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    Commercialista e finanzieri in manette a Siderno, anticipavano accertamenti

     

     

    Commercialista e finanzieri in manette a Siderno, anticipavano accertamenti. 4 arresti e 61 denunce

    08 giu 10 Un ufficiale e due marescialli della Guardia di Finanza sono stati arrestati, insieme ad un commercialista di Siderno. I quattro sono accusati, a vario titolo, di corruzione, falso e truffa aggravate dalle modalita’ mafiose. Secondo l’accusa, il commercialista, allo scopo di favorire gli interessi di ditte riconducibili, in alcuni casi, alla criminalità organizzata, si faceva riferire dall’ufficiale e dai sottufficiali notizie riservate sugli accertamenti fiscali in corso. Gli arresti sono stati eseguiti dalla stessa Guardia di Finanza. Nell’inchiesta, condotta dai finanzieri di Locri e coordinata dal procuratore distrettuale di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri, e dal pm Maria Luisa Miranda, sono indagate in stato di libertà per truffa e falso altre 61 persone, tra le quali alcuni medici ed un carabiniere. L’ufficiale ed uno dei due marescialli erano stati trasferiti da tempo dalla Compagnia di Locri. Secondo l’accusa, il commercialista, grazie a rapporti privilegiati con il maresciallo, riusciva ad avere notizie riservate sugli accertamenti fiscali in corso allo scopo di condizionare l’esito finale dei controlli a vantaggio dei suoi “clienti”. L’ufficiale, che tra il 2001 ed il 2002 era stato in servizio a Locri, inoltre, teneva contatti con un altro maresciallo, ancora in servizio a Locri, allo scopo di accomodare l’attività di verifica fiscale. L’inchiesta è nata due anni fa dopo alcune strane fughe di notizie dagli uffici della Guardia di Finanza di Locri. Dopo i primi accertamenti, le indagini degli stessi finanzieri si sono indirizzate verso la pista interna. Grazie a un uso massiccio di intercettazioni telefoniche, ambientali e videoregistrazioni, il sistema corruttivo è venuto alla luce. Di particolare importanza si sono rivelate le riprese video effettuate nello studio del commercialista che hanno evidenziato la frequente presenza di uno dei due sottufficiali. Le indagini hanno anche permesso di scoprire un vasto giro di incidenti stradali fasulli posti in essere con la compiacenza di medici che redigevano falsi certificati per danni fisici inesistenti, un carabiniere che eseguiva i rilievi stradali, e periti assicurativi che convalidavano le pratiche assicurative. Il meccanismo delle truffe era semplice: venivano trovati i mezzi da usare e le persone che si prestavano a fare i finti feriti, venivano procurati i referti medici ad hoc e fatti eseguire sul luogo del finto incidente i necessari rilievi di polizia. I finanzieri sono anche riusciti a posizionare una microspia su una vettura poi usata per inscenare un finto incidente, ascoltando in diretta quanto stava accadendo. Il gip Kate Tassone, nell’ordinanza di custodia cautelare, ha sottolineato come “non può non evidenziarsi la tempestività con cui le indagini sono state condotte dallo stesso Corpo di appartenenza dei militari indagati e con il quale sono state formulate le richieste all’autorità procedente”.

    Le Fiamme Gialle di Locri, sulla base di indagini coordinate dal Procuratore Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone e dirette dal Procuratore Aggiunto Nicola Gratteri, coadiuvato dalla dott.ssa Maria Luisa Miranda, hanno arrestato un noto commercialista di Siderno, il quale, allo scopo di favorire anche gli interessi di ditte riconducibili in alcuni casi alla locale criminalità organizzata, aveva intrattenuto fitti rapporti confidenziali con un ufficiale e con un maresciallo del Corpo, entrambi già in servizio presso la stessa Compagnia di Locri e, da tempo, trasferiti ad altra sede. Attraverso privilegiati contatti con il maresciallo, il commercialista riusciva, infatti, a reperire notizie riservate su accertamenti fiscali in corso, al fine di condizionare l’esito finale dei controlli a vantaggio dei suoi “clienti”. L’ufficiale, che in passato (tra il 2001 ed il 2002) ha operato presso la Compagnia di Locri, inoltre, intratteneva con un altro maresciallo, ancora in servizio presso lo stesso reparto, relazioni finalizzate ad accomodare attività di verifica fiscale. A dare il via all’inchiesta circa due anni fa, sono stati i dubbi sorti su strane fughe di notizie dagli uffici della Finanza di Locri. All’esito dei primi accertamenti riservati i sospetti sembravano convergere sulla pista interna: sono state, pertanto, avviate penetranti attività investigative che attraverso il massiccio impiego di intercettazioni telefoniche, ambientali e videoregistrazioni hanno consentito di portare alla luce l’articolato sistema corruttivo. Significativo appare il fatto che siano stati gli stessi finanzieri a portare avanti la delicata attività d’indagine, come sottolineato in un preciso passaggio dallo stesso Giudice per le Indagini Preliminari, dott.ssa Kate Tassone, che nell’ordinanza di custodia cautelare rimarca come: “non può non evidenziarsi la tempestività con cui le indagini sono state condotte dallo stesso Corpo di appartenenza dei militari indagati e con il quale sono state formulate le richieste all’Autorità procedente”. Particolarmente significative si sono rivelate, in proposito, le intercettazioni audiovisive eseguite presso lo studio commerciale del ragioniere arrestato che hanno evidenziato la frequente presenza in quel luogo di uno dei due ispettori. Le indagini tecniche hanno anche permesso di scoprire un vasto giro di incidenti stradali fasulli posti in essere con la compiacenza di medici, che redigevano falsi certificati sanitari con riguardo a danni fisici inesistenti, un carabiniere, che eseguiva i rilievi stradali, e periti assicurativi, che convalidavano le pratiche assicurative. Il meccanismo delle truffe, che vede coinvolto l’ufficiale, era tanto semplice quanto efficace. Venivano infatti reperiti i mezzi, trovati i soggetti falsi feriti, procurati referti medici ad hoc e fatti eseguire sul luogo del finto incidente i necessari rilievi di polizia. Su una vettura in particolare poi, volutamente incidentata per inscenare un falso sinistro, gli investigatori avevano addirittura posizionato una microspia potendo, così, ascoltare in diretta quanto stava accadendo.

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