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    Processo faida Papanice, teste non risponde

     

     

    Processo faida Papanice, teste non risponde

    07 lug 10 Avrebbero dovuto deporre a favore di Andrea Corrado, crotonese di 20 anni, imputato per l’omicidio del 27enne Giuseppe Cavallo ucciso il pomeriggio del 25 marzo 2008 nella frazione Papanice di Crotone, ma in aula uno si è avvalso della facoltà di non rispondere, e l’altro non è stato in grado di dare indicazioni utili alla difesa dell’imputato. È successo questa mattina, davanti alla Corte d’assise di Catanzaro, nel corso del processo a carico di Corrado, dove gli avvocati Sergio Rotundo e Montesanti avevano chiamato a testimoniare Rocco Laratta e Francesco Monti, entrambi ritenuti affiliati alla cosca Megna e coinvolti nell’operazione antimafia denominata “Heracles” (il primo è già stato condannato con rito abbreviato, mentre per il secondo è in corso il processo a Crotone). Avendo evidentemente cambiato intenzioni rispetto alla deposizione che avrebbe dovuto rendere, Laratta ha scelto il silenzio, mentre Monti non ha comunque fornito elementi determinanti per stabilire che i movimenti del giovane imputato, nel giorno del delitto, siano stati diversi da quelli ricostruiti dalla pubblica accusa. Secondo la tesi della Procura l’omicidio Cavallo avvenne in risposta all’agguato, avvenuto solo due giorni prima, nel quale fu assassinato il presunto boss Luca Megna e rimasero ferite la moglie e la figlioletta di appena 5 anni. Cavallo, infatti, era il marito di Rosa Russelli, cugina del presunto boss Leo Russelli, ritenuto dagli inquirenti a capo del clan che a Papanice si era schierato contro i Megna. Aindicare Corrado come autore del delitto, nonché del tentato omicidio della moglie e del figlio di 3 anni di Cavallo, che al momento dell’agguato si trovavano in auto con lui (la vedova è costituita parte civile) sono stati la sorella della vittima, Marina Cavallo, presente sul luogo teatro dei fatti, ma anche i collaboratori di giustizia Luigi Bonaventura e Vincenzo Marino. Anche e soprattutto sulla scorta delle loro dichiarazioni l’allora sostituto procuratore della Dda Sandro Dolce, a seguito delle indagini della Squadra mobile di Crotone, è giunto a collocare la figura di Corrado nella cosca capeggiata da Luca Megna, in contrasto con quella guidata da Leo Russelli, nonché ad identificarlo come il presunto autore dell’omicidio di Cavallo. Così, ad aprile 2008, Dolce ha sottoposto l’imputato a fermo di indiziato di delitto, seguito da un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal giudice distrettuale delle indagini preliminari. Nell’aula della Corte d’assise si tornerà il 6 ottobre per sentire gli ultimi testi della difesa, e poi il 10 ed il 18 novembre per la requisitoria del pubblico ministero, la discussione della parte civile, le arringhe dei difensori dell’imputato e la sentenza.

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