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    Operazione Tamanaco, 16 arresti da GdF, sequestro 700 kg di coca e 80 mln di beni

     

     

    Operazione Tamanaco, 16 arresti della Finanza, sequestrati 700 kg di coca e 80 mln di beni

    22 giu 10 Uno dei maggiori sequestri di droga mai realizzati in Italia, ben 700 chilogrammi di cocaina purissima al 93%, per un valore all’ingrosso sui mercati europei, di circa 120 milioni di euro. Un’organizzazione criminale di altissimo livello, in cui era stata sancita una vera e propria “alleanza” strategica e finanziaria tra uno dei più importanti ed agguerriti sodalizi ‘ndranghetistici della locride, i “BARBARO” di Platì, ed esponenti del clan camorristico dei “LA TORRE” attivo nel casertano.
    Una rete di narcotrafficanti internazionali in grado di movimentare ingenti quantitativi di sostanza stupefacente dal continente sudamericano (Colombia e Venezuela) verso il territorio italiano, passando per l’Africa ed i Paesi del Nord Europa.
    Oltre tre anni di serrate e minuziose investigazioni effettuate con l’ausilio di sofisticate apparecchiature tecniche per l’ascolto delle comunicazioni tra gli indagati e attraverso centinaia di appostamenti e risconti effettuati in Italia ed all’estero.
    Una complessa indagine economico-finanziaria grazie alla quale è stato possibile individuare e sottoporre a sequestro gli ingenti patrimoni illecitamente accumulati dai membri dell’organizzazione.
    Sono questi i “numeri” principali dell’operazione denominata “TAMANACO” – dal nome dell’albergo venezuelano in cui avvenivano gli incontri tra i narcos e gli acquirenti italiani – portata a termine questa notte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Catanzaro, dal Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata di Roma (S.C.I.C.O.), con la collaborazione della Tenenza di Mondragone (CE), attraverso l’esecuzione di 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere ed il sequestro preventivo di beni per oltre 80 milioni di euro.
    L’operazione, che ha interessato le province di Reggio Calabria, Caserta, Frosinone, Torino Pisa e Monza – Brianza con un impiego di circa 150 finanzieri, ha visto l’esecuzione ai provvedimenti cautelari, personali e reali, disposti dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale D.D.A.
    Contestualmente, sempre su richiesta della Procura di Reggio Calabria ed in stretta collaborazione con il G.I.C.O. di Catanzaro e lo S.C.I.C.O. di Roma, la Polizia di Amsterdam ha eseguito 5 mandati di arresto europeo, nei confronti di altrettanti trafficanti olandesi affiliati all’organizzazione.
    Le indagini, avviate agli inizi del 2005 dal Gruppo Operativo Antidroga di Catanzaro sotto la direzione della DDA di Reggio Calabria, portavano subito ad individuare una prima importazione di sostanza stupefacente dal Sud America che l’organizzazione (composta come detto e come si vedrà meglio da elementi della ‘ndrangeta reggina e della camorra casertana) stava pianificando con il fornitore sudamericano Vittorio BELGIOVANE 70 anni, un noto broker di origini italiane ma residente stabilmente in Venezuela, referente di un’organizzazione colombiana di narcotrafficanti che egli stesso si pregiava di annoverare tra le prime al mondo per volume d’affari.
    La regia italiana dell’operazione era in mano a Giuseppe BARBARO 42 anni, elemento di spicco dell’omonima cosca di Platì (RC), all’epoca latitante per altri fatti e, successivamente, arrestato dai finanzieri del GOA di Catanzaro il 12 dicembre 2008 dopo circa due anni di latitanza.
    Quest’ultimo operava in stretta sinergia con altri malavitosi calabresi e, soprattutto, con alcuni esponenti della criminalità organizzata campana e laziale, fra cui , Giovanni Sciacca, Emilio Boccolato e Antonio Rea.
    In tale ambito, l’attenzione degli investigatori si concentrava sulla figura di Antonio Rea, soggetto insospettabile e con uno stile di vita molto regolare e defilato ma che, in realtà, costituiva l’elemento di collegamento tra l’intera organizzazione radicata in Italia e il fornitore sudamericano Vittorio Belgiovane, di cui era l’esclusivo referente e portavoce.
    Proprio un viaggio di quest’ultimo in territorio italiano nell’agosto del 2005, prontamente monitorato dai militari del GICO di Catanzaro, rafforzava l’ipotesi investigativa secondo cui l’organizzazione era in procinto di concretizzare l’acquisto di una consistente partita di droga.
    Il venezuelano, infatti, era giunto da Caracas a Roma Fiumicino per pianificare gli ultimi dettagli dell’importazione che, secondo quanto emergeva dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali, sarebbe dovuta avvenire con la spedizione, via mare, di un container contenente ufficialmente pelli bovine essiccate quale carico di copertura della sostanza stupefacente occultata all’interno.
    Grazie ad una minuziosa attività investigativa condotta nei giorni immediatamente successivi all’incontro, si riusciva a risalire al porto venezuelano da cui sarebbe partita la nave (La Guaira), al nome di quest’ultima (“Cala Palma” della Costa Container Lines S.p.a.), al porto di destinazione (Livorno) e, perfino, ai dati identificativi del container su cui viaggiava lo stupefacente (nr. INBU-N368938-2/SEAL).
    Il 14 settembre del 2005, dopo una breve sosta di cabotaggio nel porto di Vado Ligure (SV), la nave giungeva nel porto toscano e, all’apertura del container i militari del GOA di Catanzaro e quelli della Compagnia di Livorno individuavano, occultati sotto un carico di copertura costituito da pelli bovine essiccate, circa 700 chilogrammi di cocaina purissima, uno dei maggiori sequestri realizzati in Italia negli ultimi anni.

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    LA COCAINA (690 Kg) SEQUESTRATA A LIVORNO
    Le indagini successive consentivano di chiarire e specificare ulteriormente coinvolgimenti e responsabilità degli odierni arrestati, in Italia ed in Olanda paese, quest’ultimo, nel quale l’organizzazione italiana poteva contare su una rete di trafficanti locali, già noti alla polizia di Amsterdam.
    Trattasi, in particolare, di Pasquale PAGLIARO 45anni, di origini campane ma stabilmente residente in Olanda, dove agiva in stretta sinergia con una alcuni soggetti olandesi identificati in Jerry GALLANT 57 anni, alias “il codino”, Richard KRAMER 47anni, Suzette DE RIJP 50 anni, alias “la signora” e, in ultimo, ma non in ordine di importanza, Greg REMMERS 62 anni, pluripregiudicato, ritenuto dalla Polizia dei Paesi Bassi, personaggio di notevole spessore criminale.
    In tale contesto, preziosa è stata la cooperazione fornita dalla polizia olandese che, in tempo reale, ha assicurato un continuo flusso di informazioni sui soggetti monitorati e sui loro movimenti nonché l’ascolto reciproco delle conversazioni che avvenivano in quel paese.
    L’intera attività investigativa si è svolta con il costante coordinamento, anche a livello internazionale, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che ha altresì fornito un determinate supporto logistico ai militari operanti, specie laddove si è reso necessario l’impiego di sofisticate apparecchiature tecniche.
    Parallelamente alle descritte investigazioni, i finanzieri del GICO di Catanzaro,dello S.C.I.C.O. di Roma e della Tenenza di Mondragone hanno condotto mirate indagini economico-finanziarie, condotte anche con l’ausilio di un innovativo applicativo informatico  denoninato “MOLECOLA”, ideato e realizzato dallo SCICO, in collaborazione con la Direzione Nazionale Antimafia, grazie alle quali è stato possibile di ricostruire in capo ai principali indagati notevolissimi complessi patrimoniali costituiti, prevalentemente, da beni immobili, attività commerciali e quote societarie, detenuti sia direttamente sia attraverso l’impiego di prestanome.
    L’esame del materiale investigativo raccolto in sede di indagini di p.g. e i successivi accertamenti economico-finanziari hanno permesso di accertare che alcuni indagati, ricorrendo ad un complesso intreccio di rapporti societari in continuo mutamento, erano riusciti ad effettuare notevoli investimenti in beni e società, alcuni dei quali in maniera ufficiale, altri ricorrendo a soggetti prestanome, utilizzando le considerevoli disponibilità finanziarie rivenienti dall’attività delittuosa posta in essere.
    I conseguenti provvedimenti di sequestro preventivo emessi ai sensi degli artt. 321 c.p.p. e 12 sexies Legge 356/1992 dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura  distrettuale, colpiscono i seguenti beni per un valore stimato in 80 milioni di euro:

    • 16 attività economiche, fra ditte individuali e società;
    • 25 quote societarie, per svariati milioni di euro;
    • 7 automezzi;
    • 12 immobili tra terreni e fabbricati
    • 2 polizze assicurative.

    Fra i beni sequestrati spicca una prestigiosa ed esclusiva struttura agrituristica.
    Un casale del ‘700 finemente ristrutturato, dislocato all´interno di 25 ettari di terreno, capace di ospitare 24 camere e 2 suite, dotate dei più moderni e raffinati comfort, e 2 splendide sale ristorante.

     

    I Complimenti di Napolitano. Il Presidente della repubblica Giorgio Napolitano, è scritto in una nota del Quirinale, ha telefonato al dottor Giuseppe Pignatone, Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, esprimendo a lui e agli altri magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia le piu' vive congratulazioni per la straordinaria operazione che, con il determinante impulso e impegno investigativo dei servizi specializzati della Guardia di Finanza di Roma e Catanzaro, ha consentito il sequestro di ingenti capitali mafiosi e ha posto fine - anche grazie a una efficace collaborazione internazionale con gli organi di polizia olandesi - all'attivita' di associazioni criminali dedite al traffico internazionale di droga. L'operazione costituisce prova di una nuova capacita' di intervento e di contrasto verso la rete di illegalita' e violenza radicatasi nella regione calabra e penetrata molto al di la' di quei confini, con le sue trame, i suoi delitti e le sue alleanze criminali, specie tra 'ndrangheta e camorra.

    Ministro Alfano "Incessante azione dello Stato". "Il sequestro di 700 chili di cocaina del valore di circa 120 milioni di euro ai danni degli affiliati dei clan Barbaro di Platì e Latorre di Mondragone, eseguito dagli uomini della Guardia di Finanza di Catanzaro e coordinati dal procuratore Giuseppe Pignatone della DDA di Reggio Calabria, sono un altro importante obiettivo raggiunto grazie all'incessante impegno dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata". Così il ministro della Giustizia Angelino Alfano commenta in una nota, l' operazione antidroga denominata 'Tamanaco'. "L'azione di contrasto a tutte le mafie - continua Alfano - è costellata da continui successi; è una lotta impegnativa che vede le forze dello Stato impegnate a debellare definitivamente il crimine organizzato, emancipando il nostro Paese da una condizione di insostenibile arretratezza". "Il mio plauso - conclude - alla magistratura e agli uomini delle forze dell'ordine, che con il loro lavoro quotidiano indeboliscono giorno per giorno la rete delle mafie sul nostro territorio".

    Pignatone "Importante sequestro beni". "L'operazione di oggi ha posto in luce due aspetti: la fruttuosa collaborazione internazionale che ha permesso la contemporanea esecuzione degli ordini di cattura e l'ingente quantità di beni sottoposti a misura di prevenzione e sottratti alla disponibilità del gruppo criminale". A sottolinearlo è stato il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, illustrando gli esiti dell'operazione condotta dalla guardia di finanza che ha arrestato 16 persone. Al riguardo, Pignatone ha voluto ringraziare "l'alto profilo di professionalità espresso dalla guardia di finanza". Il procuratore aggiunto di Reggio, Nicola Gratteri, coordinatore dell'operazione, ha evidenziato che "questo tipo di indagine spazia su più continenti. Il successo è la prova del livello di alta credibilità di cui gode la Procura della Repubblica di Reggio Calabria da parte delle autorità internazionali". "In assenza di tale fiduciosa sinergia - ha sottolineato Gratteri - non ci sarebbero stati i risultati ottenuti. E' bene ricordare che ci si trova dinanzi a elite della ndrangheta, come i Barbaro 'pillari', già coinvolti in numerosi sequestri di persona, che dispongono di ingenti risorse finanziarie e di largo credito nelle gerarchie criminali di tutto il mondo".

    Gratteri: Usate diecimila schede telefoniche. In materia di intercettazioni telefoniche è bene non fare confusione tra il numero delle persone controllate e quello delle schede intercettate. A dirlo è stato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, a margine di una conferenza stampa sull'operazione della guardia di finanza che ha portato all'arresto di 16 persone accusate di far parte di un'organizzazione di narcotrafficanti legata a cosche della 'ndrangheta e della camorra. ''Nel corso di questa operazione - ha sostenuto Gratteri - abbiamo riscontrato che una cinquantina di persone hanno utilizzato, talvolta anche per pochi secondi, circa diecimila schede telefoniche. Naturalmente, noi abbiamo seguito le conversazioni delle persone, anche se le schede telefoniche usate sono state migliaia, tutte però riconducibili al gruppo di indagati. Starei ben attento a non confondere i numeri".

     

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