NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Truffa con la 488, coinvolti call center, 11 arresti anche in Calabria

     

     

    Truffa alla 488 con i call center, 10 arresti, tra Calabria, Sicilia e Puglia

    05 mag 10 La Guardia di Finanza di Catania, ha scoperto una rete di società italiane ed estere, finalizzata ad ottenere finanziamenti pubblici attraverso la costituzione di call center in Piemonte, Puglia, Calabria e Sicilia. Undici gli ordini di arresto, 10 quelli finora eseguiti. Sequestrati beni per oltre 130 milioni di euro. L’indagine ha ricostruito il complesso gruppo societario piramidale organizzato con il sistema delle 'scatole cinesì nell’intento di eludere gli accertamenti. Quattro le società coinvolte. Tra i beni sequestrati c'è anche uno yacht a vela di oltre 20 metri, vincitore di diverse regate oceaniche e noto per essere stata il set cinematografico del film 'Ore 10, Calma Piatta' con Nicole Kidman. La truffa, secondo quanto emerso è di circa 34 milioni di euro. L’inchiesta è coordinata dal procuratore capo di Catania, Vincenzo D’Agata, e dal sostituto della Dda Antonino Fanara.

    Software fanatsma. Le indagini della Guardia di finanza di Catania hanno permesso di ricostruire l’esistenza di complesso gruppo societario a 'piramide’ organizzato con il sistema delle 'scatole cinesi’, allo scopo di rendere difficile qualunque tipo di accertamento fiscale e patrimoniale. L'attività svolta dalla Polizia Postale di Catania è stata decisiva al fine di smascherare il tentativo posto in essere dagli informatici della Raf di Novara. I poliziotti hanno studiato i software dalle complesse modalità di funzionamento, per la gestione dei call center e per l’attività di marketing. Sono state poi eseguite 'perquisizioni informatiche' presso i vari call center oggetto dell’indagine: ne è risultato che i programmi spesso non venivano utilizzati e che in alcuni casi non erano nemmeno funzionanti.

    Dieci gli arrestati, uno ricercato. 10 in tutto le persone arrestate, a cinque delle quali sono stati concessi gli arresti domiciliari. È attualmente irreperibile invece l’undicesimo indagato, che si troverebbe all’estero. Al centro dell’inchiesta ci sono progetti finanziati dal ministero dello Sviluppo economico per un ammontare di 44 milioni di euro, 34 dei quali circa già concessi, a favore di quattro società: la B2B con sede legale a Catania ma operante a Trapani, la Multimedia Planet con sedi a Trapani e Bistritto (Bari), la Multivoice di Lamezia Terme (Catanzaro) e la Soft4web di Vibo Valentia.

    In manette sono finiti: E.T., di 56 anni, originario di Torino ma formalmente residente a Londra; Giancarlo Catanzaro, di 50 anni, originario di Genova ma residente in Svizzera; Giuseppe Benedetto Dellisanti, di 57 anni, di Milano; Matteo Gianni, di 36 anni, di Torino; e Massimo Piermarini, di 45 anni, di Bolzano. I militari delle Fiamme Gialle invece, su disposizione del gip, hanno messo agli arresti domiciliari Gianna Tavella, di 47 anni, di Torino, Andrea Fornasari, di 44 anni, di Ferrara, Vittorio Maruzzi, di 50 anni, di Milano; Giuseppe Battaglia, di 49 anni, di Milano; e M.M. di Catanzaro. Un undicesimo indagato, Giancarlo Grenci, di 40 anni, nato a Milano ma residente in Svizzera, destinatario di ordine di custodia cautelare in carcere, e' attualmente irreperibile.

    La truffa sul software. Per gli investigatori la truffa verteva sull'acquisto, con finanziamenti statali della legge 488, del 'codice sorgentè di un software di gestione di call center, che secondo la polizia postale di Catania non sarebbe però mai stato utilizzato perchè presentava un 'bug' di difficile soluzione informatica e che era prodotto da due aziende con sede all’estero. Le indagini della guardia di finanza avrebbero permesso di appurare l’esistenza di anomale fatturazioni fra 'gruppì e aziende, che per la Procura di Catania erano soltanto apparentemente estranee tra loro, ma in realtà erano collegate. Con questo sistema, ritiene l’accusa, sarebbe stato possibile svuotare le cassa dei call center a favore di conti correnti, aperti in banche svizzere e orientali, da società organicamente poste in posizione 'superiorè nella catena di controllo a piramide. Alcuni dei promotori della truffa, secondo l’accusa, prestavano la propria consulenza alla società fornitrice del software, per il quale avrebbero ricevuto i contributi, affinchè fosse utilizzabile almeno a livello dimostrativo per ingannare gli ispettori ministeriali preposti al controllo.

     

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

Elezioni 28/29 marzo

Elezioni

Regionali - Comunali - Ballottaggi- Affluenza

Video

Video Call center


   
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © dal 2004 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore