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    Truffa alle banche 19 arresti

     

     

    Giro di assegni falsi, 19 arresti per truffa alle banche, diramazioni in Calabria

    09 nov 10 Sono 19 le misure di custodia cautelare in carcere eseguite dal personale degli investigatori della Questura di Roma, di cui le ultime 9 all'alba di oggi, a conclusione di un'indagine che ha consentito di smascherare un giro di truffe a danno di istituti di credito della Regione Lazio. Tra gli affiliati all'associazione anche alcuni soggetti legati agli ambienti della 'ndrangheta e al clan Vrenna Bonaventura Corigliano. In pochi mesi erano stati aperti oltre 70 conti correnti in 30 diverse banche della regione, con l'emissione di oltre 100 carnet e 2.000 assegni. Di questi finora solo 125 titoli di credito immessi sul mercato e poi protestati hanno fruttato un guadagno di circa 450.000 euro. L'associazione operava in varie province del Lazio, tra cui Roma, Viterbo, Latina e Frosinone. In pochissimi casi le truffe sono state messe a segno anche in Emilia Romagna.

    Il giro d'affari ipotizzato è di 10 milioni di euro: il metodo quello degli assegni scoperti. Otto ordinanze di custodia cautelare in carcere segnano il secondo traguardo di una operazione (la 'Golden Checks 2') avviata lo scorso aprile dalla Questura di Roma. I reati contestati sono truffa, riciclaggio, associazione a delinquere. Ma si indaga per approfondire i legami di alcuni appartenenti al circuito con la 'ndrangheta calabrese. Gli inquirenti stanno ricostruendo le mosse di un circuito criminale che dal Sud Italia, dalla Calabria e dalla Sicilia in particolare, ha truffato almeno 30 banche, aprendo conti correnti fittizi nel Lazio. Gli ordini di custodia cautelare eseguiti dalle forze dell'ordine - disposti dal gip del Tribunale di Roma Francesco Petrone, su richiesta del pm Perla Lori - sono, ad oggi complessivamente, 17. Due persone risultano, al momento, ancora irreperibili. Gli assegni scoperti sono finiti anche all'estero, ad esempio, in Olanda, e in circolazione sono più di 1600: finora ne sono stati rintracciati 300, contestati, per un valore di 2 milioni 100 mila euro. Il valore medio degli assegni è di 7 mila euro; ma gli importi, in qualche caso, toccano i 40 mila. Ad aprire i conti correnti intestati a persone fittizie un gruppo di calabresi, provenienti da Crotone. A capo di questo primo circuito c'erano i fratelli Leopoldo e Raffaele Celano, il primo arrestato il 16 aprile scorso, il secondo oggi. A questo punto entravano in azione i riciclatori, per lo più siciliani: erano i soggetti che, nell'operazione, riuscivano a guadagnare di più.

     

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