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    Tagli Province: salve Crotone, Verbano e Biella. Fuori Vibo e altre 3

     

     

    Tagli Province: salve Crotone, Verbano e Biella. Fuori Vibo e altre 3- Domani l'ok

    09 giu 10 Le province di Biella e di Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte sono salve e non saranno abolite; salva anche la provincia di Crotone in Calabria. Le due province piemontesi hanno una popolazione rispettivamente di 187.314 abitanti e di 162.775 abitanti, e hanno un territorio montano che supera il 50 per cento. Biella ha il 63% di territorio montano, afferma il presidente della Provincia e parlamentare della Lega nord, Roberto Simonetti; mentre Verbano, secondo dati dell'Unione delle Comunità Montane, ha il 90 per cento di territorio montano. La provincia di Crotone ha 173.370 abitanti e il 66,71 per cento del territorio montano in base alle normative sulla classificazione montana dei Comuni. "Sono stati tutelati - ricorda Simonetti - i territori con il 50 per cento di superficie montana e situati a oltre 500 metri di quota". Crotone, la terza fra le province che era ancora in bilico in base all'emendamento approvato ieri in Commissione Affari costituzionali della Camera, ha all'interno del suo territorio 27 comuni di cui 16 con territorio montano (13 totalmente, 3 parzialmente montani) per un totale di 71.680 ettari, su una superficie complessiva del territorio provinciale di 107.442 ettari, pari appunto al 66,71 per cento. In base alla Carta delle autonomie che oggi è di nuovo all'esame della Commissione della Camera per l'approvazione del testo emendato, sono dunque quattro le province che spariranno: si tratta di Vercelli (180.111 ab.) in Piemonte; Isernia (88.895 ab) in Molise; Fermo (176.488 ab) nelle Marche, e Vibo Valentia (167.334 ab) in Calabria.

    E' previsto per domani l'ok in Commissione Affari costituzionali della Camera del ddl sulla Carta delle autonomie. Incassata l'approvazione della Commissione il testo approderà poi in aula lunedì prossimo. Una delle misure contenuta nel testo riguarda, come è noto, l'abolizione delle mini-province: un emendamento del relatore al ddl, Donato Bruno, stabilisce che saranno soppresse solo quelle sotto i 200mila abitanti ma anche quelle con il 50% di terreno montano, e 150 mila abitanti. Bisognerà dunque aspettare domani per avere la certezza su quali saranno le province che saranno salvate e quelle che cadranno sotto la scure delle norme previste dal testo, anche se al momento sembra che non ci sia nulla da fare per quattro province: si tratta di Vercelli (180.111 ab.) in Piemonte; Isernia (88.895 ab) in Molise; Fermo (176.488 ab) nelle Marche, e Vibo Valentia (167.334 ab) in Calabria. In Calabria resta in bilico la sorte di Crotone per l'estensione del territorio della provincia che secondo alcune fonti si aggira intorno ai 107 mila ettari per altre ai 170 mila. La differenza potrebbe far pendere la bilancia da una parte piuttosto che da un'altra in quanto varierebbe il dato sull'estensione del territorio montano che non deve essere inferiore al 50 per cento del totale. I sindaci dei 27 comuni del crotonese si recheranno domattina in Prefettura per restituire simbolicamente le fasce tricolori in segno di protesta. "Nonostante le notizie contrastanti - ha detto il presidente della provincia, Stanislao Zurlo - noi non abbassiamo la guardia e ci stiamo preparando ad una battaglia per mantenere l'istituzione Provincia. Domani avvieremo con tutti i sindaci una serie di iniziative che si concluderanno lunedì prossimo a Roma, quando manifesteremo davanti a Montecitorio dove di discuterà l'emendamento per l'abolizione delle Province". Oltre a Rieti, sarebbero poi scampate al pericolo le province di Biella e di Verbano-Cusio-Ossola, ambedue in Piemonte e ambedue con una fetta importante di territorio montano. Biella ha una popolazione di 187.314 abitanti e il 63 per cento di territorio montano: Verbano ha 162.775 abitanti e il 90 per cento di territorio montano. Nell'attesa di acquisire elementi certi e porre fine ad un balletto di numeri da capogiro che ha buttato nel panico diverse amministrazioni, i commenti e le prese di posizione non sono mancate. Il vice presidente dell'Upi, Dario Galli, afferma di essere d'accordo con una razionalizzazione del sistema purché non riguardi esclusivamente le province ma tutti i livelli istituzionali a cominciare dal Parlamento. Pier Ferdinando Casini sostiene che "la riduzione delle Province approvata dalla Commissione della Camera è ridicola, vanno abolite almeno quelle sotto i 300 mila abitanti." Mentre per Umberto Bossi con il taglio delle 'mini-province' inserito nella Carta delle Autonomie, "non cambia niente" dal punto di vista dei costi. Bossi sottolinea che "i lavoratori vengono scaricati in regione". E in ogni caso, per Bossi, c'é anche "un problema di identità e, soprattutto in quelle più vecchie, possono venir fuori casini". "Bossi oggi tuona in difesa delle province - risponde Davide Zoggia, responsabile Enti locali del Pd - peccato che non dica una parola sui 15 mld di tagli agli enti locali decisi dal governo che si tradurranno in minori servizi e più tasse ai cittadini". "O si fa una scelta - afferma il presidente della Calabria, Giuseppe Scopelliti - e, quindi, sarà un sacrificio per tutti far venire meno le province, oppure a quel punto non si può pensare a quattro-cinque province perché ciò non porta nulla sul piano della proposta Calderoli e, quindi, sul tema delle riforme, sul tema della commissione competente di affari costituzionali"

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