extracts s.r.l.” di molti dipendenti di altre società del “Gruppo Silva”.
    in tal modo, venivano fittiziamente attribuiti al programma di investimento, oggetto di pubblica contribuzione, tutta una serie di costi per personale dipendente che, in realtà, non era destinato alle attività scientifiche oggetto di finanziamento e che, per di più, non risultava nemmeno essere fisicamente presente presso la sede calabrese della “Silva extracts s.r.l.”. Non solo. Oltre all’assunzione meramente cartacea di manodopera, in realta’ in servizio presso altre societa’ del gruppo Silva, risultano essere stati fraudolentemente ottenuti finanziamenti per la formazione e l’assunzione di personale altamente specializzato, in realta’ non in possesso, se non sulla carta, delle richieste capacita’ tecnico-scientifiche.

    A tale ultimo riguardo, spiace dover registrare l’accertato contributo offerto da diversi docenti universitari  di vari atenei italiani, uno dei quali, appartenente all’Unical, e’ fra i destinatari delle misure cautelari personali; docenti, i quali, venendo meno al fondamentale dovere di terzieta’ e rigore scientifico connessi alla loro funzione, hanno rilasciato attestazioni -indispensabili per l’ottenimento dei contributi-, nelle quali veniva, fra l’altro,  falsamente dichiarata la partecipazione ad attività di ricerca scientifica, svolte presso le citate universita’, da parte di alcuni dipendenti della “Silva extracts s.r.l.”.

    Accanto al contributo dei docenti universitari va menzionato quello fornito da altre figure professionali (commercialisti, consulenti del lavoro, responsabili del personale ), tutte decisive per la riuscita del programma crminoso.

    Sulla base degli elementi di prova raccolti, e’ stata, nel medesimo contesto, estesa l’attività investigativa nei confronti di un’altra società del gruppo imprenditoriale “Silva” (specializzato, a livello internazionale, nella prduzione di sostanze destinate all’alimentazione): la “Silvachimica s.r.l.” di San Michele Mondovì (cn), beneficiaria anch’essa di un cospicuo contributo pubblico, pari ad oltre 3,5 milioni di euro, concesso dal ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, per lo svolgimento di un articolato programma scientifico/industriale localizzato sempre nel comune di Rende, e sempre nell’area della ex Legnochimica.

    Tale ultimo progetto riguardava la ricerca di sistemi alternativi alla termovalorizzazione dei sottoprodotti dell’idrolisi e della delignificazione ( lignina).

    Non e’ senza rilievo osservare, sia pure incidentalmente, che si tratta di un’area, quella della ex Legnochimica, sulla quale  la procura di Cosenza sta svolgendo specifici accertamenti per verificare la denunciata situazione di inquinamento del suolo, del sottosuolo e delle falde acquifere.

    Anche nel caso della Silvachimica, emergeva un programma criminoso del tutto analogo a quello ideato e posto in essere per la “Silva extracts s.r.l.”, con il contributo operativo degli stessi soggetti.

    In tale contesto, deve segnalarsi, fra l’altro, che entrambe le societa’ finivano con l’utilizzare il medesimo laboratorio di ricerca scientifica, ubicato negli stessi locali  dell’opificio di Rende ed anch’esso, come il personale, attrezzato solo sulla carta.
    Particolarmente grottesca la messa in scena ordita dagli indagati allorquando il laboratorio veniva ispezionato dagli organi amministrativi dei due diversi enti pubblici eroganti: i locali venivano “intestati” all’una ovvero all’altra societa’, semplicemente sostituendo i cartelli posti sulla porta di ingresso.
    espliciti, poi, erano i riferimenti al vino “Ciro’” che bisognava far bere agli ispettori per evitare controlli accurati.

    L’ammontare dei contributi indebitamente concessi è risultato essere pari complessivamente a € 31.227.620,00, dei quali € 20.607.417,51 risultano già effettivamente erogati.

    Non e’ senza significato, da ultimo, sottolineare come tutte le fasi della presente indagine siano state caratterizzate da una particolare celerità, dal momento che si e’ giunti all’esecuzione delle presenti misure cautelari personali e reali in meno di un anno dall’avvio della pur complessa attivita’ investigativa. E proprio la tempestività e la risolutezza dell’intervento che ha consentito, tra l’altro, di “bloccare” l’erogazione di ulteriori consistenti quote di contributi pubblici, che sono risultati essere stati indebitamente concessi (per quasi 11 milioni di euro), evitando in tal modo l’aggravamento ulteriore delle conseguenze delle condotte fraudolente accertate.

    Da ultimo, non puo’ non essere evidenziato come la presente operazione si inserisca in un programma piu’ vasto di contrasto alle truffe concernenti finanziamenti nazionali ed europei che la procura di Cosenza, d’intesa con la guardia di finanza di Catanzaro e di Cosenza, sta conducendo; programma che ha portato, finora (si pensi, fra le altre, alle operazioni “Sparkling” e “Procal”), al sequestro di circa duecento milioni di euro.

    Contributi assegnati:

    Silva Extracts S.r.l., con sede legale in Ceva (CN)
    Ricerca e sviluppo € 3.221.200,00
    Industrializzazione € 18.714.220,00
    Formazione € 250.000,00
    Finanziamento agevolato € 5.508.600,00

    Silvachimica S.r.l., con sede legale in San Michele Mondovì (CN)
    Ricerca e sviluppo € 3.533.600,00

     

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