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    Scoperta banda di hackler che clonava identità e carte di credito, basi in Calabria

     

     

    Banda di hackler clonava identità e carte di credito scoperta dai CC. Operavano Tra Russia e Italia. Basi anche in Calabria

    18 mag 10 Una banda internazionale di hacker è stata smascherata dai Carabinieri di Roma nel corso di un'indagine che ha portato all'arresto di 23 persone, di diverse nazionalità. Secondo quanto accertato dall'Arma, la banda, dalla Russia, si inseriva nelle banche dati di tutto il mondo e rivendeva i codici a centrali di clonazione. In Calabria e a Roma i due maggiori centri. A Milano, Brescia e Napoli erano state 'impiantate' le centrali operative. Per i Carabinieri il volume di affari dell'organizzazione era colossale. A tenere le fila erano esperti informatici, quasi tutti italiani, che da tempo avevano stretto alleanze con organizzazioni di hacker russi, dai quali acquisivano numeri di carte di credito, nomi e indirizzi, date di nascita, password, conti bancari. Centinaia gli utenti di Internet, centri commerciali e negozi di lusso, tra le vittime dell'organizzazione. Una volta in possesso dei dati, la banda, grazie alle capacità e i mezzi di cui disponeva, era in grado di realizzare carte di credito, carte prepagate, documenti d’identità, buste paga, atti societari e molto altro ancora. Centinaia di utenti della rete Internet, centri commerciali e negozi di lusso tra le vittime dei componenti dell’organizzazione accusati di associazione per delinquere transnazionale finalizzata alla contraffazione di carte di credito, accesso abusivo a sistema informatico, truffe on line, ricettazione, falsificazione di documenti d’identità.

    Coivolti undici cosentini. Ci sono anche 11 cosentini tra le persone coinvolte nell'operazione che i Carabinieri del Comando di Roma hanno effettuato in tutta Italia contro una presunta banda di hacker, capace di clonare carte di credito e entrare nei database delle banche. La banda avrebbe operato insieme ad esperti informatici russi. All'alba, a Cosenza e in alcuni paesini limitrofi, sono state effettuate decine di perquisizioni. Sei le persone finite in carcere e tre ai domiciliari. Per altre due persone solo l'obbligo di firma. Tra di loro ci sarebbero anche esperti informatici gia' coinvolti in operazioni recentemente condotte dalla Polizia Postale di Cosenza.

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