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    Ass. Salatino “Gli stagisti sono un patrimonio”

     

     

    Ass. Salatino “Gli stagisti sono un patrimonio”

    14 giu 10 “Per la vertenza occupazionale dei giovani laureati del Programma Stages è auspicabile una positiva soluzione non solo per il fatto che si decide del futuro di 500 giovani calabresi, ma anche per l’alto valore simbolico in essa contenuto”. Lo afferma, in una nota, l'assessore al Personale del Comune di Cosenza, Carlo Salatino “Intervengo –spiega Salatino - in quanto testimone diretto degli esiti di un progetto sicuramente originale, che sta dimostrando la sua validità e che se giungesse a buon fine rappresenterebbe una iniezione di fiducia per tutti quei giovani che oggi guardano con sconforto al proprio futuro di cittadini calabresi. Conosco e valuto positivamente l’esperienza lavorativa dei 13 giovani laureati che la Regione Calabria nell’ambito del progetto ha assegnato al Comune di Cosenza; distribuiti negli uffici comunali in base alle loro specifiche competenze stanno, quotidianamente, dando esempio di grandi capacità lavorative, contribuendo attivamente al buon funzionamento degli uffici in cui operano. Dico questo non perché i giovani stagisti abbiano bisogno di essere difesi, ma per richiamare alcuni buoni motivi che dovrebbero indurre il governo regionale a trovare al più presto una soluzione. 1) Il programma stages non è classificabile come una delle tante pratiche clientelari all’ordine del giorno della cronaca regionale. Questi giovani infatti hanno superato la selezione operata sulla base degli studi universitari, conclusasi per tutti loro con il massimo del profitto e, quindi, sono stati selezionati in primis per merito personale. Sono, insomma, la testimonianza che anche in Calabria la meritocrazia può vincere sulla clientela e, in questo senso, costituiscono un germe di speranza per un reale cambiamento. 2) Nell’esperienza di questi giovani non c’è assistenzialismo, in quanto essi sono pienamente inseriti, e con profitto, nei processi produttivi degli enti ai quali sono stati assegnati; ad ottobre prossimo non sarà facile fare a meno del loro contributo lavorativo. 3) Rappresentano, inoltre, una delle poche occasioni utili per tentare di svecchiare una pubblica amministrazione caratterizzata da una forza lavoro attempata. A puro titolo di esempio basta ricordare che, al Comune di Cosenza, nel giugno 2009 su 928 dipendenti solo 12 di essi (praticamente l’uno per cento) risultava avere meno di 35 anni. 4) Questi due anni di formazione e di lavoro, associati ai titoli universitari e post universitari, ai master conseguiti, stanno costituendo un patrimonio di esperienza culturale e professionale che non può essere disperso, semmai tutelato e valorizzato non solo per il loro bene, ma per quello dell’intera regione. Certo è che, dopo l’avviamento del progetto, la Regione Calabria non ha fatto gran che per garantire un futuro ai 500 stagisti. Il contributo triennale di 10.000 euro per ogni assunto è insufficiente per poter attivare una proficua politica di stabilizzazione negli enti in cui operano, anzi, rischia di trasformarsi in uno strumento fortemente discriminatorio per gli stessi giovani la cui stabilizzazione potrebbe avvenire a macchia di leopardo. C’è insomma la necessità di un maggiore impegno da parte della Regione, tale da consentire agli enti il superamento dei vincoli di bilancio che, in materia di spesa del personale, sono rigidissimi e che lo saranno ancora di più a seguito della manovra finanziaria correttiva decisa dal governo ed in fase di approvazione parlamentare. Bisognerebbe poi chiarire meglio le procedure attuabili per un eventuale arruolamento che, a mio parere, non potrebbe prescindere dall’attivare un percorso concorsuale. In ogni caso il destino di questi 500 giovani non dipende tanto dalla volontà degli enti in cui attualmente lavorano, quanto dalla possibilità che questi hanno di poter far fronte a costi che non sono per nulla irrilevanti; solo la Regione più intervenire e risolvere positivamente una questione che, tra l’altro, non ha e non dovrà avere alcun condizionamento politico. Il progetto stage, infatti, è nato e si è sviluppato nella sua pratica applicazione a cavallo di legislature diverse e governi diversi. Non sono i figli di questa o quella parte politica a chiedere di poter sperare nel futuro. Sono i figli della Calabria che bisogna valorizzare e sostenere".

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