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    Il Pil del sud vale metà di quello del nord

     

     

    Il Pil del sud vale metà di quello del nord

    31 lug 10 Italia a due velocità dove una parte del Paese produce una ricchezza doppia rispetto all'altra. Dove, se si vive in una delle Regioni del Sud, si ha oltre un terzo in meno di reddito disponibile per i consumi e gli investimenti. Non solo. Un Italia dove a fronte di Regioni che piazzano bene i loro prodotti fuori dai confini territoriali, ce ne sono altre con tassi di dipendenza dall'esterno di oltre il 30%. A fotografare l'Italia "duale", come la definisce spesso lo stesso ministro dell'Economia Giulio Tremonti, è l'Istat che ha depositato negli scorsi giorni una serie di dati in Parlamento nell'ambito degli approfondimenti in corso sul federalismo fiscale. Il prodotto interno lordo, dunque, nel Sud Italia vale praticamente la metà rispetto al Nord: a fronte dei 17.900 euro pro-capite di ricchezza prodotta nel Mezzogiorno, al Nord l'economia è di oltre 31.000 euro a persona. 'Cenerentola' d'Italia è la Campania dove il Pil pro-capite è pari a 16.900 euro. In fondo alla classifica anche la Calabria dove il Pil vale 17.000 euro a persona. In testa, invece, Bolzano con 34.400 euro e la Lombardia con 33.600 euro a testa. I dati si riferiscono al 2008, prima dunque della grande crisi che ha visto lasciare sul terreno qualche punto di ricchezza a livello nazionale. La situazione non migliora se si guarda al reddito disponibile delle famiglie consumatrici: al Mezzogiorno è pari al 64,1% rispetto a quello del Centro-Nord, il che vuol dire che un abitante del Sud può spendere e investire quasi il 36% in meno rispetto al Nord. In Campania la disponibilità di reddito lordo pro-capite è di 12.100 euro in un anno, in Sicilia di 12.200 euro, contro i 20.700 di Bolzano o i 20.600 euro della Lombardia. La "vulnerabilità", come la definisce lo stesso istituto di statistica, delle Regioni del Mezzogiorno emerge anche dalle tabelle riguardanti l'interscambio commerciale. La dipendenza dall'esterno, ovvero il saldo tra esportazioni e importazioni in percentuale del prodotto interno lordo, per l'Italia è dell'1,3%. Ma a fronte di un saldo positivo di quasi tutte le regioni del Nord, risulta negativo al 21,8% nel Mezzogiorno, con punte del 30,3% e del 27,5% in Calabria e in Sicilia.

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