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    Crisi, nel primo trimestre boom di fallimenti (+27%)

     

     

    Crisi, nel primo trimestre boom di fallimenti (+27%)

    29 mag 10 Non si arresta nemmeno nei primi tre mesi del 2010 la corsa dei fallimenti delle società in Italia, che prosegue da due anni senza interruzione: tra l'inizio di gennaio e la fine di marzo sono state aperte quasi 2.800 procedure fallimentari, con una crescita del 27% rispetto al primo trimestre 2009. Molto male il Nord (specie la Lombardia e il Veneto) e tutto il settore industriale, con un boom di chiusure nel comparto dell'automobile. Sono dati di Cerved, gruppo specializzato nell'analisi delle imprese e nella valutazione del rischio di credito, secondo cui nel primo trimestre dell'anno si accusano tassi di crescita dei fallimenti a due cifre per tutte le forme giuridiche d'impresa: del 27% tra le società di capitali (tra cui si concentra il 70% dei fallimenti a livello complessivo), del 37% tra le imprese individuali e del 16% tra quelle di persone. La maglia nera va al settore dell'industria, che evidenzia un incremento del 41% e un 'insolvency ratio' (Ir), cioé il tasso di fallimenti ogni 10mila imprese operative, pari a 11,4 punti, più che doppio rispetto alla media nazionale (4,9). Seguono le costruzioni, con un incremento del 30%. "I default - commenta l'ufficio studi di Cerved Group - hanno colpito i settori più tradizionali del made in Italy, come il tessile e l'abbigliamento (+27%), e quelli a maggior contenuto tecnologico come la meccanica, che ha registrato un +67%, ma soprattutto l'auto, con incremento del 118% rispetto al 2009". Così a soffrire della forte ondata dei fallimenti sono state soprattutto le Regioni con una forte vocazione industriale. Il significativo aumento delle procedure avviate nel Nord Ovest, che registra un incremento del 37%, è causato soprattutto dall'elevato numero di chiusure in Lombardia, che con un 'insolvency ratio' di 6,9 è la Regione italiana con il più alto tasso di casi registrati. In termini percentuali, drammatico l'incremento sperimentato dal Piemonte (+61%, che infatti paga il crollo della componentistica dell'auto), mentre sono in calo i casi osservati in Liguria (-9%). In linea con il dato nazionale l'incremento dei fallimenti delle Regioni del Centro (+27%): sono aumentati con forza i casi nelle Marche (+53%) e in Toscana (+50%), mentre nel Lazio l'aumento e stato più moderato (+16%) e in Umbria i fallimenti sono diminuiti del 30%. Nel Nord Est, in cui si contano poco meno di 600 fallimenti (+23% rispetto al primo trimestre 2009), l'aumento più consistente si registra in Veneto (+62%, con un Ir pari a 6,2). In Emilia Romagna i fallimenti sono solo leggermente superiori rispetto al valore osservato lo scorso anno (+1%). Il Mezzogiorno continua invece a evidenziare un aumento meno spiccato di fallimenti rispetto al resto del Paese: +18% nel primo trimestre, nonostante la rapida crescita delle chiusure in Campania (+48%). Secondo Cerved nel primo trimestre 2010, anche il numero di domande di concordato preventivo ha toccato un nuovo record, con 286 casi, registrando un incremento del 37% rispetto allo stesso periodo del 2009: le imprese stanno utilizzando sempre più questo strumento per tentare di trovare un accordo con i creditori e superare l'attuale crisi di liquidità

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