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    Operazione Crimine: soldi per elezione sottosegretario Regione Lombardia

     

     

    Operazione Crimine: soldi per elezione sottosegretario Regione Lombardia

    19 lug 10 Emerge il nome di Angelo Giammario, consigliere regionale del Pdl e sottosegretario della Regione Lombardia, nell'informativa del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Monza, redatta nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Milano, che nei giorni scorsi ha portato a un maxi blitz con circa 300 arresti in tutta Italia. Nell'informativa viene riportata una telefonata tra Carlo Antonio Chiriaco, direttore della Asl di Pavia, e Cosimo Barranca, boss del 'locale' della 'Ndrangheta di Milano, entrambi arrestati, nella quale si fa riferimento ''a denaro che per il tramite" di un avvocato, sarebbe dovuto "giungere a Giammario per finanziarsi la campagna elettorale 2010".

    Nicaso “Ndrangheta ha risorse per reagire” ''Non basta un'indagine, anche se importante come questa, per destrutturare la 'ndrangheta. Quello sferrato e' un duro colpo, ma la 'ndrangheta ha le risorse e le capacita' per reagire e per sostituire gli uomini finiti in manette. Non mi sorprenderei se già a settembre le 'ndrine fossero in grado di eleggere i nuovi rappresentanti in seno al Crimine''. A dirlo, in merito all'operazione Crimine che ha portato all'arresto di oltre 300 persone, è lo scrittore ed esperto di 'ndrangheta Antonio Nicaso, intervistato da Astolfo Perrongelli per Altroquotidiano. Dell'intervista è stata diffusa una sintesi. "Continuo a essere convinto - aggiunge Nicaso - che la 'ndrangheta sia diversa da Cosa Nostra. Non mi piace fare polemica, ma non credo alla sicilianizzazione della mafia calabrese. Secondo me, la Provincia e' un organo di raccordo, più che di vertice, la sintesi degli equilibri territoriali. Questa indagine ha confermato quanto già si sapeva sulla 'ndrangheta come struttura unitaria''. "A Montalto, nel 1969 - prosegue Nicaso - l'allora presidente del Crimine, Giuseppe Zappia, aveva ammonito: 'Non c'é la 'ndrangheta di Mico Tripodo, non c'é la 'ndrangheta di Ntoni Macri', non c'é la 'ndrangheta di Peppe Nirta. Si deve essere tutti uniti, chi vuole stare sta, chi non vuole se ne puo' anche andaré. In sostanza, il Crimine regna, ma non governa. Domenico Oppedisano non è il capo di tutti i capi, sul modello di Totò Riina, ma il custode della tradizione, l'uomo che aveva il compito di garantire l'osservanza delle regole". "Questa inchiesta - conclude Nicaso - ha violato il sancta sanctorum della 'ndrangheta. Finora sapevamo di codici e di regolamenti, ma questa volta a raccontarceli e a descriverceli in presa diretta sono gli 'ndranghetisti che ricoprivano i gradi più alti. Queste prove serviranno a convincere i giudici sull'unitarietà della 'ndrangheta che non e' policentrica, ma ha la testa nel cuore di pietra dell'Aspromonte come vado ripetendo da anni".

     

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