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    Antica anfora recuperata dalla Finanza nel mare di Belvedere

     

     

    Antica anfora del IV sec. ac recuperata dalla Finanza nel mare di Belvedere

    16 lug 10 Un’eccezionale scoperta archeologica è avvenuta nei giorni scorsi a Belvedere Marittimo. Due sub, padre e figlio, che tornavano da una battuta di pesca, si sono imbattuti in un reperto che si trovava nelle vicinanze di uno scoglio. Si tratta di un’anfora risalente al IV secolo ac. Salvatore Donato (questo è il nome del sub) ha avvisato la Guardia di Finanza della tenenza di Cetraro, guidata dal maresciallo Rocco Trazza, che ha provveduto monitorare la zona. Il gruppo subacqueo della finanza, con a capo il maresciallo Antonio D’Amico, coordinato dal comandante Carlo Cardillo, accompagnato dal consulente sub della soprintendenza, Francesco Laratta, si è immerso e ha recuperato il prezioso oggetto. Una tipologia, ha confermato Laratta, facilmente riconoscibile: si tratta come detto di un’anfora risalente al III secondo a.c.. È stato poi preso in consegna dal comando della Tenenza di Cetraro che ha provveduto a consegnarlo alla soprintendenza.

    Il recupero è avvenuto ieri mattina a circa cento metri dalla linea di bagnasciuga del litorale di Belvedere Marittimo (CS), ad opera dalla Guardia di Finanza. L’anfora sarebbe risalente al IV secolo A. C. riconducibile al periodo Greco Italico Arcaico. La scoperta del manufatto, avvenuta tramite una segnalazione pervenuta alla Brigata di Cetraro da un solerte cittadino, è stata resa possibile grazie all’intervento del Nucleo Sommozzatori della Guardia di Finanza della Stazione Navale di Vibo Valentia che alcuni giorni prima aveva ispezionato accuratamente i fondali. L’attività di recupero del prezioso reperto è stata eseguita in strettissima collaborazione con il personale specializzato nel recupero di manufatti siti in fondali marini della Soprintendenza Archeologica della Calabria. Prima del recupero, il reperto si presentava apparentemente privo di fratture recenti, ma mancante comunque di un’ansa e di parte del collo, frutto di un maldestro quanto inutile tentativo di recupero fatto precedentemente da persone inesperte. Solo grazie alla buona sorte è stato possibile recuperare la parte mancante per un successivo restauro. Le operazioni in un primo momento si dimostravano più complicate del previsto, vista la saldatura del reperto con lo scoglio a seguito delle concrezioni presenti alla base dell’anfora; tuttavia grazie all’esperienza ed alla professionalità degli operatori della Guardia di Finanza si poteva procedere al recupero senza recare danno alcuno al manufatto stesso. L’anfora, alta circa 50 cm, secondo una prima sommaria analisi degli esperti della Soprintendenza, risalirebbe al periodo Greco Italico Arcaico e, per la sua conformazione, doveva essere adibita presumibilmente al trasporto di vino o di olio. Attualmente, in attesa delle successive analisi, il manufatto è stato preso in consegna e conservato in apposito contenitore dai militari della Brigata di Cetraro.

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