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    Intimidazioni all'Affruntata tre arresti della Polizia a S.Onofrio

     

     

    Intimidazioni all'Affruntata, 3 arresti della Polizia per estorsione a S.Onofrio

    05 nov 10 Un’operazione della polizia é in corso nel vibonese per l’arresto di tre persone ritenute affiliate al clan Bonavota di Sant’Onofrio. Gli arrestati sono accusati di usura ed estorsione aggravate dalle modalità mafiose. L’operazione giunge a conclusione di un’inchiesta condotta dalla squadra mobile di Catanzaro e coordinata dalla Dda del capoluogo calabrese. Le indagini sono state intensificate dopo quanto è accaduto nell’aprile scorso quando, a Sant’Onofrio fu sospesa una tradizionale rappresentazione religiosa che si tiene nel periodo pasquale, l’Affruntata, in conseguenza di un’intimidazione compiuta contro il priore della confraternita che l’organizza che aveva detto no ai tentativi delle cosche di infiltrarsi nella manifestazione. Sospettati di essere gli autori dell’intimidazione erano proprio gli affiliati al clan Bonavota. L’episodio dell’intimidazione al priore, comunque, allo stato non viene contestato agli arrestati.

    I tre soggetti finiti in manette nell’ambito dell'operazione denominata "Gli Sfruntati" e condotta congiuntamente dagli agenti della Squadra Mobile di Catanzaro e di quella di Vibo Valentia e coordinata dalla DDA di Catanzaro sono Salvatore Bonavota 22 anni, Giulio Castagna, 43 anni e Gianfranco Russo, di 36 anni. Secondo gli inquirenti i tre, su cui gravano le accuse di estorsione ed usura aggravate dalle modalità mafiose, avrebbero prestato 2.800 euro ad un commerciante di Sant’Onofrio costretto poi a corrispondere loro una cifra maggiorata del 257% su base annua. Una vessazione che obbligava la vittima a consegnare rate mensili oscillanti tra i 400 ed i 500 euro.

    L’organizzazione era guidata dal giovane Bonavota, fratello di Domenico e Pasquale, considerati esponenti di spicco dell’omonimo clan ed al momento reclusi in carcere. Un ruolo di responsabilità, quello ricoperto da Salvatore Bonavota, in seguito alle inchieste “Replay” e “Uova del Drago” che hanno inflitto pesantissimi colpi alla consorteria criminale di Sant’Onofrio. All’operazione odierna è stato dato il nome “Gli Sfrontati” con un chiaro riferimento al rito religioso dell’Affruntata che si compie ogni anno il pomeriggio di Pasqua e che, in occasione dell’ultima edizione, è finita nell’occhio del ciclone delle cosche in seguito alla decisione assunta da monsignor Luigi Renzo, vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, di rimuovere gli esponenti della criminalità organizzata dalle celebrazioni. Il rito, infatti, si accompagna al trasporto a spalla delle statue, un’azione, questa, che serviva agli affiliati per rimarcare il controllo del territorio. La decisione del vescovo avrebbe scatenato la reazione del clan che si sarebbe reso responsabile degli attentati intimidatori ai danni del priore della confraternita cui è affidata l’organizzazione della tradizionale manifestazione religiosa.

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