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    Cgil “Governo scarica su cittadini i costi del deficit sanitario”

     

     

    Cgil “Governo scarica su cittadini i costi del deficit sanitario”

    13 mag 10 “Le prime notizie giunte da Roma sul confronto tra Governo e Presidenti delle Regioni con problemi di debito sanitario sono allarmanti per le conseguenze nefaste che potrebbero generare in una Regione come la Calabria già provata dalla crisi e dall'assenza di politiche per il Mezzogiorno che ne sostengano l'economia e lo sviluppo”. Lo affermano in una nota congiunta il Segretario Generale della CGIL Calabria Sergio Genco e la Segretaria Generale Mimma Iannello. “Se dovesse essere confermata la linea del Governo –aggiungono- di imporre alla Calabria una più alta pressione fiscale per ripianare il debito sanitario accumulato, i calabresi, in una fase stagnante di crisi, di contrazione dei redditi e dell'occupazione, si troverebbero nell'impossibilità di sostenerne il carico economico e sociale di una tassazione aggiuntiva che sul versante dell'Irpef è già al massimo dell'aliquota. La CGIL trova del tutto inaccettabili le condizioni fissate dal Governo che risulterebbero doppiamente ingiuste e inique per i calabresi già scippati dal Governo di ingenti risorse dei fondi Fas per ripianare i bilanci di città amiche e per restituire le quote latte per gli allevatori del Nord. Il volto questo di un Governo iniquo che toglie e dà in ragione degli interessi forti e prevalenti del momento, non certo in ragione dell'equità e della coesione tra aree deboli e aree forti del Paese. La CGIL respinge questa logica irresponsabile dell'abbandono che deresponsabilizza il Governo verso i problemi del Mezzogiorno e della Calabria in particolare. Tale logica riverserebbe i ritardi e le contraddizioni sanitarie che hanno radici nuove ed antiche, solo ed esclusivamente sulle famiglie calabresi già falcidiate dalla crisi economica che investe l'intera regione. Un macigno che si abbatterebbe soprattutto sul mondo del lavoro dipendente, sul precariato e sui pensionati. Se così fosse, dietro la filosofia puramente ragioneristica del Governo si nasconderebbe una logica pericolosa, assai grave ed irresponsabile di abbandono della Calabria al suo irreversibile destino. Sarebbe questa una cultura assolutamente inaccettabile, una prova di federalismo antisociale che esporrebbe alla marginalizzazione e all'esclusione una Regione destinata per sempre a perdere il passo con il resto del Paese. Questa stessa logica rappresenterebbe un'ulteriore beffa ed un ulteriore impedimento ad ogni tentativo pur virtuoso della Regione di avviare una forte e consapevole azione di risanamento del debito e di rilancio del Servizio Sanitario calabrese. Inoltre, rappresenterebbe una zavorra insostenibile ad ogni pur apprezzabile sforzo della G.R. di attivare politiche del lavoro e dello sviluppo mirate ad alleggerire le condizioni di disagio dei calabresi. Contro le misure annunciate su cui auspica possa ritrovarsi un comune fronte politico e sociale, la CGIL è pronta ad avviare ogni iniziativa di mobilitazione per impedire che il fallimento di chi preposto a trovare soluzione al disastro finanziario in cui è stata ridotta la sanità regionale, ricada esclusivamente sui calabresi che già pagano enormi sacrifici per una sanità carente sotto il profilo della qualità e dell'offerta dei servizi.

     

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