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    A Rosarno tornano i lavoratori africani

     

     

    A Rosarno tornano i lavoratori africani

    08 nov 10 Gli africani sono tornati a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, perché qui c'é lavoro, quel lavoro che gli italiani non fanno più, perché la paga standard di 25 euro è ritenuta troppo bassa o semplicemente perché quello dei campi è un impegno faticoso, al freddo, spesso senza tutele; se ti fai male, peggio per te; e poi con la terra ci si sporca, e soddisfazioni zero. Ma c'é anche il rovescio della medaglia: se 25 euro al giorno sembrano pochi, si pensi che per le arance quest'anno si stima un prezzo alla produzione di 6-9 centesimi al kg e certi proprietari preferiscono lasciare i frutti sugli alberi. Fino all'anno scorso gli immigrati vivevano nei dintorni di Rosarno e San Ferdinando in condizioni misere, dentro vecchie fabbriche dismesse, nel degrado totale, senza luce e acqua, senza servizi igienici né privacy di alcun tipo. Vite umane trasformate in carne da lavoro per aranceti e uliveti. Povere vite trasformate anche in 'bancomat' da bande di teppisti che di notte, armi alla mano, periodicamente spogliavano quei disgraziati dei pochi euro messi da parte. Rapine mai denunciate, rapine ripetute. Ma il bisogno era ed è più forte della malvagità altrui, perciò i neri sono tornati a Rosarno, sfidando la paura e la voglia di vendetta di qualcuno, ma sicuri di trovare un'occupazione nei campi. E sicuri anche di poter contare sull'aiuto e l'amicizia di tante persone che a Rosarno e nella piana di Gioia Tauro si prodigano per dare una mano ai lavoratori africani. La mensa di Mamma Africa è solo uno dei tanti esempi in questo senso. Qui si sorride e si canta, si dimentica la paura dei brutti incontri, ci sono facce amiche, mani tese, il razzismo è solo una parola. Davanti alla pasta al forno di Norina Ventre e delle sue amiche si riannodano i fili di una umanità che si rifiuta di smarrire sé stessa nella spirale dell'emarginazione, dell'incomprensione, dell'assurdo dualismo bianchi-neri e anche dell'inesistente questione del 'quelli tolgono il lavoro a noi'. I neri di Rosarno oggi abitano in ricoveri poco in vista, casolari sperduti. Alcuni temerari, invece, hanno affittato vecchie case, 30-40 euro mensili a testa. Così, quei neri tanto controversi sono paradossalmente diventati fonte di guadagno per i proprietari di topaie che nessun'altro vorrebbe mai.

     

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