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I Carabinieri festeggiano il 196° della Fondazione. A Cosenza dal 1861
I Carabinieri festeggiano il 196° della Fondazione, a Cosenza dal 1861. In un anno 1173 arresti, 78mila servizi 05 mag 10 Alla presenza delle maggiori autorità politiche, religiose, civili e militari è stata celebrata al comando provinciale di Cosenza il 196° annuale della fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Ricco il bilancio dell’ultimo anno appena trascorso (giugno 2009-maggio2010: Oltre 1100 arresti effettuati, oltre 6600 denunce, oltre 11 chili di droghe e 600 piante sequestrate, oltre 78.000 servizi effettuate. Di seguito il dettaglio della giornata
I risultati di questo nuovo e moderno modello operativo si sono ottenuti anche nella provincia di Cosenza. Nel settore repressivo i Carabinieri hanno posto un notevole sforzo ove si consideri che nel periodo 1° giugno 2009 - maggio 2010 hanno proceduto all’arresto di 1173 persone, di cui 739 in flagranza e 434 su ordine dell’A.G., alla cattura 8 latitanti, e alla denuncia in stato di libertà di 6652 persone. I Reparti (un nucleo investigativo, 9 Compagnie, 1 Tenenza e 90 Stazioni) hanno assicurato 78.475 servizi preventivi (pattuglie e perlustrazioni, con una media giornaliera di 220 servizi), impiegando complessivamente 156.950 militari, identificando oltre 244.244 persone e controllando circa 203.674 veicoli. Sul fronte della lotta alla droga, che, con lo sfruttamento della prostituzione e alla “disarticolazione” dei sodalizi criminali comuni e mafiosi, continuano a costituire il principale impegno dell’Arma, sono stati sequestrati: Un particolare impegno e’ stato posto nel settore delle violenze sessuali, tema delicatissimo in cui fondamentali sono stati l’esperienza e la sensibilita’ del personale che ha operato; 18 sono state le persone arrestate e 7 quelle denunciate all’A.G. Rimane desta l’attenzione anche verso il fenomeno della prostituzione e delle organizzazioni criminali operanti nella tratta di essere umani. In tal senso sono state elevate a clienti di prostitute 50 contravvenzioni, sequestrate 41 auto, denunciate 34 persone nonché contravvenzionate 48 lucciole. Sono state sequestrate: 133 armi da fuoco (pistole e fucili), 4.755 munizioni e 1.496 chili di esplosivo perché detenuti illegalmente. In tal senso 26 persone sono state arrestate e 198 denunciate a piede libero. Sequestro beni: Operazioni: Sicurezza stradale: Reparti Speciali NAS - Nucleo Antisofisticazioni e Sanità
NTPC - Nucleo Tutela Patrimonio Culturale
Encomio Solenne, come prima attestazione di merito, concesso dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri all’App. Sc. DELEDDA Giovanni Encomio Solenne concesso dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri all’App. BRIGANTE Gaetano Encomio Solenne concesso dal Comandante del Comando Interregionale Carabinieri “Culqualber” al Luog. FILIPPELLI Rosario, al Mar.A.s.U.PS COSENZA Walter, al Mar. Ca. MADEO Serafino, al Mar. Ca. SCIALPI Martino e all’App. Sc. MUGHETTO Giuseppe. Encomio Semplice concesso dal Comandante del Comando Interregionale Carabinieri “Culqualber” al Car. Sc. TUFARO Giovanni ed al Car. CARLINO Fabrizio: Encomio Semplice concesso dal Comandante della Legione Carabinieri Calabria al Brig. PERTICARI Antonino, all’App. Sc. MINNUTO Mario e al Car. Sc. (ora Appuntato) LA MARCA Francesco: Encomio Semplice concesso dal Comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna al Cap. GIANDOMINICI Luca StoriaLa ricorrenza cade tradizionalmente il 5 giugno poichè lo stesso giorno del 1920 venne concessa alla Bandiera dell’Arma la 1^ Medaglia d’oro al Valor Militare per il comportamento dei Carabinieri nel corso della 1^ guerra mondiale. Le Regie Patenti del 13 luglio 1814 costituiscono l'atto di nascita dell'Arma dei Carabinieri. Vittorio Emanuele I, infatti, nel promulgarle, istituì a Torino il Corpo dei Carabinieri Reali, dotando il Regno Sardo-Piemontese di un'istituzione inedita, con la duplice funzione della difesa dello Stato e della tutela della sicurezza pubblica, quale organismo di polizia con speciali doveri e prerogative. Soldati d'élite, armati di carabina (per questo chiamati Carabinieri), considerati il primo Corpo dell'Armata Sarda (come allora si chiamava l'esercito piemontese) erano distribuiti su tutto il territorio, non solo nelle città ma anche nei villaggi, a stretto contatto con la popolazione. I soldati indossavano l’uniforme turchina, guarnita di alamari d'argento, e un cappello a due punte, chiamato popolarmente "lucerna", con un pennacchio (dal 1833) blu e rosso: il blu rappresenta la nobiltà dell'Istituzione, il valore militare, la fedeltà, la giustizia, l'amor di patria, mentre il rosso l'audacia, il coraggio, il sacrificio. Dal 1814 l'Arma dei Carabinieri ha vissuto da protagonista tutti gli eventi storici che hanno caratterizzato la vita del Regno Sabaudo e, successivamente, del Regno d'Italia e della Repubblica Italiana: dai primi aneliti risorgimentali alle Guerre d'Indipendenza, dalle Campagne per l'Unità alla lotta al brigantaggio, dalla Grande Guerra a quella di Liberazione, dal contrasto della mafia alla lotta al terrorismo negli "anni di piombo", fino agli impegni internazionali odierni per la pace e la sicurezza. Il 24 gennaio 1861 il Corpo fu trasformato in Arma ed acquisì la posizione di “prima Arma” nel nuovo Esercito nazionale. Il legame che unisce l'Arma al Paese è intenso e si sostanzia, innanzitutto, nella condivisione forte e sentita dei valori cui si ispira una collettività ordinata e giusta: onestà, impegno sociale e civile, senso del dovere, disciplina e tenacia, senso di giustizia attestato dalle 46 ricompense alla Bandiera e dalle migliaia di decorazioni individuali e che trova conferma nel termine con il quale comunemente l'Arma viene identificata: "La Benemerita". In quasi due secoli l'Arma dei Carabinieri è stata partecipe di tutti i mutamenti del Paese, restando sempre fedele alle Istituzioni ed all'Autorità costituita, quale insostituibile presidio "della pubblica e privata sicurezza". La fedeltà è sempre stata una caratteristica dell'Arma. Il suo motto araldico è "Nei Secoli Fedele". La sua marcia d'ordinanza è "La Fedelissima", composta nel 1929 dal Maestro Luigi Cirenei. Alla fedeltà è ispirata la scelta di Sua Santità Pio XII, nel 1949, di affidare l'Arma dei Carabinieri alla celeste Patrona, Maria "Virgo Fidelis", fissandone la ricorrenza al 21 novembre. Con la legge nr. 78 del 31 marzo 2000, il Parlamento della Repubblica Italiana ha elevato l'Arma dei Carabinieri al rango di Forza armata, conferendole una collocazione autonoma nell'ambito del Ministero della Difesa, accanto all'Esercito (del quale prima faceva parte come "prima Arma"), alla Marina e all'Aeronautica Si è trattato di un riordino che, nel definire dipendenze, compiti ed ordinamento, ha delineato un quadro organizzativo più aderente ai radicali mutamenti intervenuti sia nelle Forze armate sia nelle Forze di polizia, consolidando in atti normativi le funzioni (Difesa, Polizia di sicurezza, Polizia giudiziaria, Protezione civile) storicamente svolte dall'Arma, oggi forza militare di polizia a competenza generale ed in servizio permanente di pubblica sicurezza, con speciali prerogative. Oltre a concorrere alla difesa della Patria, alla salvaguardia delle libere istituzioni ed alla tutela del bene della collettività nazionale nei casi di pubblica calamità, l'Arma dei Carabinieri partecipa alla difesa integrata del territorio nazionale e alle operazioni militari all'estero, nonchè assicura i servizi di sicurezza delle rappresentanze diplomatiche e consolari all'estero. Tra i suoi compiti militari figurano inoltre l'esercizio delle funzioni di polizia militare - in via esclusiva - e di polizia giudiziaria militare per le Forze armate italiane. Quale forza di polizia a competenza generale, esercita funzioni di polizia giudiziaria e di sicurezza pubblica, che la vedono impegnata quotidianamente nella lotta al crimine ed in tutte le attività di controllo del territorio e di mantenimento dell'ordine pubblico. In particolare, l'attività di polizia giudiziaria, svolta alle dipendenze funzionali dell'Autorità Giudiziaria, è assicurata dai Reparti sul territorio e dal R.O.S. (Raggruppamento Operativo Speciale), nonchè da unità specializzate che provvedono alla tutela di interessi primari della collettività (salute, ambiente, patrimonio culturale, sicurezza dei luoghi di lavoro), coniugando efficacemente funzioni preventive e repressive. Quale struttura operativa nazionale di protezione civile, l'Arma dei Carabinieri concorre al soccorso delle popolazioni nelle aree colpite da pubbliche calamità. Con un Decreto del Presidente della Repubblica del 21 maggio 2002, la “Benemerita” ha mutato il proprio stemma araldico recuperando la forma mistilinea del 1935 ma conservandone tuttavia gli elementi più caratteristici (il leone, la quercia e l’albero d’argento fruttato d’oro) simboli di fierezza, di forza e di fecondità degli ideali. L’Arma richiede ai suoi militari equilibrio, capacità, prontezza, dedizione, tenacia e sacrificio nell'impegno, lealtà e rigore, spirito di servizio e preparazione professionale. Doti e valori rimasti inalterati nel tempo, che consentono di contare su uomini capaci di concorrere efficacemente al soddisfacimento delle esigenze di sicurezza dei cittadini e di inserirsi, a pieno titolo, nei contesti operativi internazionali. Questo profondo rapporto con l'Italia e con gli italiani fa dei Carabinieri una presenza "familiare", nei grandi centri urbani come nei più piccoli borghi, attraverso l'emblematica figura del Comandante di Stazione, sino a giungere alla più moderna connotazione del Carabiniere di quartiere. Con un'unica missione, la stessa da 196 anni: proteggere, aiutare, sostenere, garantire la legalità. Diffusi su tutto il territorio, i Carabinieri rappresentano la sicurezza "a portata di mano": non solo prossimità fisica di pattuglie e caserme, ma capacità di vivere e comprendere la quotidianità, fornendo risposte concrete alle esigenze dei diversi territori. Per questo, le singole comunità mostrano di percepire i reparti Carabinieri - prime fra tutti le Stazioni - come un proprio "patrimonio": espressione di una forma di "protezione ravvicinata" che supera il pur indispensabile esercizio dei compiti di polizia, per diventare "funzione sociale". Questa capacità di "stare tra la gente" segna l'identità del Carabiniere con una connotazione distintiva che ha oramai travalicato anche i confini dell'Italia, dove la conoscenza diretta e reciproca tra i cittadini ed i "propri" Carabinieri diventa dialogo con la comunità, nella consapevolezza che la tutela ed il rispetto della legalità sono il fondamento della qualità della vita. L'Arma é ancora l'Istituzione più amata dagli italiani. E' quanto emerge da un sondaggio riportato nel ''Rapporto Italia 2010'' di Eurispes, presentato alla stampa a gennaio di quest’anno. Il grado di fiducia accordata dai cittadini alle Istituzioni registra un aumento importante passando dal 10,5% del 2009 al 39% del 2010, con uno scarto di ben 28,5 punti percentuali. Dall'indagine emerge poi che gli italiani considerano le Forze dell'ordine come sicuro punto di riferimento. Fiducia soprattutto nei confronti dell'Arma dei Carabinieri che passa dal 69,6% del 2009 al 75,3% nel 2010. Con l’avvento della posta elettronica certificata (PEC) è cambiato il rapporto tra cittadino e Pubblica Amministrazione. Qualsiasi comunicazione o istanza che il cittadino voglia inviare alla Pubblica Amministrazione (PA) non necessiterà più della classica raccomandata con ricevuta di ritorno, ma potrà essere sostituita dall'invio di una semplice e-mail gratuita. Un'alternativa più pratica e certamente meno onerosa, che permetterà di accertarsi in tempo reale dell'avvenuta consegna e ricezione del documento inviato, sfruttando le potenzialità della Posta elettronica certificata (Pec). Si tratta di un'opportunità telematica prevista dal decreto del Presidente della Repubblica dell'11 febbraio 2005, n. 68, che ne ha regolamentato l'utilizzo, stabilendo le caratteristiche e le modalità per l'erogazione e la fruizione di servizi di trasmissione di documenti informatici. A Cosenza la caserma dei Carabinieri, fin dall’aprile del 1861, era ubicata nell’ex convento dei Carmelitani Scalzi, sito a ridosso dell’omonima chiesa, la cui costruzione risale al 1500. Il discorso del Comandante col. Iacobelli Autorità, gentili ospiti, cari colleghi delle Forze di Polizia e delle Forze Armate, nel giorno in cui l’Arma celebra il 196° annuale della propria fondazione, i Carabinieri della Provincia di Cosenza si ritrovano in questo luogo per un momento di riflessione che ci consenta di trovare, con grande semplicità ma con evidente ricchezza di valori e di emozioni, quell’esempio da seguire nel nostro quotidiano cammino. In un contesto che impone rispetto e misura, la nostra celebrazione abbandona i toni di una festa per seguire, doverosamente, quelli ben più austeri di una funzione quasi religiosa, per ricordare il Brigadiere Sabatino Borrello, l’Appuntato Scelto Nicola Molinaro ed il Maresciallo Capo Luigi Talarico che hanno perso la vita nell’ultimo anno, in onore dei quali invito ad un momento di silenzio. Comandante dia l’Attenti ed il Presentate le Armi . (Una tromba suona il silenzio) Un grazie particolare va a Lei, Sig. Prefetto, per l’onore concessoci questa mattina e per l’attenzione con cui costantemente segue e sostiene ogni nostra attività. Analogo convinto grazie, e non certamente di maniera, va a S.E. Mons. Nunnari, a tutte le Istituzioni ed agli organi di informazione per come ci seguono, ci appoggiano e talvolta ci stimolano a fare meglio e di più, e per come hanno condiviso il nostro dolore in momenti estremamente tragici, il cui ricordo, vivo ed attuale, giustifica ancor di più la scelta di questa caserma per la nostra celebrazione. Ed un grazie particolare desidero ancora rivolgere ai Magistrati tutti, al Questore, ai Comandanti Provinciali della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato, del Corpo dei Vigili del Fuoco, al Comandante del 1° Reggimento Bersaglieri di Cosenza, al Comandante della Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro, ai Comandanti della Polizia Penitenziaria, ai Sindaci ed al Presidente della Provincia, per avere trasformato rapporti istituzionali, quanto mai corretti ed attenti alle rispettive esigenze, in rapporti anche di personale vicinanza, dei quali mi sento particolarmente onorato. Una celebrazione, la nostra, che ci porta a guardare al passato, per trovare nell’esempio tramandatoci da chi ci ha preceduto la strada da seguire, per non perdere mai di vista l’orgoglio del nostro essere, nello stesso tempo, militari ed operatori di polizia, un orgoglio fatto di tradizioni e di valori, di senso del dovere e dell’onore, di professionalità e competenza. Ma oltre che al passato, riferimento illuminante soprattutto nei momenti difficili, il nostro sguardo deve rivolgersi doverosamente e realisticamente al presente, per tentare bilanci in grado di farci capire come e quanto abbiamo lavorato, fianco a fianco con la Magistratura e le altre Forze di Polizia, per offrire sempre migliori condizioni di sicurezza a quanti aspirano a vivere in un contesto sociale ordinato e civile. Non è mia abitudine, proprio per evitare il rischio delle banali forme di autocompiacimento, ricordare o citare i risultati conseguiti nell’ultimo anno [e sono comunque risultati di sicuro rilievo se si considera che l’Arma in città ed in provincia ha proceduto per il 75% dei delitti complessivamente denunciati, ha operato il 75% degli arresti e delle denunce in stato di libertà ed ha contribuito a far registrare, nei primi 5 mesi dell’anno in corso, un sensibile calo dei reati complessivi (- 7%)]. Desidero piuttosto ricordare quest’oggi come l’Arma, fortemente impegnata su tanti fronti, nazionali ed internazionali, abbia compiuto rilevanti sforzi per incrementare la Sua presenza sul territorio, individuando e mettendo in atto soluzioni operative volte ad esaltare la vicinanza del sistema di sicurezza alla gente e quindi a rafforzare il rapporto di fiducia e di collaborazione con i cittadini, procedendo ad una ottimizzazione delle forze delle stazioni: - reparti che offrono al cittadino una “presenza familiare”, un contatto certo e qualificato e svolgono una vera e propria “funzione sociale”, che integra la primaria attività di polizia e completa l’offerta di sicurezza; - reparti che rappresentano la “sicurezza a portata di mano”, una forma di “protezione convincente”; - reparti che sono avvertiti dalla popolazione come un patrimonio di ciascuna comunità, in grado di incidere sulla rappresentazione individuale della sicurezza e sulle effettive attività criminali. Ma la nostra lotta al crimine, all’illegalità, all’ingiustizia, come del resto ho già avuto modo di dire in passato, senza mai stancarmene, non può e non deve essere problema solo per addetti ai lavori, ma deve con convinzione coinvolgere le coscienze di tutti, ad ogni livello, e primi fra tutti scuole e famiglie, ben consci che finchè ci saranno vittime innocenti ed incolpevoli non potremo parlare di cultura della legalità. Ed ora consentitemi di concludere rivolgendomi direttamente a Voi, Carabinieri della Provincia di Cosenza, che giornalmente offrite in silenzio il Vostro lavoro, un lavoro fatto di rinunce, di rischi, di sacrifici, di impegno tanto oscuro quanto ricco di contenuti. Ed è per questo che sento oggi il dovere, di fronte alle tante Autorità qui convenute, di fronte alla tante vedove dell’Arma, alle quali rivolgo un saluto commosso, di fronte ai Vostri familiari ed all’Arma in congedo, a noi sempre affettuosamente vicina, di rinnovarVi pubblicamente il mio apprezzamento per il Vostro lavoro e la gratitudine della gente di Cosenza, che Vi è vicina e che guarda a Voi con fiducia, con affetto, con ammirazione. A tutti Voi, dunque, nel giorno della nostra festa, insieme al grazie della collettività, giunga il grazie, convinto e commosso, del Vostro Comandante. VIVA L’ARMA DEI CARABINIERI, VIVA L’ITALIA.
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Video Foto Il Prefetto Reppucci accompagnato dal col. Buscia Sindaco Perugini, Prefetto Reppucci, Comandante Iacobelli, Vescovo Nunnari, Questore Scifo Questore Scifo, Rettore Latorre, Procuratore Granieri, Procuratore Giacomantonio Com. Finanza col Primavera, Com. Bersaglieri col. Ceravolo Com. Stradale, Com. Cfs, Com. VVUU Com. VVFF, Capo Mobile Ciccimarra On.li Chiappetta, Dima, Occhiuto, Magarò Sindaci Paola Perrotta e Rende Bernaudo Sidnaci Castrovillari Blaiotta, Corigliano Straface Reparti schierati per il saluto del comandante Entrano i labari Premiazioni
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