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    Operazione dei CC contro la cosca Cordì 6 arresti tra Locri e Melito PS

     

     

    Operazione dei CC contro la cosca Cordì 6 arresti tra Locri e Melito PS. Sequestrati beni tra cui Ferrari e aziende

    01 lug 10 Operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria per l'esecuzione di sei ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse contro altrettante persone accusate di essere contigue, favorendone le attività illecite, alla cosca Cordì di Locri della 'ndrangheta. I provvedimenti restrittivi, emessi dal gip su richiesta della Dda di Reggio Calabria, sono in esecuzione a Locri e a Melito Porto Salvo, nel Reggino. Le persone coinvolte nell’operazione, denominata Giano, sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso e di altri reati, tra cui usura, frode in esecuzione di contratto d’appalto, truffa aggravata ed intestazione fittizia di beni, aggravati dalle modalità mafiose perchè commessi per favorire la cosca Cordì di Locri.

    Nell’ambito della stessa operazione, denominata Giano, sono state sequestrate alcune imprese commerciali ed il loro patrimonio aziendale, per un valore complessivo di mezzo milione di euro. Tra i beni sequestrati ci sarebbero anche una Ferrari e una Cadillac. Le due vetture si trovano nei due punti di vendita di Locri e Melito Porto Salvo della società Auto Fashion (nella foto in basso) riconducibile, secondo quanto riferito dagli investigatori, alla cosca Cordì. Sequestrate anche due moto di grossa cilindrata e due moto d’acqua.

    Le indagini, che si sono concluse con l’operazione di stamattina, erano state avviate nell’ottobre 2009 e rappresentano la prosecuzione dell’attività investigativa, denominata Shark, che nel settembre dello scorso anno aveva portato all’esecuzione di 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone indagate, a vario titolo, per associazione per delinquere di tipo mafioso (con l'aggravante di essere associazione armata) finalizzata alla commissione di una pluralità di reati, tra cui rapine, estorsioni, usura, esercizio abusivo del credito, danneggiamenti, detenzione e porto illegale di armi e altro. Nell’ambito dell’operazione Shark erano state fermate anche due persone indiziate di essere capi e promotori dell’associazione mafiosa ed erano stati sequestrati a Locri un’agenzia di mediazione immobiliare e un negozio riconducibili alla cosca Cordì. Nell’operazione Giano sono stati impiegati 70 carabinieri del Gruppo di Locri, con il supporto di militari dello Squadrone eliportato carabinieri Cacciatori Calabria.

    L’operazione, nella cui fase esecutiva sono stati impegnati circa 70 Carabinieri del Comando Provinciale, diretto dal colonnello Pasquale Angelosanto, con il supporto di militari dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori “Calabria”, giunge al termine di un’indagine, denominata “Giano” avviata nell’ottobre 2009, quale prosecuzione dell’attività investigativa denominata “Shark”, che nel settembre scorso aveva portato, con l’operazione Shark, all’esecuzione di 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di indagati per associazione di tipo mafioso, con l’aggravante dell’essere l’associazione armata, finalizzata alla commissione di una pluralità di reati, tra cui rapine, estorsioni, usura, esercizio abusivo del credito, danneggiamenti, detenzione e porto illegale di armi ed altro, nonché al contestuale fermo del P.M. di altri 2 soggetti indiziati di essere “capi e promotori” del medesimo sodalizio mafioso ed al sequestro preventivo di una agenzia di mediazione immobiliare e di un esercizio commerciale, entrambi sedenti in Locri e riconducibili al contesto associativo indagato. L’articolata attività d’indagine, coordinata dai Sostituti Procuratori della Repubblica di Reggio Calabria Antonio De Bernardo e Marco Colamonaci, ha consentito di realizzare un approfondito percorso investigativo, finalizzato alla completa disarticolazione del circuito usurario, parte del quale già aggredito con gli esiti dell’operazione “Shark”, ricostruendo gli attuali interessi criminali imputabili alla cosca Cordì, la cui esistenza sul territorio è un dato storico attestato nella sua valenza giudiziaria da sentenze passate in giudicato (processi “Primavera” e “Primavera 2”); svolgere una qualificata azione di contrasto nei confronti della suddetta compagine criminale, che ha evidenziato una costante ed elevata capacità aggressiva nei confronti delle componenti sociali ed istituzionali locali; individuare gli interessi economici, patrimoniali e societari riconducibili ad affiliati e loro prestanomi consentendo, all’esito dell’attività di accertamento, di colpire anche il settore del reimpiego dei capitali illecitamente accumulati, di vitale importanza per l’esistenza della stessa organizzazione. Gli obiettivi investigativi sono stati perseguiti attraverso l’effettuazione di intercettazione di conversazioni telefoniche ed ambientali nei confronti degli indagati; l’acquisizione di preziosi riscontri forniti dalle vittime dell’usura: a seguito, infatti, dell’esecuzione dei provvedimenti restrittivi del settembre 2009, basati anche sulle dichiarazioni rese da Rocco Rispoli e Luca Rodinò, altre vittime dell’attività usuraria hanno deciso di liberarsi dal giogo degli usurai e raccontare anni di soprusi e vessazioni subite; la coerente valutazione delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Vincenzo Marino.

    Gli arrestati sono:

    - Cosimo Ruggia, 35 anni di Locri, indagato per aver fatto parte, con il grado di “sgarrista”, dell’associazione mafiosa denominata “Cosca Cordì”, operante in Locri e zone limitrofe;
    - Gerardo Zucco, 40 ann di Locri, imprenditore; irreperibile;
    - Francesco Maiorana, di 32 anni di Locri;

    tutti e tre indagati del reato di usura, commesso avvalendosi della capacità intimidatoria ed al fine di agevolare l’attività del sodalizio criminale di riferimento;

    - Fabio Modafferi, 32 anni di Melito Porto Salvo (RC) ma domiciliato a Locri, indagato del reato di intestazione fittizia di beni;
    - Antonio Tallura, 45 anni di Locri, attualmnete detenuto nel carcere di Vibo Valentia;
    - Francesco Tallura, 48 anni di Locri, attualmente detenuto nel carcere di Vibo Valentia;
    Questi ultimi tre indagati dei reati di frode nell’esecuzione di contratto di appalto e truffa aggravata, con l’ulteriore aggravante di aver commesso i reati al fine di agevolare la cosca di riferimento.

    Sequestri:

    Il provvedimento di sequestro ha interessato l’impresa individuale di commercio autoveicoli usati “Auto Fashion” con sede legale a Melito Porto Salvo (RC), via Liguria n.11 ed unità operativa in Locri, e relativo patrimonio aziendale, costituito da 17 tra autovetture (14), perlopiù di grossa cilindrata, e motoveicoli (3), per un valore complessivo stimato in € 1.000.000,00 circa. Tra le autovetture sequestrate, figurano una Cadillac Limousine ed una Ferrari F360 Modena.

     

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