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    Presentati risultati Progetto IBE/IFF al centro Laghi di Tarsia

     

     

    Presentati risultati Progetto IBE/IFF al centro Laghi di Tarsia

    28 lug 10 Sono stati presentati, con successo, dall’Ente gestore operativo delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati (Amici della Terra Italia), nella conferenza tenuta oggi presso il Centro Visitatori delle Riserve di Tarsia, i risultati conclusivi del Progetto IBE/IFF, relativi al monitoraggio e alla valutazione dello stato di qualità delle acque e dell’ecosistema fluviale del Crati attraverso l’applicazione della metodologia IBE (Indice Biotico Esteso) e la determinazione dell’ IFF (Indice di Funzionalità Fluviale). Il progetto, realizzato dall’Ente gestore operativo delle Riserve Tarsia-Crati (Amici della Terra Italia), nell’ambito dell’Accordo di Programma Multiregionale promosso dal Dipartimento Politiche dell’Ambiente, si è posto l’obiettivo di effettuare un’indagine conoscitiva sul fiume Crati che ha tenuto conto non solo della qualità delle acque ma dello stato complessivo dell’ecosistema fluviale. Per quanto attiene lo stato di qualità ambientale dell’ecosistema acquatico i risultati hanno permesso di riscontrare classi di qualità inferiori in quei tratti del fiume posti nella media valle fino in prossimità della foce, peggiorando sempre di più man mano che il campo di indagine viene esteso ai diversi livelli gerarchici applicati. Analizzando i risultati delle analisi chimico-microbiologiche e dell’IBE, si riscontra una notevole compromissione per le zone poste nella media valle del Crati, in particolare per quelle coincidenti con l’area urbana di Cosenza-Rende-Montalto, con uno stato di inquinamento organico elevato e notevole presenza di materia organica in decomposizione da attribuire a scarichi di tipo fognario o ad immissioni di acque non depurate derivante da attività antropiche. Mentre, per quanto riguarda lo stato di funzionalità fluviale, la bassa funzionalità corso d’acqua è da attribuire principalmente all’alterazione della fascia riparia, ridotta o del tutto assente in molti tratti, dove la pressione antropica, dovuta alle attività agricole ed al prelievo di inerti, hanno ridotto o eliminato del tutto la fascia ripariale, favorendo anche l’attività erosiva durante le piene invernali, con notevoli modificazioni dell’assetto idromorfologico naturale dell’alveo. La maggior parte dell’area a valle è contraddistinta da un giudizio tra mediocre e scadente, che rappresenta il 60% circa dell’intero fiume. Per quanto attiene ai tratti del fiume rientranti nel perimetro delle due riserve (l’IFF non si applica nei tratti di laghi e di foce), è stato confermato un buon giudizio di funzionalità fluviale. Tale dato si registra soprattutto nel tratto di fiume rientrante nella Riserva Foce del Crati, dove è presente una formazione di bosco ripariale, relitto della foresta planiziale che un tempo copriva la Piana di Sibari, testimonianza di come l’istituto delle riserve ha garantito la tutela e la conservazione di questi ambienti, pur subendo, per forza maggiore, una compromissione rilevante che ha determinato e determina una certa vulnerabilità dello stato di qualità dell’ecosistema acquatico e di quello funzionale. Lo studio, infine, propone una prima serie di interventi urgenti da attuare per eliminare e mitigare le emergenze riscontrate. Alla conferenza dopo i saluti istituzionali dei rappresentati dei comuni delle Riserve, Antonio Scaglione, Sindaco di Tarsia; Ernesto Cerbella, Assessore alla Sanità del Comune di Corigliano Calabro; Gennaro Nicoletti, Vicesindaco del Comune di Santa Sofia d’Epiro; sono intervenuti al dibattito Patrizia Piro, docente alla Facoltà di Ingegneria dell’UNICAL; Luano Gallo Ricercatrice del Dipartimento di Ecologia dell’UNICAL; Sandro Tripepi, Presidente del Corso di Laurea in Scienze Naturali dell’UNICAL; Costantino Crupi dell’ARPACAL; Luigi Caputo, Responsabile Servizio Veterinario Distrettuale dell’ASP di Cosenza; i rappresentanti dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità del CFS di Cosenza; Giovanni Maiorca dell’ARSSA e diversi cittadini e professionisti presenti in sala. Alla fine del dibattito gli intervenuti hanno chiesto all’Ente gestore operativo delle Riserve (Amici della Terra Italia) di farsi promotore e coordinatore di un Tavolo tecnico permanente di monitoraggio e valutazione dello stato di qualità ambientale del Crati, finalizzato alla riqualificazione dell’ecosistema fluviale. Hanno dato pronta adesione i comuni delle Riserve, il Dipartimento di Difesa del Suolo dell’UNICAL, il Dipartimento di Ecologia dell’UNICAL e gli altri rappresentanti degli Enti intervenuti. L’Ente gestore operativo delle Riserve nell’accogliere le proposte avanzate, ha ringraziato tutti gli intervenuti, ritenendosi lusingato dell’interesse che ha suscitato la conferenza. Ai partecipanti, che con plauso unanime hanno apprezzato ed elogiato l’iniziativa, è stato consegnato il volume “Ecologia & Funzionalità del Fiume Crati”, che racchiude i risultati finali del progetto.

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