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    Rifiuti tossici del crotonese nella sibaritide, la Finanza sequestra terreni agricoli

     

     

    Rifiuti tossici del crotonese nella sibaritide, la Finanza sequestra terreni agricoli per 700mila mq

    11 giu 10 La Guardia di finanza della Compagnia di Sibari ha eseguito un provvedimento di sequestro di settanta ettari di terreni agricoli nella Sibaritide per la sospetta presenza di rifiuti tossici provenienti dalla zona industriale di Crotone. Le aree si trovano a ridosso dei tre siti, due nel territorio comunale di Cassano all’Ionio e una a Cerchiara di Calabria, sequestrati a metà degli anni Novanta dalle stesse Fiamme gialle che vi scoprirono la presenza di circa trentamila tonnellate di ferriti di zinco provenienti sempre dalla città pitagorica. La nuova operazione della Finanza, coordinata dalla procura della Repubblica di Castrovillari con il procuratore Franco Giacomantonio e Baldo Pisani, è stata provocata dalla scoperta della superficie inquinata in seguito a un piano di caratterizzazione ordinato dai due Comuni come primo passo d’un percorso di bonifica dei tre siti colmi di veleni. L'allargamento delle aree inquinate era stata svelata ieri in una conferenza stampa congiunta dei sindaci di Cassano e Cerchiara, Gianluca Gallo e Antonio Carlomagno, i quali hanno tra l’altro richiesto (otto mesi dopo la prima sollecitazione in questo senso) all’Istituto superiore di sanita un’indagine epidemiologica sulle rispettive popolazioni. In una delle tre aree sequestrate da anni, le ferriti avrebbero raggiunto anche una falda acquifera superficiale, ma gli specialisti hanno chiarito che le conseguenze dovrebbero essere ridotte.

    Sindaco Cassano "Situazione preoccupante". ''Il quadro che emerge dall'inchiesta giudiziaria in corso, pure in attesa degli ulteriori doverosi accertamenti di natura tecnica e sanitaria, e' comunque gravissimo e richiama ancora una volta la 'Syndial' alle sue responsabilita'''. E' quanto afferma il consigliere regionale e sindaco di Cassano Ionio, Gianluca Gallo, circa il sequestro delle tre aree dove sono state trovate tracce di inquinamento da metalli pesanti. ''Nell'esprimere apprezzamento - aggiunge - per l'operato delle forze dell'ordine e della magistratura ribadisco quanto detto ieri in conferenza stampa insieme al collega sindaco di Cerchiara: quei veleni vanno immediatamente rimossi. La bonifica non solo va effettuata con sollecitudine, ma va estesa anche alle aree il cui inquinamento, comprovato dal piano di caratterizzazione commissionato proprio dai Comuni di Cassano e Cerchiara, ha portato al loro sequestro. Indispensabile, altresi', un'indagine epidemiologica, per definire i contorni dell'emergenza ambientale in atto. Adesso che il ministero dell'ambiente ha stoppato la bonifica avviata dai nostri Comuni, affidandola alla 'Syndial', l'azione di risanamento si e' bloccata. Bisogna invece ripartire in fretta''. ''A tal proposito, con il sostegno - prosegue Gallo - della Regione Calabria, che con l'assessorato all'ambiente ha gia' manifestato la propria disponibilita', chiederemo al ministero dell'ambiente di convocare urgentemente una conferenza di servizi per fare il punto della situazione e adottare ogni iniziativa necessaria a fronteggiare l'emergenza presente e ad acquisire garanzie sul prosieguo e l'estensione della bonifica. Nessuno sconto sara' fatto a chi ha inquinato la nostra terra: se e quando l'inchiesta in corso sfocera' in un processo penale, il Comune di Cassano Ionio si costituira' parte civile. Mi adoperero' affinche' anche la Regione faccia altrettanto. E' l'impegno che assumo oggi da sindaco oltre che da consigliere regionale, e che sono certo sara' mantenuto anche da chi mi succedera' alla guida della citta''

    Nella mattinata odierna, i militari della Guardia di Finanza di Sibari, a conclusione di una ulteriore attività investigativa in materia di polizia ambientale, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, nella persona del Procuratore della Repubblica dr. Franco Giacomantonio e del Sost. Proc. della Repubblica dr. Baldo Pisani, hanno sottoposto a sequestro tre vaste e distinte aree, risultate inquinate dalla presenza di metalli pesanti per una estensione complessiva di circa 700.000 mq.. Le tre aree risultano situate a ridosso dei tre siti di interesse nazionale, ubicati nel territorio dei comuni di Cassano allo Ionio e Cerchiara di Calabria, già sottoposti a sequestro in data 17.02.2010, su disposizione della stessa A.G.. In tale occasione, venivano notificati due avvisi di garanzia nei confronti dei rappresentanti legali della società Syndial Spa del Gruppo ENI, già produttrice delle ferriti di zinco in argomento, quali soggetti responsabili dell’inquinamento, stante le disposizioni in materia, dettate dall’art. 242 del d.lvo 152/06. Si contestava la mancata bonifica dei siti. Rilevata, nel frattempo, l’esecuzione delle opere di caratterizzazione e messa in sicurezza dei medesimi siti, l’Autorità Giudiziaria procedente delegava i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Sibari ad eseguire un costante monitoraggio della predetta attività tecnica, concretizzatosi poi nell’esecuzione di vari sopralluoghi sulle aree interessate e nel mantenere diretti contatti con i tecnici incaricati, nonché con funzionari del Dipartimento Arpacal di Cosenza. A conclusione della predetta attività e previo esame preliminare delle relazioni tecniche nel frattempo redatte in esito alle predette opere di caratterizzazione, le Fiamme Gialle di Sibari, raccolti i dati di interesse, provvedevano immediatamente a notiziare l’A.G. procedente circa lo stato dei luoghi, atteso che le analisi eseguite, con riferimento al suolo, al sottosuolo, alle falde acquifere ed ai vegetali presenti nelle aree interessate, evidenziavano l’esistenza di un elevato inquinamento ambientale, derivante dalla presenza dei cosiddetti metalli pesanti, quali Cadmio, Piombo, Arsenico, Stagno, Rame, Zinco ecc., nonché in alcuni casi di Solfati. Inoltre, i rilevamenti tomografici eseguiti sulle medesime aree rilevavano, altresì, la presenza nel suolo e nel sottosuolo, sino ad una profondità di circa 20 metri, di ulteriore materiale di presumibile natura inquinante. L’intervenuto sequestro, non precluderà, in alcun modo, la prosecuzione delle operazioni di caratterizzazione e messa in sicurezza degli stessi siti, atteso che il decreto emanato dal’A.G. autorizza la prosecuzione dell’iter amministrativo in corso. In tale ottica, é stata disposta la contestuale notifica del decreto di sequestro, al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di Roma, al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione della Qualita’ della Vita di Roma, al Ministero dello Sviluppo Economico di Roma, alla Regione Calabria, alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, ai Sindaci dei Comuni interessati ed al Consorzio di Bonifica integrale dei bacini dello Ionio, oltre naturalmente agli indagati e, quali persone offese, ai soggetti privati proprietari dei terreni in argomento. Il sequestro odierno si pone quale passo obbligato della Procura della Repubblica di Castrovillari anche per consentire, tra l’altro, che le colture cerealicole, presenti nelle aree inquinate, possano essere oggetto di specifiche analisi chimico fisiche al fine di scongiurare ogni pericolo per la salute pubblica.

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