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    Allarme dagli scavi di Sibari: rischiamo un altro caso Pompei

     

     

    Allarme dagli scavi di Sibari: rischiamo un altro caso Pompei

    11 nov 10 E' stata una terra di antiche battaglie l'area dove sorge il Parco archeologico di Sibari, nel cosentino, e dove ora si combatte la piu' dura delle guerre, quella contro il rischio di allagamento a causa dei numerosi canali della bonifica ostruiti. A questo si aggiunge poi un progressivo abbassamento verticale del fondo dell'area e la carenza di fondi per realizzare restauri ed interventi di conservazione archeologica. Mentre negli scavi di Pompei si combatte con i crolli, anche in Calabria e' allarme. A lanciarlo e' la soprintendente per i beni archeologici e direttrice del Museo e degli scavi di Sibari, Silvana Luppino, la quale non esita a ricordare che quando le piogge sono abbondanti si ''rischia sempre l'inondazione dell'area dove ci sono gli scavi''. L'area archeologica di Sibari, che si estende su una superficie di 168 ettari, e' la piu' importante della Calabria. Le origini risalgono all'eta' del ferro, quando la Sibaritide era il centro della civilta' degli Enotri che vennero cacciati dai coloni greci dell'Acaia nel 730-720 a.C.. I greci, dopo avere sconfitto gli abitanti del luogo, li ridussero in schiavitu' fondando Sybaris. Fu proprio la ricchezza di questa colonia alla base del conflitto con Crotone che nel 510 a.C. la vide soccombere al termine di un assedio durato settanta giorni. Un secolo dopo un altro gruppo di coloni parti' da Atene con lo scopo di far rivivere la citta' e farla tornare agli antichi splendori. Giunti su cio' che restava dell'antica Sybaris, gli ateniesi fondarono Thouroi. Per evitare il degrado ed eventuali danni alle strutture archeologica di Sibari servono principalmente degli interventi urgenti per ripulire i canali della bonifica, ma e' necessario anche che la soprintendenza disponga di maggiori fondi in modo da poter incrementare gli interventi di conservazione dei beni. ''La prima cosa che chiediamo - afferma Luppino - e' la manutenzione dei canali della bonifica perche' questa situazione provoca rischi imminenti. E' ovvio che se le strutture vengono invase dall'acqua e' piu' facile che si verifichino dei crolli. E poi servono maggiori fondi. Al momento siamo nelle condizioni solamente di poter effettuare il diserbo e la pulizia dell'area, mentre i restauri riusciamo a farli solo con fondi eccezionali''. Il territorio della piana di Sibari e' colpito anche dal fenomeno di subsidenza, un progressivo abbassamento verticale del fondo dell'area. ''Come si puo' comprendere - conclude la direttrice del Museo e degli scavi - nel parco archeologico di Sibari ci sono problemi che interessano diversi aspetti del territorio. Per effetto della subsidenza c'e' il rischio che i monumenti sprofondino. Ma da anni viviamo in una situazione di completa carenza di fondi. Le uniche possibilita' di intervento ci arrivano dagli accordi di programma quadro, ma solo questo ovviamente non basta''.

     

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Scavi di Sibari

 


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