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    Omicidio Duro, rispondono in due

     

     

    Omicidio Duro, rispondono 2 dei 6 arrestati

    05 lug 10 Hanno deciso di rispondere alle domande del giudice nel corso dell’interrogatorio di garanzia solo due dei sei maggiorenni finiti in manette all’alba del 3 luglio nell’ambito dell’operazione “Cross revenge” con l’accusa di concorso nell’omicidio di Nicola Duro, idraulico incensurato di 26 anni, avvenuto a Catanzaro lo scorso 17 giugno, davanti un bar di viale Isonzo. Il giovane, secondo la ricostruzione effettuata dagli investigatori della Squadra mobile di Catanzaro, sarebbe stato ucciso per una vendetta trasversale, ideata da una famiglia rom per lavare l’onta di una relazione extraconiugale della figlia, rimasta incinta di un minorenne con il quale avrebbe avuto una storia nonostante fosse sposata con un uomo detenuto in carcere. I suoi parenti, sempre stando all’ipotesi d’accusa, avrebbero deciso di vendicarsi colpendo a morte il fidanzato di una zia del ragazzino, padre del figlio illegittimo, anche lei incinta e prossima al matrimonio, e cioè proprio Nicola Duro. Ieri, davanti al giudice per le indagini preliminari Emma Sonni, che ha emesso l’ordinanza cautelare su richiesta del sostituto procuratore Simona Rossi titolare delle indagini, ha reso la propria versione dei fatti anzitutto Donato Passalacqua, 41 anni, padre della ragazzina rom rimasta incinta dopo la relazione extraconiugale, ritenuto uno dei capi carismatici degli zingari di viale Isonzo, a Catanzaro, ed accusato di essere il mandante del delitto. L’uomo ha ammesso che in passato c’erano stati motivi di contrasto con la vittima, ma ha sostenuto che questi si erano oramai risolti, tanto che di Duro ora lui sarebbe stato addirittura un amico. Quanto ai 600 euro che secondo gli inquirenti Donato Passalacqua avrebbe pagato al coindagato Domenico Romagnino per attirare la vittima nel bar davanti al quale poi è avvenuto l’omicidio, il primo ha spiegato di averli sborsati ma solamente per pagare al secondo dei lavori di pitturazione che questi aveva effettuato. Alla luce anche delle lunghe spiegazioni fornite da Passalacqua, i suoi difensori, gli avvocati Antonio Ludovico e Giovanni Le Pera, hanno avanzato un’istanza di revoca della misura cautelare al gip, che però l’ha respinta. Ha poi risposto all’interrogatorio anche Samuele Pezzano (difeso da Piero Mancuso), 21 anni, che secondo l’accusa avrebbe accompagnato con l’auto e poi atteso il killer sul luogo in cui Duro è stato ucciso, il quale ha invece affermato che al momento del delitto sarebbe stato da tutt’altra parte, in compagnia di alcuni suoi familiari. Si sono infine avvalsi della facoltà di non rispondere Antonio Passalacqua (difeso da Ludovico e Maria Aiello), 19 anni, figlio di Donato e fratello della ragazzina colpevole di tradimento, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio, nonché Domenico Romagnino (difeso da Gennaro Pierino Mellea e Gioconda Soluri), 36 anni, che avrebbe condotto Duro nella trappola mortale. È fissato per domani, davanti al giudice del Tribunale per i minorenni Teresa Chiodo, l’interrogatorio del settimo indagato per l’omicidio, il sedicenne M. P. (difeso da Mellea e Soluri); mentre si terrà mercoledì a Castrovillari, per rogatoria, l’interrogatorio di Ornella Bevilacqua (difesa da Antonio Ludovico), 38 anni, moglie di Donato Passalacqua, madre di Antonio e della ragazza adultera, che per l’accusa è stata mandante del delitto assieme al marito.

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