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    Imprenditori Coldiretti bloccano porto Corigliano "No a grano straniero"

     

     

    Imprenditori Coldiretti bloccano porto Corigliano "No a grano straniero"

    02 nov 10 Da stamane alcune centinaia di imprenditori agricoli della Coldiretti Calabria, con in testa il presidente regionale Pietro Molinaro, presidiano il porto di Corigliano dove nella giornata di oggi è attraccata una nave mercantile carica di grano di provenienza al momento incerta "e che poi, – precisa la confederazione – trasformato, all’insaputa dei cittadini-consumatori va a finire sulle tavole diventando magicamente italiano. Un pacco di pasta su tre - denuncia la Coldiretti – è fatto con grano straniero ma i consumatori non lo sanno perchè non è obbligatorio indicare la provenienza in etichetta. Continua quindi la battaglia della Coldiretti per richiedere l’approvazione definitiva della Legge sull'etichettatura che impone l’obbligo di indicare in etichetta il luogo di origine della materia prima. "Non è più tollerabile il furto d’identità che si consuma ogni giorno ai danni degli agricoltori, che è poi anche un inganno per i consumatori – ha spiegato il presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro. - Dopo la manifestazione di Luglio scorso nel Porto di Gioia Tauro, che aveva compiuto una "operazione verità" sui succhi di agrumi che arrivato in Calabria da varie parti del mondo e messo in crisi il comparto agrumicolo con prezzi irrisori pagati ai produttori e con fenomeni di sfruttamento della manodopera per i quali la coldiretti ha sempre chiesto "tolleranza doppio zero", adesso è il turno del porto di Corigliano transitano tonnellate e tonnellate di prodotti spacciati per made in Italye dove l’arrivo di grano di provenienza incerta, sta facendo quasi scomparire in Calabria questa coltura che una volta, anche ripercorrendo significativi fatti storici, rappresentava una fonte di reddito per la nostra economia tanto da contribuire ad essere una regione considerata granaio d’Italia. "Un danno evidente – aggiunge Molinaro – a carico degli imprenditori calabresi, che non riescono a spuntare prezzi equi e remunerativi, e a carico dei consumatori, che non sanno con quale grano sono prodotti il pane e la pasta che acquistano".

     

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