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    Marzi-Hollywood andata e ritorno. La favola di Mauro Fiore

     

     

    Marzi-Hollywood andata e ritorno. La favola del premio Oscar Mauro Fiore. Scopelliti presente alla festa

    01 mag 10 Giornate davvero speciali quelle che Mauro Fiore sta vivendo nella sua Calabria. Il premio Oscar a lui assegnato quale miglior fotografia del film Avatar è il frutto di tanti anni di fatica e di un sogno inseguito in umiltà sin da bambino. A soli sette anni emigra con la famiglia in America a cercar fortuna. I suoi tornano ma lui decide di rimanere. Cerca di realizzare un sogno e ci riesce. Ieri il Presidente della Repubblica lo ha ricevuto con tutti gli onori. In serata sbarca nella sua Marzi come un eroe. Paese imbandierato da tricolori e contornato da quaranta statuette con i suoi compaesani impazziti dalla gioia. “Neanche fossero arrivati i Beatles” confessa oggi candidamente davanti le telecamere accorse al Palazzo di Provincia dove il Presidente Oliverio lo riceve in forma ufficiale per tributargli l’onore che merita. Lui, calabrese di Marzi ce l’ha fatta. Ma ce l’ha fatta emigrando e imponendosi alla grande in uno di quesi settori difficilissimi. Dove è quasi impossibile arrivare in alto. La sua pervicacia, la sua testa dura di calabrese lo ha spinto fino in alto. In terra straniera dove tutto è possibile ma soprattutto dove le capacità vengono premiate. Un segnale forte alla nostra terra che fa fuggire o peggio ancora, opprime i cervelli che questa terra generosa partorisce da sempre. Qui, se non hai uno sponsor politico, se non sei “attaccato” alla cordata giusta puoi solo morire di fame. Il tuo lavoro non verrà mai riconosciuto perché qui vige la legge dei potenti, uguale a quella della ndrangheta in giacca e cravatta, se non “appartieni” sei fuori. Mauro non si è fatto mai questi calcoli. Ma il suo esempio è carico di mille significati. Oggi la usa gioia, e la gioia dei suoi paesani, è la nostra gioia. La gioia dei calabresi onesti che tengono duro e continuano a lottare contro soprusi, contro inganni contro, chi ha saccheggiato questa terra per coltivare orticelli che non hanno mai dato frutti. Un grande statista, che risponde al nome di Giacomo Mancini, amava dire “Hai voglia ad annaffiare carduni, sempre carduni rimangono”. Nel pomeriggio la grande festa è iniziata a Marzi. Il paese lasciato da piccolo che ha lo accoglie a braccia aperte. Il sindaco Rodolfo Aiello gli ha preparato un pandemonio coi fiocchi. Lui ha sentito forte il richiamo della sua terra ed è tornato qui con la statuetta d’oro stretta in mano a lanciare il suo messaggio: potete farcela anche voi. Basta volerlo.

    Cinema italiano ha bisogno di essere sostenuto. ''Il cinema americano e' un'industria, in Italia e' sempre stato un movimento culturale. Ma i movimenti culturali devono essere supportati economicamente e quando il governo non lo fa e' difficile. Il cinema 'commerciale' e' un altro cinema, la storia del cinema italiano non e' cosi'''. E' il parere di Mauro Fiore, premio Oscar per la fotografia nel film 'Avatar', sullo stato di salute del cinema italiano. Fiore ha risposto alle domande dei giornalisti in una conferenza stampa tenuta questa mattina alla Provincia di Cosenza. Parlando dell'influenza del cinema italiano nella sua formazione, Fiore ha definito Vittorio Storaro ''un mito della fotografia'', soprattutto durante gli studi di cinematografia perche' ''ha creato un'arte particolare''. Il premio Oscar ha detto di essere stato influenzato anche da Vittorio De Sica, Pierpaolo Pasolini, Federico Fellini e altri registi italiani. ''La storia e la cultura del cinema in Italia e' gigantesca'' ha affermato. I cronisti hanno chiesto al premio Oscar se vi siano ipotesi di un suo impegno professionale a breve in Italia. ''Mi piacerebbe molto'' ha risposto Fiore, aggiungendo subito dopo che ''nessun regista italiano finora mi ha contattato''. Non e' escluso, tuttavia, che Fiore possa dedicarsi a un film anche nel ruolo di regista, magari scegliendo come set la sua Calabria. ''Userei la luce naturale dell'inverno, che e' meno forte'' ha detto Fiore. ''Mi vengono in mente -ha ricordato- tutte le storie che sentivo da bambino a Marzi, anche di magia, che mi raccontava pure mia nonna''.

    Cameron lovora tanto. ''Cameron ha un modo di lavorare intenso, a tutte le ore del giorno e della notte. Durante la produzione c'e' stata qualche difficolta' nel rapporto con lui ma poi e' stato molto grazioso nell'accettarmi come artista e professionista''. Cosi' Mauro Fiore racconta a Cosenza la sua esperienza lavorativa con il regista di 'Avatar', che gli e' valsa la statuetta dell'Oscar per la migliore fotografia. Il contatto con James Cameron e' avvenuto dopo il film 'L'ultima alba'. Al regista, ha spiegato Fiore, e' piaciuto come il professionista ha lavorato nella creazione degli effetti in alcune scene che sono state girate alle Hawaii e dovevano sembrare la giungla africana. Il direttore della fotografia di 'Avatar' ha poi spiegato come e' stato realizzato il film. ''Avatar e' stato girato al 60% in un teatro che si chiama 'cattura-movimenti' (il cosiddetto motion-capture, ndr.). I movimenti di un attore vengono catturati dal computer in un cubo con 200 telecamere. E dopo sul computer vengono inserite le caratteristiche per diventare l'avatar. Io ho fatto il 40% del film cioe' l'azione viva, live action, sul set in Nuova Zelanda con attori veri e su set veri. La fotografia che abbiamo creato nello studio 'vivo' doveva dare al computer gli elementi di come interpretare le immagini''. Nessuna notizia sul sequel del film. Alla domanda se Cameron lo richiamera', Mauro Fiore ha solo risposto: ''Speriamo, ma ancora non si sa nulla''.

    No ai classici in 3D. ''I classici del cinema in 3D? Forse dal punto di vista teorico non e' una buona idea perche' le interpretazioni originali sono sempre le piu' belle. Come studente di cinematografia non lo accetterei ma non sarebbe strano perche' nel pubblico globale certe cose devono andare avanti''.

    La festa a Marzi. C'era tutto il paese, in piazza, oggi, a Marzi, piccoo centro del cosentino, per festeggiare il ritorno del premio Oscar per la fotografia con il film Avatar, Mauro Fiore, nel suo paese natio. Un’accoglienza che ha sorpreso lo stesso Fiore, accompagnato dalla moglie e dai tre figli, che ha trattenuto a stento l'emozione. "Sono orgoglioso di essere calabrese – ha detto -. Non mi aspettavo un’accoglienza così. Sono molto emozionato e spero presto di poter raccontare attraverso un film la mia gente e i luoghi dove sono nato". Fiore, accompagnato anche dai genitori Lorenzo e Romilda, e della sorella, Mariuccia, che vivono a Marzi, ha poi partecipato ad un consiglio comunale particolare, svoltosi all’aperto in seduta straordinaria ed al termine del quale il sindaco, Rodolfo Aiello, promotore della festa, gli ha consegnato le chiavi della città. Una città che per l’occasione si è presentata addobbata con 40 statue in polistirolo alte come un uomo, sparse per le strade. Alla cerimonia hanno partecipato anche il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, ed il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio. Fiore è partito da questo paesino nel 1971, quando aveva 7 anni, insieme ai genitori e alla sorella, più grande di tre anni. La famiglia Fiore ha vissuto sino al 1990 a Chicago. Poi le strade si sono separate. Mauro ha deciso di inseguire il suo sogno di entrare nel mondo del cinema e si è trasferito a Los Angeles. La sorella, invece, è tornata in Italia, seguita, sette anni fa, dai genitori.

    Presente Scopelliti. Ha partecipato anche il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti – informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta - alla festa organizzata dal Comune di Marzi (CS), in onore di Mauro Fiore, direttore della fotografia e vincitore del premio Oscar lo scorso sette marzo, per il suo lavoro nel film campione d’incasso, 'Avatar' del regista James Cameron. “E’ con grande piacere – ha dichiarato il Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti – che partecipo a questa festa. La notizia del premio Oscar assegnato a Mauro Fiore, inorgoglisce tutta la nostra regione, diventando nei fatti la migliore testimonianza dell'impegno e delle enormi capacità che i nostri giovani professionisti riescono ad esprimere in tutto il Mondo. La storia di Mauro Fiore – ha proseguito Scopelliti - non è diversa da quella di migliaia di meridionali che, per gli atavici mali di questo territorio, sono stati costretti ad emigrare anche oltre oceano per vedere riconosciute le proprie potenzialità. Nel vincitore dell'Oscar credo si identificano molti dei nostri giovani corregionali, ai quali la Calabria, ancora, non è stata in grado di offrire loro opportunità vere e durature. Il nostro impegno, come amministratori di questa terra – ha concluso il Presidente Scopelliti – è quello di invertire questa tendenza, avviando un serio e condiviso percorso di rinnovamento nel mercato del lavoro nella regione, che necessariamente deve essere al passo con le esigenze del territorio”. Nato proprio nel comune calabrese, nel 1964, Mauro Fiore si è successivamente trasferitosi negli Stati Uniti, a Chicago, all’età di sette anni insieme ai propri genitori. Nonostante la sua famiglia sia poi tornata in Italia, Mauro ha continuato a vivere negli USA, approfondendo la carriera artistica cinematografica, coronata dal grande riconoscimento del premio Oscar per la fotografia nel film Avatar. Il Comune di Marzi con il Sindaco, Rodolfo Aiello, ha organizzato tutto nei minimi dettagli, per accogliere con i dovuti onori il cittadino onorario, Mauro Fiore, giunto con tutta la famiglia, moglie e i tre figli

    Fiore alla Provincia di Cosenza. Il Premio Oscar per la Fotografia, per il film Avatar, Mauro Fiore, ha incontrato il Presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, dopo essere stato ricevuto ieri a Roma dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Ieri sera ho avuto un'accoglienza straordinaria, nel mio paese", ha detto Fiore. "E' stata una grande emozione, davvero. Anche se, devo dire, che ogni volta che ritorno e' sempre molto bello. Ma ieri pioveva e c'era tanta gente. Ho pensato che era come se stessero arrivando i Beatles. Andare a prendere l'Oscar ad Hollywood per me e' stata una cosa privata, ma qui e' diventata una grande festa, molto emozionante", ha detto ancora Mauro Fiore, partito dal paesino del Savuto a soli 7 anni. "Ho cominciato ad interessarmi alla fotografia al liceo, ma non pensavo che poi sarebbe finita cosi', no davvero. Ma e' tutto sempre possibile", ha aggiunto Fiore. "Adesso sto lavorando ad un film prodotto da Spielberg e che stiamo girando a Detroit". Prossimo Oscar? "Non si sa mai", ha concluso Fiore, che si e' detto anche disponibile a pensare ad un progetto tutto calabrese. Il Presidente Oliverio gli ha donato una medaglia d'oro, coniata per l'occasione, e gli ha fatto firmare l'albo delle personalita' che visitano la Provincia.

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