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    Rapporto Confindustria Cosenza “La Calabria attraversa una grave crisi”

     

     

    Rapporto Confindustria Cosenza “La Calabria attraversa una grave crisi”. Scopelliti "Crisi investe tutta Italia"

    26 lug 10 La Calabria attraversa una fase congiunturale non semplice da definire e caratterizzata da segnali contrastanti. Se da un lato l’indicatore di attività economica elaborato dall’Isae mostra non soltanto un andamento in risalita ma assume, a differenza della gran parte delle regioni italiane, anche valori positivi, attestandosi a dicembre 2009 a +1,2% grazie ad una tenuta della domanda interna, approssimata dal dato sull’immatricolazione di nuove automobili (+19,2% a/a in dicembre), al contempo la domanda estera è in netto calo, evidenziando una preoccupante perdita di competitività e una sempre più esigua presenza delle produzioni locali sui mercati esteri. Questa è una prima analisi che emerge dallo studio “Attraversando la crisi”, il Rapporto sull’economia calabrese di Confindustria Cosenza con i dati sull’andamento congiunturale del 2009 e del primo trimestre 2010. Lo studio è stato realizzato con rigore scientifico dalla professoressa Rosanna Nisticò dell’Università della Calabria a cui si aggiunge la prefazione del Direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda. Il Rapporto “Attraversando la crisi” è stato presentato nella sede degli Industriali cosentini alla presenza del Governatore della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, autorità, imprenditori e rappresentanti delle istituzioni. Sulle tendenze dell’economia europea ed italiana è intervenuto il Direttore Branda che ha posto l’accento sul fatto che, secondo le stime del Centro Studi Confindustria, con uno sguardo fino al 2040, le opportunità per l’Italia provengono di paesi emergenti. <<In questo contesto la Calabria ha necessità di compiere una scelta determinante: imboccare la strada dello sviluppo economico e della crescita sociale valorizzando le risorse storiche, artistiche ed ambientali, dando impulso e sostegno alle attività produttive, mobilitando in maniera rapida le risorse previste dal POR Calabria secondo un disegno organico e dal respiro strategico>>. Rosanna Nisticò ha illustrato la situazione calabrese, commentando i dati sul mercato del lavoro, vitalità delle imprese, esportazioni, cassa integrazione. In riferimento alle tendenze settoriali Rosanna Nisticò ha precisato che <<se nel primo trimestre 2010 tutti i settori produttivi, ad eccezione dei servizi, perdono occupati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per il 2009 alcuni settori sono riusciti a contrastare le tendenze recessive facendo registrare un andamento positivo dell’occupazione, in controtendenza al dato meridionale e nazionale: l’agricoltura (+2,9% su base annua), il manifatturiero (+1,9%) e il commercio (+2,1%)>>. <<Il taglio dei contratti a tempo determinato, il blocco delle assunzioni e delle carriere nel pubblico impiego, l’assenza di riforma degli ammortizzatori sociali – ha sottolineato la professoressa Nisticò- sono un insieme di misure che penalizzano principalmente i giovani e, in particolare, quelli che vivono in regioni in cui il peso della pubblica amministrazione nella struttura dell’economia è maggiore, ovvero i giovani meridionali>>. Il panel di discussione ha registrato gli interventi degli imprenditori Pastore, De Rose e Gaglioti. Il Presidente degli Industriali cosentini Pastore si è soffermato sulla necessità di investire per il completamento ed ammodernamento delle infrastrutture e sul ritardo nei pagamenti alle imprese che hanno già eseguito i lavori da parte della Pubblica amministrazione, chiedendo inoltre la velocizzazione delle procedure che attengono all’operatività del Por Calabria. <<Solo con l’apertura di tanti nuovi bandi le imprese potranno risollevarsi dallo stato di debolezza o torpore in cui si trovano>>. Per il Presidente di Confindustria Calabria De Rose <<è urgente accendere i riflettori dell’interesse nazionale sulla Calabria in modo da farla uscire dall’isolamento in cui è, diventando una opportunità per il Paese. A questo punto serve una nuova e credibile interlocuzione con il Governo nazionale in modo che la regione possa diventare destinataria delle giuste attenzioni, dal presidio del territorio alle misure per rendere più attrattiva l’area per nuovi investimenti>>. Per il Presidente della Camera di Commercio di Cosenza Giuseppe Gaglioti occorre riflettere sulle tematiche che riguardano il credito e l’export. <<Per quanto ci riguarda abbiamo deciso di investire sulla Banca di Garanzia a sostegno delle piccole e medie imprese e su uno sportello per l’internazionalizzazione che sta creando le giuste partnership tra i nostri imprenditori ed importanti buyers ed istituzioni europee ed extraeuropee. Un’azione congiunta e coordinata su questi temi implica buoni risultati>>. Ha concluso i lavori del convegno il Presidente della Giunta Regionale Giuseppe Scopelliti. che ha detto: “è in corso una crisi che investe non solo la Calabria, ma che coinvolge tutta l'Italia. Oggi, però, abbiamo la possibilità di impegnare importanti risorse per dare un buon contributo alla ripresa. Sono convinto, però, che per ottenere risultati importanti, serva una strategia comune. È necessario pianificare interventi mirati e condivisi da tutti gli attori del territorio, a partire da Confindustria. Solo così potremo dare segnali importanti di cambiamento”.

    I dai in sintesi

    L’andamento dei settori produttivi
    L’annata agricola ha risentito del rallentamento e delle perdite causate dagli alluvioni e dalle avversità atmosferiche del 2009. Nel complesso il ciclo della produzione olivicola condiziona l’andamento del valore aggiunto e dell’occupazione nel settore, insieme alle altre produzioni più significative, in termini di rappresentatività sul totale nazionale: clementine (rappresentano il 66,8% della produzione italiana), arance (34,5%), mandarini (43,7%).
    L’industria registra complessivamente una tenuta degli addetti nel corso del 2009 (+0,4%) e, al contrario di quanto avviene in altre aree del Paese, disaggregando i dati per settore è possibile notare una leggera diminuzione dell’occupazione nel settore delle costruzioni (-0,7%) a causa di una riduzione delle opere pubbliche con un conseguente contrazione della produzione, ed un aumento, sebbene contenuto, nel manifatturiero (+1,9%).

    Le esportazioni
    La Calabria contribuisce per lo 0,1% alle esportazioni nazionali, il peso più basso insieme al Molise, tra le economie regionali. Il calo della domanda estera si è riflesso in una diminuzione delle esportazioni calabresi del 18% nel corso del 2009, che fa seguito a una riduzione dell’11% registrato già nell’anno precedente. la scarsissima apertura dell’economia calabrese ai mercati internazionali e la struttura produttiva sbilanciata sulle attività protette dalla concorrenza esterna, se finora ha fatto da paracadute ai consumi e alla domanda interna, potrebbe rivelarsi una zavorra nel momento in cui le dinamiche congiunturali internazionali dovessero creare condizioni favorevoli alle esportazioni e, dunque, accompagnare una crescita dell’economia sotto il traino di una maggiore competitività dei prodotti italiani rispetto a quelli esteri.

    L’occupazione
    L’andamento dell’occupazione evidenzia  una  situazione  di  difficoltà,  caratterizzata  dalla  riduzione  di 9 mila  unità lavorative (-1,5%) nel 2009. Una vistosa caduta caratterizza, inoltre, il  primo trimestre 2010, quando i posti di lavoro nella regione scendono addirittura al di sotto del minimo storico del primo trimestre 2008. La caduta dell’occupazione nel sistema economico calabrese è generalizzata: investe sia gli uomini (-1,68% nel corso dell’intero anno e -1,3% relativamente al primo trimestre 2010) che le donne (rispettivamente, -1,22% e -4,7%) e in tutte le circoscrizioni nazionali si rivela nel 2009 un po’ più accentuata per gli uomini, ma nel primo trimestre 2010 gli andamenti sono più penalizzanti per le donne calabresi (tabella 5). L’impatto della crisi, dunque, che nelle sue fasi iniziali, quando le difficoltà incontrate dai settori industriali a più elevata intensità di partecipazione maschile aveva fatto ricadere su questi ultimi l’erosione dei posti di lavoro, sembra ora coinvolgere pesantemente anche i comparti connotati da una più spinta presenza di forza lavoro femminile.

    Il tasso di occupazione
    L’ulteriore declino del tasso di occupazione è l’aspetto più preoccupante dell’andamento del mercato del lavoro regionale nel 2009. La discesa del tasso di occupazione in Calabria è stata incalzante già a partire dal quarto trimestre del 2007 e nell’ultimo anno ha segnato una riduzione di un punto percentuale raggiungendo il 42% a marzo 2010 (contro il 57% del Paese).

    Le forze di lavoro
    Sia nel 2009 che nel primo trimestre 2010 si conferma una drastica riduzione delle forse lavoro in Calabria che passano da 677 mila occupati in media nel 2008 a 661 mila in media per l’anno 2009 e facendo registrare 11 mila posti di lavoro in meno nel primo trimestre 2010 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

    La disoccupazione
    Le persone in cerca di occupazione sono in Calabria 75 mila nel 2009, ovvero 7 mila unità in meno (-8,5%) rispetto all’anno precedente. Il dato sorprendente è che questa tendenza si rivela del tutto opposta a quanto si osserva per tutte le altre circoscrizioni territoriali, con incrementi più accentuati nelle regioni più esposte alla concorrenza estera e alle turbolenze dei mercati internazionali, in particolare nelle regioni del Nord (+37%).
    Il nuovo anno si apre, però, all’insegna dell’aumento della disoccupazione, sia in Calabria (+4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) che nelle altre circoscrizioni territoriali. La riduzione della disoccupazione che si osserva è dettata da un possibile effetto scoraggiamento esercitato dalle difficili condizioni dell’economia e della domanda di lavoro, in particolare sui giovani alla ricerca della prima occupazione.

    Il tasso di disoccupazione e di inattività
    Il tasso di disoccupazione è risultato in continua flessione durante tutti i quattro trimestri dell’anno, raggiungendo un valore medio per il 2009 pari all’11,3%, quasi un punto percentuale più basso di quello medio meridionale (12,5%). Le peculiari condizioni del mercato del lavoro nelle diverse aree sono rese evidenti dall’ampio divario che tuttora separa la regione dal Centro e dal Nord del Paese: in Calabria il tasso di disoccupazione è oltre il doppio di quello delle regioni del Nord (5%) e cinque  punti percentuali più alto di quello medio delle regioni del Centro (7%).
    Il divario di genere nei tassi di disoccupazione rimane elevato: la differenza tra il tasso di disoccupazione femminile (13,9%) e quello maschile (9,9%) nel 2009 è di 4 punti percentuali e sale a 5 nel primo trimestre 2010.Un fenomeno legato alla congiuntura dell’ultimo anno è, infatti, sia sul piano nazionale che su quello regionale, l’aumento dei tassi di inattività.
    In Calabria le non forze di lavoro, ovvero le persone che non cercano lavoro e non sono disponibili a lavorare, sono 687 mila. La crescita del numero degli inattivi, che nella regione è pari a 22 mila unità, include le persone che, di fronte a sempre maggiori difficoltà di trovare occupazione, rinunciano a cercarla attivamente. Il tasso di inattività in Calabria ha raggiunto il 61%, dieci punti percentuali oltre il dato medio nazionale, e  un punto percentuale in più rispetto al 2008.

    La Cassa integrazione
    Le difficoltà attraversate dall’economia e dal mercato del lavoro regionale sono testimoniate anche dall’incremento degli interventi ordinari (+85% rispetto all’anno precedente) e straordinari (+36%) di Cassa integrazione guadagni che hanno caratterizzato il 2009, segnalando sia l’attraversamento di una fase congiunturale negativa, sia l’esistenza di processi di ristrutturazione settoriale in atto. Le ore concesse di cassa integrazione ordinaria (3,3 milioni di ore) hanno di poco superato quelle relative agli interventi straordinari (3 milioni). In termini relativi, il ricorso alla Cassa integrazione (considerando sia agli interventi ordinari che quelli straordinari) è stato più massiccio per i settori del legno, della chimica e della trasformazione di minerali.
    In termini assoluti va rilevato il consistente numero di ore concesso nel settore edile per provvedimenti di Cig straordinaria (1,2 milioni di ore), che costituiscono da sole oltre un terzo di questa classe di interventi e che segnalano un affanno del settore conseguente a un calo della domanda interna, sia relativamente al settore privato delle costruzioni che a quello pubblico.

    Demografia d’impresa
    Nel 2009 il tasso di crescita delle imprese in Calabria (+0,75%) è risultato in linea con quello medio del Centro (+0,74%) e poco superiore a quello nazionale e del Nord ovest (rispettivamente, +0,3% e +0,5%). In Calabria il bilancio tra iscrizioni e cessazioni al registro delle Camere di Commercio ha fatto segnare un attivo di 1.359 imprese nel 2009 e di 533imprese nel periodo gennaio-maggio 2010. Lo stock di imprese esistenti sul territorio è pari, a fine maggio 2010, a 179 mila unità.  

    La relazione del Direttore Branda

    Lo studio dei dati relativi alla congiuntura regionale mette in evidenza le contraddizioni e le dualità, in realtà solo apparenti, che caratterizzano da tempo l’economia calabrese. Il crack di Lehman Brothers il 15 settembre 2008 ha bruscamente interrotto l’evoluzione naturale della congiuntura che dopo una fase di recessione, annunciata dal triplice shock immobili-finanza- petrolio, avrebbe dovuto conoscere un prevedibile segno di ripresa nel corso del 2009 grazie al miglioramento dei fondamentali. Il fallimento della Lehman ha segnato, invece, il passaggio da recessione a crisi globale innescando una spirale tra blocco dei mercati finanziari e caduta della domanda di famiglie e imprese che si è autoalimentata ed ha finito con il coinvolgere tutti i paesi. Il panico si è diffuso ed ha investito il sistema, tanto nell’ambito finanziario che in quello reale, assestando un colpo quasi definitivo alla fiducia ed alle aspettative nel futuro su cui cammina da sempre lo sviluppo economico. In questi frangenti scatta l’istinto di sopravvivenza e i singoli, famiglie ed imprese, assumono decisioni e comportamenti rivolti al risparmio. Scelte razionali per i singoli possono diventare, però, una sequenza autodistruttiva per la collettività perché tutti si adeguano ai timori di minore prosperità e li fanno diventare realtà. Con effetti a catena sempre più difficili da arrestare come: la riduzione dei consumi e degli investimenti, perdite crescenti nei bilanci aziendali, tagli di posti di lavoro, minori redditi, nuovo calo della domanda. Ad oggi l’economia mondiale è ancora scossa dagli effetti di questa crisi, imprevista per entità, dimensioni, conseguenze e durata. Tutti i Paesi hanno adottato misure straordinarie e messo in atto azioni per accelerare il ritorno ad una fase espansiva ma il passo è ancora lento. In questo scenario, la Calabria continua a soffrire di uno stato di ritardo di sviluppo di cui è fin troppo facile individuare le cause, ma molto più arduo definire le opzioni strategiche da tradurre in attività e progetti. Il taglio dei fondi FAS e le politiche restrittive messe in atto dal Governo hanno largamente deluso le aspettative e le speranze dei cittadini e degli imprenditori calabresi rispetto alle attese sugli investimenti programmati e tesi a determinare un punto di rilancio dell’economia locale, soprattutto nelle infrastrutture. A questo si aggiunge un utilizzo dei fondi comunitari fin qui molto poco efficace e sulle cui cause concordano tutti gli analisti. Oggi più che mai i policy maker sono chiamati a una prova molto impegnativa. Sta soprattutto a loro saper dare l’innesco alla scintilla dello sviluppo. Passi importanti e coraggiosi sono stati compiuti, tuttavia, sono stati commessi gravi errori di valutazione e altri ancora potrebbero verificarsi se dovesse prevalere in misura esclusiva la cosiddetta saggezza convenzionale, ottima nell’ordinaria amministrazione, assolutamente inefficace perché di visione ristretta in momenti epocali come quelli che stiamo attraversando. 2 A questo punto, volendo provare a prefigurare lo scenario economico di breve e medio periodo, vi è da dire che il rischio più grande che si può correre è quello di un nuovo fallimento della politica, qualora questa dovesse continuare ad obbedire a tempi, riti e logiche usuali e non sapesse dimostrarsi all’altezza delle formidabili sfide presenti, per le quali occorre prontezza nell’assumere decisioni che siano autorevoli, efficaci e condivise, mettendo da parte egoismi, manie di protagonismo, opportunismi miopi. In questo contesto, la nostra Calabria ha necessità di compiere una scelta determinante: imboccare la strada dello sviluppo economico e della crescita sociale valorizzando le risorse storiche, artistiche ed ambientali, dando impulso e sostegno alle attività produttive, mobilitando in maniera rapida le risorse previste dal POR Calabria secondo un disegno organico e dal respiro strategico. Un processo che riguarda ed investe tutti: mondo delle imprese e della ricerca, sistema economico, istituzioni formative e della conoscenza, accademia, operatori del sociale. Occorre attraversare la crisi senza esserne travolti e senza subire ulteriori morsi, strappi e rattoppi. Serve un contesto pronto ed attrezzato ad essere più ricettivo e reattivo. Ad ognuno è richiesto un impegno ed uno sforzo superiore al passato nella consapevolezza delle tante difficoltà in atto e di quelle che ci attendono nel medio periodo. La Calabria ha ancora le potenzialità per avviare un processo virtuoso. E’ necessario, però, saper fare sistema e gioco di squadra impegnandosi a fondo con convinzione, perché si deve fare in fretta e bene, vincendo le tante pigrizie, i fatalismi e le colpevoli miopie.

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