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    Ergastolano libero: dopo 5 anni mancano motivi dell'appello

     

     

    Ergastolano libero: dopo 5 anni mancano motivi dell'appello

    27 dic 10 Oltre quattro anni per il deposito delle motivazioni della sentenza d'appello. E' la paradossale situazione, emblematica delle lentezze della giustizia, che ha provocato a Reggio Calabria la scarcerazione di un ergastolano, Giuseppe Belcastro, di 50 anni. Belcastro e' stato condannato al carcere a vita dalla Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria a conclusione del processo sulla faida di Sant'Ilario, protrattasi per oltre 17 anni, tra le famiglie di 'ndrangheta dei D'Agostino, da una parte, e dei Belcastro-Romeo, dall'altra, con una sentenza emessa il 3 marzo del 2006. La motivazione della sentenza da parte del giudice estensore, Enrico Trimarchi, e' avvenuta solo nelle settimane scorse, infinitamente oltre, dunque, il termine di 90 giorni che la Corte d'assise d'appello si era riservata. Una situazione che ha prodotto, come conseguenza, la scarcerazione di Belcastro e la sua assegnazione ad una casa di lavoro a Sulmona. Anche un secondo imputato del processo, Tommaso Romeo, condannato anch'egli all'ergastolo, avrebbe ottenuto lo stesso beneficio se non avesse subito un'altra condanna analoga in un altro processo. La lentezza che caratterizza, in casi sempre meno sporadici, il disbrigo degli adempimenti formali da parte dei magistrati provoca, dunque, un problema di ''giustizia negata'' che nel caso dei processi di 'ndrangheta diventa ancora piu' clamoroso ed intollerabile. Il mancato deposito nei termini delle motivazioni della sentenza del processo Prima Luce aveva provocato, tra l'altro, la scarcerazione nel novembre scorso di un altro imputato, Luciano D'Agostino, condannato a 15 anni di reclusione. Tra l'altro nel caso del processo prima Luce, la lentezza della giustizia e' doppia. Perche', oltre a manifestarsi col ritardo nel deposito della motivazione, si e' concretizzata col mancato avvio dell'ispezione ministeriale che nel novembre scorso, all'indomani della scarcerazione di D'Agostino, era stata rivolta, con un interrogazione al Ministro Alfano, dalla deputata di Futuro e liberta' Angela Napoli. Che stamattina, dopo avere appreso dell'uscita dal carcere di Giuseppe Belcastro, e' tornata alla carica chiedendosi, in particolare, perche' la sua richiesta d'ispezione non ha mai ottenuto risposta. ''Considerato - ha sostenuto Angela Napoli - che il Governo vanta la lotta alla criminalita' organizzata solo attraverso la conta della cattura dei latitanti ed il sequestro dei patrimoni illeciti, i casi delle scarcerazioni di Belcastro, e D'Agostino rappresentano la palese dimostrazione di come la lotta al crimine vada effettuata, in realta', a 360 gradi''. Ma la deputata di Fli non e' l'unica che vuole vederci chiaro in questa vicenda. La Procura generale di Reggio Calabria, che aveva gia' segnalato il ritardo nel deposito della motivazione della sentenza del processo Prima luce, scrivera' a breve una lettera, con una richiesta di chiarimenti, alla Corte d'appello. Un'iniziativa che sara' la ripetizione dell'analoga iniziativa che la stessa Procura generale aveva gia' assunto all'indomani della scarcerazione di Luciano D'Agostino.

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