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    Da due mesi sbarchi "strani" su velieri e yatch

     

     

    Da due mesi sbarchi "strani" su velieri e yatch

    08 nov 10 Uno alla settimana: e' questa ormai la media con cui, da mesi, si susseguono gli sbarchi di immigrati sulle coste calabresi. Una frequenza che si accompagna a modalita' nuove e particolari: non piu' le vecchie carrette del mare in partenza dal nord Africa, ma moderni e lussuosi yacht o velieri che salpano l'ancora dai porti della Grecia. Tutte circostanze che sono all'attenzione degli investigatori che ipotizzano l'esistenza di un'organizzazione internazionale con ramificazioni in Paesi dell'est europeo dietro il traffico di esseri umani. Anche l'ultimo sbarco, avvenuto nella serata di ieri con l'arrivo di 111 clandestini di nazionalita' turca, irachena ed afghana, conferma questa nuova tendenza. Gli immigrati, tutti uomini, sono giunti sulla spiaggia di Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese, a bordo di un lussuoso yacht bianco e azzurro di oltre 20 metri, partito dalle coste greche. E la frequenza incuriosisce ed inquieta. In poco piu' di due mesi sono gia' dieci gli sbarchi sulle coste della Calabria e, in particolare, su quelle crotonesi. Quello di ieri, addirittura, e' giunto ad appena tre giorni dal precedente. Perche' cio' avvenga non e' ancora stato chiarito, ma la scelta della costa crotonese comincia ad essere messa in relazione con la presenza a Isola Capo Rizzuto del centro d'accoglienza Sant'Anna, il piu' grande d'Europa. E tra gli investigatori comincia a farsi strada l'idea che i mercanti di uomini facciano spiaggiare li' le loro imbarcazioni proprio perche' sicuri dell'assistenza agli immigrati. Le similitudini con gli arrivi delle scorse settimane non si fermano qui. Ormai gli scafisti non esitano ad abbandonare sulla riva yacht e velieri. Perche' i trafficanti di uomini abbiano deciso di cambiare la loro flottiglia non e' chiaro. Ma per gli investigatori e' chiaramente indice di una grande disponibilita' di denaro da parte dell'organizzazione che non si fa scrupolo, pur di portare a termine i viaggi della speranza, evidentemente molto lucrosi, ad abbandonare imbarcazioni che valgono centinaia di migliaia di euro. Ma quello che gli investigatori vogliono stabilire in via prioritaria e' se dietro a questi arrivi vi sia una regia unica collegata, magari, alla criminalita' dei Paesi dell'est europeo. Un'ipotesi che trova una sua ragion d'essere anche per gli arresti di otto ucraini fatti in occasione di cinque sbarchi avvenuti nei mesi scorsi sulle coste calabresi. La presenza di ucraini tra i traghettatori di uomini, infatti, rappresenta una novita' assoluta e gli investigatori vogliono vederci chiaro. E' anche per questo che della vicenda si sta interessando il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso che nelle scorse settimane ha convocato a Roma i pm della Procura di Crotone e i magistrati delle Dda di Lecce, Bologna, Milano, Messina e Catania per fare il punto della situazione e delineare le strategie investigative. Connessa a questa eventualita' ce n'e' un'altra, forse ancora piu' inquietante: che gli sbarchi possano celare altri interessi quali, per esempio, il traffico di armi o droga. Su questo, pero', le valutazioni non sono concordanti. Secondo alcune fonti investigative, infatti, le indagini in corso mirano anche ad accertare questo aspetto. Altre fonti, invece, ritengono improbabile una situazione del genere, dal momento che la criminalita' importa gia' armi e stupefacenti con metodi piu' sicuri di quello di imbarcare insieme materiale pericoloso e uomini, col rischio che qualcuno possa parlare.

     

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