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    Lo stop alla caccia del Tar provoca polemiche e denunce

     

     

    Lo stop alla caccia del Tar provoca polemiche e denunce

    08 nov 10 Stop alle doppiette in Calabria, tregua per la selvaggina e prime denunce per mancato rispetto dei divieti. Ha scatenato tante reazioni, soprattutto tra le associazioni animaliste e ambientaliste, la decisione della seconda sezione del Tar della Calabria che ha accolto la richiesta di sospensiva della delibera relativa al calendario venatorio redatto dalla Regione. E tutto questo mentre, nel reggino, si cominciano a intravedere gli effetti della decisione della magistratura amministrativa: tre uomini sorpresi a cacciare in una zona di campagna nel territorio del comune di Varapodio, nonostante la sospensione delle attivita' venatorie disposta dal Tar, sono stati denunciati in stato di liberta'. A rischio, dopo la decisione della giustizia amministrativa che ha imposto il fuoriprogramma, c'e' una stagione venatoria che ha anche un suo peso sul piano economico e occupazionale, senza ignorare, inoltre, i tanti cacciatori che hanno pagato tasse per 400 euro pro-capite. A sottolineare, paradossalmente, questi aspetti sono proprio le associazioni protezionistiche che parlano di ''dilettantesco pressapochismo'' da parte della Regione. ''Gia' lo scorso giugno - affermano le principali sigle del mondo ambientalista dagli Animalisti Italiani alla Lav, dal Wwf alla Lipu, all'Enpa e a Legambiente - avevamo trasmesso un dettagliato documento in cui erano indicati i passi da mettere in atto per emanare un calendario venatorio corretto. Tutto questo, all'indomani dell'approvazione delle modifiche alla legge 157/92 richieste dall'Unione europea e che, tra le altre cose, prevedono per Stato e Regioni la rigorosa tutela delle specie in stato di conservazione sfavorevole e il divieto assoluto di caccia nei periodi di riproduzione emigrazione degli uccelli. Avevamo anche avvertito del rischio che la stagione venatoria potesse saltare qualora le Regioni ignorassero i nuovi obblighi in fatto di tutela della fauna e dunque si rendessero in parte o del tutto inadempienti''. Al documento delle associazioni, fanno notare gli ambientalisti, ha fatto inoltre seguito la Guida ufficiale trasmessa dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l'autorita' scientifica nazionale in materia, con le indicazioni dettagliate, specie per specie, sulla corretta redazione dei calendari di caccia. Tutte indicazioni ignorate dalla Regione Calabria che adesso si trova a doverne pagare le conseguenze''. Allo stato, mentre esultano gli ambientalisti, non si registrano prese di posizione da parte della Regione che dovra' comunque predisporre un nuovo calendario mentre la Federcaccia e le associazioni venatorie annunciano iniziative per superare il blocco. Le associazioni e i presidenti degli ambiti territoriali di caccia sottolineano l'importanza della ripresa delle attivita' venatorie in particolare per l'azione di contenimento della popolazione dei cinghiali ''che tanti danni - precisano - stanno provocando al settore agricolo''.

     

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