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    Avviato il processo di beatifcazione di don Carlo De Cardona

     

     

    Avviato il processo di beatifcazione di don Carlo De Cardona

    22 nov 10 Si aprirà giovedì 25 novembre a Morano l’inchiesta diocesana per la beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio don Carlo De Cardona. Lo annuncia ufficialmente il vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio, monsignor Vincenzo Bertolone, precisando che l’evento sarà preceduto da una concelebrazione eucaristica presieduta da S.E. Monsignor Salvatore Nunnari, Metropolita, il cui inizio è fissato per le ore 16 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena. Al termine della liturgia si procederà all’insediamento del Tribunale diocesano. Alla manifestazione parteciperanno tutti i sacerdoti della Diocesi, il primo cittadino moranese Franco Di Leone ed i suoi colleghi del comprensorio, le associazioni cattoliche e socio-culturali territoriali, le Acli cosentine, le istituzioni regionali e provinciali. Postulatore della causa di beatificazione é don Giovanni Maurello. Nato a Morano nel 1871, De Cardona si formò nel solco tracciato dall’enciclica Rerum Novarum, promulgata da Leone XIII nel 1891. La sua opera fu incessante, incisiva, instancabile in ambito apostolico ed economico: creò cooperative, associazioni, Casse rurali e artigiane per alleviare le pene della sua gente, i rurali, riscuotendo consensi ma anche critiche ed ostilità, non esclusa la diffidenza dell’autorità ecclesiastica, oltre che di parte del Clero locale. Avversato dal Fascismo, fu costretto praticamente all’esilio in casa del fratello Ulisse a Todi, prima del ritorno a casa e della morte, che lo colse ottantasettenne nel suo borgo natìo, nel 1958. «Il sacerdote moranese – commenta il Presule cassanese – è stato un modello di spiritualità e coerenza. Don Carlo è, per la nostra diocesi e non solo, un segno di speranza. Egli offre alla Chiesa il suo esempio e incoraggia tutti, in particolare i presbiteri, a parlare con la propria vita, come recentemente ha fatto anche Padre Pino Puglisi». Conclude monsignor Bertolone: «La nostra Chiesa semini a piene mani, faccia crescere tanti uomini nuovi, non compromessi con il passato e non rinunciatari. Questa terra ne ha assoluta, urgente necessità. Tanti sacerdoti, cittadini, persone oneste innamorati dei veri valori. Proprio come il sacerdote di Morano Calabro, innamorato di Cristo e in Lui dei poveri, degli ultimi, degli sfruttati dal potere, coerente al proprio giudizio del sacerdote, che deve sempre essere lucerna ardens e virga vigilans».

     

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