Beni per seicentomila euro sequestrati al clan Forastefano

Beni per seicentomila euro sequestrati dalla Questura di Cosenza al clan Forastefano

02 lug 10 Due terreni per il valore di seicentomila euro sono stati sequestrati dalla Questura di Cosenza a Carmine Garone, 55 anni, presunto appartenete alla cosca Forastefano. Infatti la Divisione Anticrimine - Ufficio Misure di Prevenzione della Questura diretto dal Vice Questore Aggiunto d.ssa Raffaella Pugliese, questa mattina, ha dato esecuzione, ai sensi della normativa antimafia, al sequestro dei beni nei confronti di Carmine Garone nato a Sala Consilina 55 anni, residente a Cassano Jonio, proposto per la sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza, ritenuto appartenente alla cosca Forastefano. Elemento di spicco all’interno della stessa organizzazione criminale, arrestato a seguito dell’operazione “OMNIA” della Procura Distrettuale di Catanzaro, Garone sarebbe stato imprenditore di riferimento della famiglia Forastefano e, in quanto tale, sarebbe stato imposto come subappaltatore in lavori pubblici e privati. Inoltre avrebbe messo a disposizione i propri conti correnti al fine di garantire fluttuazioni di capitali secondo le esigenze della consorteria e sarebbe stato altresì dedito ad usura, rapina ed estorsione. QUESTURA DI COSENZA Ufficio Stampa Su proposta articolata dell’Ufficio Misure di Prevenzione, ritenuti sussistenti tutti i presupposti di legge, il Tribunale Misure di Prevenzione di Cosenza, presieduto dal dr. Giovanni Garofalo, ha limitato il sequestro, ai sensi della legislazione antimafia, ai soli beni che risultano acquisiti dall’anno 1999 (data in cui sarebbe sorta la cosca di riferimento) sino all’anno 2007, imponendo la misura preventiva su due terreni di vaste proporzioni, siti nel territorio di Cassano allo Jonio, acquistati dal Garone e dalla moglie, per un valore attuale di oltre seicentomila Euro ( Euro 600.000,00 ).

Nell’ambito attuativo della complessa normativa antimafia di riferimento, nell’arco di appena un anno, sono stati proposti ed eseguiti dall’Ufficio Misure di Prevenzione e Sicurezza quattordici sequestri dei beni ai sensi della legislazione antimafia ( legge 575/1965), per un ammontare di circa 56 milioni di Euro e dodici sono state le connesse confische pure eseguite dallo stesso ufficio per un ammontare complessivo di oltre 83 milioni di euro.

Il dato evidentemente positivo è quello di avere sottoposto a sequestro preventivo e poi a confisca, beni per circa 140 milioni di euro; il che ha significato aver sottratto tali considerevoli cifre alle cosche mafiose che, come si sa, inquinano l’economia legale con i proventi del riciclaggio ed utilizzano gli ingenti capitali, illecitamente accumulati, per i fini criminali delle proprie organizzazioni delinquenziali.

L’azione investigativa si è svolta in alcuni territori della provincia di Cosenza che, per le complesse situazioni di ordine e sicurezza pubblica, hanno, negli ultimi anni, maggiormente destato allarme sociale.
In particolare, essa ha riguardato tutta l’area dell’alto Jonio cosentino, aggredendo i patrimoni delle cosche “Forastefano” ed “Abbruzzese” e quella del Tirreno cosentino con il recente sequestro dei beni a Nigro Giuseppe, ritenuto affiliato al clan Muto di Cetraro.
Tra i molti beni sottoposti a sequestro e confische figurano diverse aziende, cementifici, terreni agricoli ed agrumeti di vaste dimensioni, ville ed abitazioni, conti correnti, polizze assicurative, esercizi commerciali, un intero centro commerciale, un noto hotel delle piana di Sibari, centinaia fra autocarri, utilitarie e lussuose autovetture.